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campagna obiezione in Bosnia
- Subject: campagna obiezione in Bosnia
- From: "G.A.V.C.I. - Segreteria Nazionale" <gavci at iperbole.bologna.it>
- Date: Thu, 8 Jun 2000 11:40:24 +0200
Cari amici e amiche, vi informiamo che sta nascendo una campagna d'azione per introdurre il discorso dell'obiezione di coscienza anche in Bosnia. In un viaggio a Sarajevo abbiamo conosciuto un ragazzo di nome Zoran che vorrebbe fare obiezione di coscienza e ci ha parlato di questo progetto. Abbiamo raccolto la sua sfida, qui sotto riportiamo la sua storia, le notizie che abbiamo e i nostri riferimenti. Vogliamo allargare e diffondere quest'iniziativa: vi chiediamo se siete interessati, se avete delle idee o dei suggerimenti in proposito e se avete voglia di collaborare. Siamo all'inizio e vogliamo mettere insieme le forze per fare qualcosa di efficace. Aspettiamo un vostro riscontro A presto. Roberto Bianchetti, GAVCI Bologna tel. 051/6344671 e-mail gavci at iperbole.bologna.it web: http//www.peacelink.it/users/gavci Luca Martelli, ARCI Novara tel.fax 0321457215 / 0321457330 e-mail arci.nova at libero.it Luca Palagi, tel. 0321.35489. PROGETTO OBIEZIONE IN BOSNIA Incontriamo Zoran nella sede di Sprofondo a Sarajevo. Siamo nel quartiere di Grbavica. La linea del fronte passava tra le case. Nelle macerie c’è chi vive di una luce fioca, le strade sterrate ed un filo tirato tra i balconi. Una zona sfollata si ripopola dei proprietari che ritornano solo per sfrattare. Due bambini giocano a basket, dietro di noi incomincia una sfilata di parabole e di antenne, sciolte dai calori del fuoco. A due passi c’è il ponte dove fu colpita la prima vittima. Zoran ci aspetta nel cortile. Ha una stretta di mano forte e pantaloni rigati, il fare deciso e sbrigativo di chi vuole dimenticare una guerra. Zoran vuole portare in Bosnia un dibattito serio sull’obiezione di coscienza. Ci chiede una mano. Un mese fa si è riunito a Zenica con un gruppo di volontari, la “pro vobis”. 17 ragazzi bosniaci vogliono andare avanti. Il momento è delicato. Nel quadro degli accordi di Dayton, l’esercito della federazione croato-musulmana deve progressivamente smantellare l’artiglieria pesante. Le parti vivono con un senso d’inquietudine questo passaggio, in cuor loro non credono che la potenza dei serbi sia stata realmente indebolita. Temono nuovi problemi a venire, e questa volta non si faranno trovare impreparati. La direzione del nuovo esercito di Bosnia è congiunta tra le due etnie. In realtà Croati e Musulmani hanno due eserciti in sostanza indipendenti, finanziati esternamente. Le cose stanno cambiando perché la vittoria in Croazia di Stipe Mesic, minaccia radicalmente la consistenza degli introiti per esercito e polizia. I musulmani, invece, gestiscono direttamente una pioggia di fondi dai paesi arabi, e i loro campi d’addestramento sono sotto gli occhi di tutti. L’idea dell’obiezione nasce dalla volontà di cambiare approccio al problema della leva e della guerra. Non si vuole solo accettare ma entrare in una fase propositiva. Al motivo ideale si unisce un problema concreto di sostentamento per le famiglie. Con il servizio civile si può fare anche un lavoro part-time, arrotondando un bilancio non certo roseo. A Sarajevo la disoccupazione tocca vette dell’80%, figuriamoci nei villaggi dove non è neppure partita la ricostruzione. La difesa ha più volte scoraggiato energicamente precedenti tentativi. L’ intellighenzia dell’esercito è scelta direttamente dai partiti e non può tollerare una diminuzione cospicua del numero di cartoline. Ci vengono incontro due fattori però: la legge d’iniziativa popolare, che con 10000 firme garantisce un dibattito parlamentare della bozza di legge, e l’ interessamneto del partito Socialdemocratico (SDP), unico esempio di coesistenza multietnica e moderata, vincitore delle ultime elezioni amministrative, e propositore in passato delle prime iniziative sull’ obiezione civile. Con le prossime elezioni si gioca una partita importante nel futuro della Bosnia. Una vittoria dei socialdemocratici, ridimensionerebbe le velleità guerrafondaie dell’HDZ (estremisti croati) e del partito musulmano di Izebegovic ora al potere. Il Parlamento Bosniaco, ha una sovranità ancora filtrata dall’operato delle Nazioni Unite. Infatti, se le leggi hanno un corso regolare, vengono votate, approvate o respinte, ed in seguito azionate. Se insorgono problemi farraginosi interviene l’Alto Responsabile per la Bosnia, ora Wolfang Petrich. Ad ottobre ci sono le elezioni. Abbiamo inviato a Zoran la legge italiana, tra poco metterà le mani anche su quella spagnola. In questi passaggi è affiancato da due legali e da due parlamentari bosniaci. Suo punto di contatto sono i giovani dell’università. Il nostro obiettivo sarebbe quello di arrivare per quella data con una proposta di legge chiara in materia. Vorremmo tentare di dare un supporto tecnico logistico. Intanto Zoran Roser rischia in prima persona, ha già ricevuto due cartoline di chiamata, ed il suo esercito non aspetterà per molto una terza. Chi non parte per il servizio militare viene prima denunciato e poi, al termine della pena scontata in prigione, dovrà comunque svolgere il servizio militare. Non ci sono stati ancora casi di obiettori. Come per molte altre questioni legali, la federazione croato-musulmana ha mantenuto in vigore i regolamenti dell'ex-Jugoslavia. Questa prevedeva un paragrafo dove il servizio militare poteva essere svolto al di fuori della routine militare con impieghi “civili”. Il paragrafo è stato disatteso a livello interpretativo. Nessuno si è sognato però di scrivere o pensare che la legge sia cambiata. La nostra scommessa è quella di portare in Europa una giusta informazione su questa iniziativa e di aiutare Zoran in questo suo progetto. Zoran vorrebbe inoltre coinvolgere la vicina Repubblica Srbska. Solo ieri sembrava un’utopia, oggi, rinvigoriti dalle proteste di Belgrado, e dai dibattiti in corso sull'obiezione di coscienza in diversi Paesi, può caratterizzarsi come una speranza. Roberto Bianchetti, GAVCI Bologna Luca Martelli, ARCi Novara Luca Palagi. Collaborano alla campagna per Zoran: G.A.V.C.I.: fondato nel 1977, è un gruppo di volontari/e e di obiettori di coscienza. Si occupa di Pace, Nonviolenza e solidarietà sociale, impegno civile, prevalentemente in Italia, ma anche all'estero collaborando con ONG. Autofinanziato. Attualmente opera a Bologna, Modena, e Padova. tel. 051/6344671 e-mail gavci at iperbole.bologna.it web: http//www.peacelink.it/users/gavci ARCI Associazione ricreativa di promozione culturale atta allo sviluppo sociale in ambito nazionale e sovranazionale Novara Via Pola 10 28100 Novara tel.fax 0321457215 / 0321457330 e-mail arci.nova at libero.it Sprofondo: nata il 25 luglio 1994 a Como. Fondata da un gruppo d'uomini e donne, under 30, fin dall’inizio del conflitto nell'ex-Jugoslavia. Ha due sedi stabili a Como e Sarajevo. E’ aperta a tutti coloro che vogliono impegnarsi concretamente per la promozione della pace e dei diritti degli individui e dei popoli. tel. 031/806026 fax 031/807884
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