Ambasciata di Pace a Belgrado: 2° relazione Maurizio



Cari amici, vi invio qui di seguito la seconda relazione inviatami da
Maurizio Renesto da Belgrado. La relazione pone delle necessità per le
quali chiedo aiuto a chi può e ritiene di darlo. Un caro saluto a tutti,
Silvano.
II RELAZIONE SULL'ATTIVITA' DEI BERRETTI BIANCHI AMBASCIATA DI PACE-BELGRADO

PERIODO 25/3-05/4/2000



PROGETTI:

Bogutovac: Come gia' riferito nella relazione precedente, sono stato a
Bogutovac a fine marzo. I bambini della scuola hanno gia' ricevuto i
disegni di quelli della scuola elementare di Tremezzo. Per quanto riguarda
il materiale scritto, ho dovuto tradurlo in serbo-croato perche' nessuno
degli insegnanti di Konarevo (il distretto di cui fa parte l'istituto di
Bogutovac) conosceva l'italiano. Nonostante questo intoppo (che potrebbe
essere evitato ricorrendo all'inglese) il rapporto con lo staff
dell'istituto sembra ormai consolidato e anche il legame con la scuola
gemellata di Tremezzo mi sembra avviato a svilupparsi autonomamente. Il
direttore, Boro Djurovic, mi ha chiesto di l'indirizzo preciso dell'isituto
di Tremezzo, e probabilmente la risposta dei bambini di Bogutovac arrivera'
per via postale.

Per quanto riguarda i bisogni dell'istituto di Bogutovac segnalati nella
scorsa relazione, ad essi aggiungerei un' ulteriore richiesta,
assolutamente fondamentale: i banchi scolastici! Quattro delle otto classi
che comporranno la nuova scuola, ricostruita a tempo di record dopo i
bombardamenti della primavera scorsa, sono ancora completamente da
arredare. Eventualmente posso verificare la spesa preventiva per l'acquisto
del materiale necessario, ma credo che si tratti di una cifra abbordabile.


L'indirizzo a cui fare riferimento per contattare la scuola di Bogutovac e'
quello della sede centrale, a Konarevo:

OSNOVNA SKOLA "DJURA JAKSIC"
KONAREVO 36340
Tel. +38136821211 (direttore: Boro Djurovic)


Valjevo: Martedi' scorso ho passato la giornata a Valjevo, presso la scuola
materna M. Nozica, alla quale ho personalmente consegnato i pelouches
ricevuti dall'Inghilterra. La carenza di giocattoli e' uno dei problemi
principali per un istituto come la Nozica, che accoglie bambini fino a 7
anni di eta'. Nonostante le gravi difficolta' economiche e strutturali cui
la Nozica deve far fronte (di cui ha parlato Francesca Vitale, nelle sue
relazioni), il lavoro svolto coi bambini e' ottimo, lo staff piu' che
sufficiente alle esigenze dell'istituto.

Cio' che manca sono i mezzi materiali. Fra le esigenze piu' urgenti di cui
si la direttrice, Slavica Nikolic, mi ha parlato vi e' la situazioni dei
lettini su cui i bambini dormono due ore ogni giorni prima del pasto. Nella
maggior parte dei casi si tratta di vecchi materassini di gomma piuma
appoggiati direttamente sul pavimento. In parte ora sono stati sostituiti
dai nuovi materassi donati all'istituto nei mesi scorsi proprio dai
Berretti Bianchi, con il tramite della croce rossa, ma un lettino in legno
(la scuola materna ne possiede alcuni, in numero assolutamente
insufficiente) sarebbe la soluzione ideale. Insieme a questi, servirebbe
anche un numero adeguato di lenzuola, federe, cuscini.

L'istituto manca inoltre di una sala di pronto soccorso per le necessita'
piu' urgenti, di un lettino ambulatoriale e, in genere, di tutto il
materiale sanitario insispensabile.

Nonostante cio', la direttrice Nikolic ha ritenuto che la necessita' piu'
urgente alla quale potremmo far fronte, sia proprio quella dei giocattoli
educativi (mi ha parlato espressamente dei prodotti Chicco, qui molto
apprezzati ma ormai carissimi per le possibilita' economiche delle famiglie
comuni). Attualmente i bambini utilizzano in parte giocattoli vecchi di 20
anni, conservati in perfette condizioni dallo staff educativo
dell'istituto, ma pur sempre lisi e "vecchi".

Per cio' che riguarda invece l'aspetto del gemellaggio con scuole italiane,
la situazione e' momentaneamente bloccata dalle consiete lentezze
burocratiche italiane, ma il progetto di gemellaggio con la scuola materna
di Scandicci resta in piedi e, anzi, dovrebbe assumere un respiro piu'
ampio, fino a coinvilgere i due comuni. Per maggio, una delegazione del
Comune di Scandicci dovrebbe fare visita al Comune di Valjevo per un primo
contatto a cui dovrebbe finalmente seguire anche lo scambio di visite dei
bambini, fortemente voluto dalla direttrice e dall'intero staff.


Banja Koviljaca: Per ora e' ancora tutto fermo. Anche perche' per fissare
una mia visita al campo, aspetterei di avere qualche novita' da proporre.
Tanto piu' trattandosi di un campo profughi, vorrei evitare l'effetto
"occidentale in visita turistica".


Aleksinac: Anche per cio' che riguarda Aleksinac la situazione e' ancora
bloccata dopo che l'istituto di Serravezza a rinunciato al progetto di
gemellaggio.


CONTATTI


Postpessimisti: Sono finalmente riuscito a prendere contatto con i
Postpessimisti di Belgrado. Qui, a quanto pare, tutti sanno della loro
esistenza ma nessuno mi sapeva dare il loro indirizzo preciso. Il gruppo
dei postpessimisti e' nato e' in realta' una rete di associazioni, della
quale fanno parte ragazzi di eta' compresa fra i 16 e i 20 anni. Altre sedi
dei postpessimisti, oltre a quelle di Belgrado e di Pristina, sono a
Zagabria, Mostar, Tuzla, Subotica, Sarajevo, Nis, Kikinda (YU), Mestinje
(SLO). Nati nel '94 a tre anni dalla disgregazione dell'ex Yugoslavia,
hanno per scopo dichiarato quello di "COSTRUIRE PONTI, ATTRAVERSARE
FRONTIERE" e le frontiere che intendono attraversare sono quelle "della
diffidenza, del pregiudizio e dell'odio". Lavorano soprattutto su un piano
artistico e di cultura, si rifanno ai principi della nonviolenza e del
pacifismo, ma rifiutano un'etichetta politica (in questo c'e' forse un dato
generazionale che vale anche per i giovani in Occidente, sommato alla
sfiducia della gen
te verso le proprie istituzioni politiche, tipica della Yugoslavia) e si
difendono dalle accuse di "Yugonosatalgia" come se fosse un peccato
capitale. Sta di fatto che tentare di costruire legami tra giovani
appartenenti a repubbliche ufficiamente nemiche, ha gia' una valenza
chiaramente politica e che queste repubbliche sono quelle della
ex-yugoslavia. Non sara' la nostalgia della vecchia Yugoslavia come entita'
politica, ma sicuramente e' la nostalgia di uno spazio culturale e sociale
piu' ampio dei piccoli orticelli autoreferenziali serbo, croato, kosovaro,
sloveno, etc.

Ad ogni modo, i ragazzi del gruppo di Belgrado sono fortemente interessati
a incontrarsi con i loro omologhi di Pristina. In Italia c'e' gia' un
comune, quello di Riccione, pronto ad accoglierli. Non resta che
organizzare i dettagli e trovare il modo di contattare via email il centro
per l'amicizia fra i popoli di Pristina, di cui fa parte Alberto L'Abate.


Zdravo da ste: Ho ripreso i contatti con gli operatori dello Zdravo da ste
(hi neighbour), con cui nei mesi scorsi gia' Riccardo Lucio aveva stabilito
un primo contatto. Nelle relazioni di Riccardo si possono trovare tutti i
dati relativi all'associazione, nata nel '92 su iniziativa di un gruppo di
psicologi yugoslavi per dare sostegno ai rifugiati dei campi profughi
distribuiti un po' in tutta la Serbia e la Repubblica serba (di Bosnia). Il
loro lavoro si divide in tre programmi principali: programma di sostegno
agli anziani, programma rivolto ai bambini e ai giovani, programma etnico
(laboratori artistici nati con lo scopo di offrire possibilita di
realizzazione alla creativita' individuale e, contemporaneamente di
conservare e arricchire con lo scambio di esperienze il patrimonio di
tecniche e tradizioni artigianali locali). Proprio in virtu' di questa loro
impostazione "antropologica" le possibilita' di collaborazione e di scambio
di esperienze con zdravo da ste sono pressoche' infinite. Vanno dallo scam
bio di volontari che potrebbero offrire il loro sostegno all'attivita' nei
campi profughi dove sia presente il team di Zdravo da ste, al gemellaggio
con cooperative rivolte al disagio giovanile in Italia, allo scambio di
esperienze fra insegnanti e psicologi italiani interessati e i volontari
dell'associazione yugoslava. Attualmente, Zdravo da ste, collabora gia' con
un gruppo di volontari giapponesi che ha fatto loro visita nelle settimane
scorse.


Come contattare l'ambasciata di pace:

Ambasciata di pace - Centro per L'amicizia tra i Popoli
Bokeljska Ul. 1
11000 Beograd

Tel. +381/11/3440983
Mob. +381/63/592068
Email: belgrado_berretti at yahoo.com

Per contatti e ulteriori informazioni: cell. 0338-7635059.

C/C BANCARIO BERRETTI BIANCHI:
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intestato a Fabio Giunti-Berretti Bianchi;

C.C.P. N. 11237559 intestato a: Lega Disarmo Unilaterale- Via Montechiari 15-
55015-Montecarlo (LU) (precisando la causale: "Berretti Bianchi- Progetti
Ambasciata di pace").