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Amnesty sul Kossovo
- Subject: Amnesty sul Kossovo
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Thu, 30 Mar 2000 07:40:14 +0200
# Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a stampa-owner at amnesty.it # Riguardo al CONTENUTO dei comunicati, potete contattare press at amnesty.it 1999-2000 - PER IL KOSOVO E' ANCORA L'ANNO ZERO Un anno e' trascorso dall'intervento della NATO in Serbia in nome dei diritti umani. A piu' di sei mesi dall'insediamento della Forza di Pace della NATO (KFOR) e con un'altra forza ONU a protezione dell'amministrazione ad interim del Kosovo, (UNMIK) continuano a verificarsi gravi violazioni dei diritti umani. In base alla risoluzione 1244 le forze UNMIK hanno la responsabilita' della promozione e della difesa dei diritti umani nella zona. La situazione attuale dimostra chiaramente il fallimento della missione. In particolarele forze UNMIK e KFOR non sono state in grado di prevenire gravi violenze sulle minoranze: serbi, rom, musulmani, albanesi giudicati collaborazionisti o di visioni politiche moderate. Amnesty International crede che solo creando un sistema giudiziario credibile, indipendente, multietnico e imparziale si possa spezzare questa spirale di violenza. Troppo spesso i civili vittime di abusi hanno subito una giustizia sbrigativa e condizionata da motivi etnico-politici. I carnefici invece possono contare sulla pressoche' totale impunita'. Il modus operandi dei tribunali istituiti nel Kosovo si e' spesso discostato anche dagli standard internazionali sui diritti umani. Amnesty International chiede fermamente alle Nazioni Unite di: · Conformare agli standard internazionalisui diritti umani tutte le leggi applicate in Kosovo; · Assicurarsi che ogni professionista che opera nei tribunali abbia adeguata preparazione su suddetti standard; · Nominare giudici e procuratori internazionali e indipendenti nei cinque distretti piu' importanti e strategici del Kosovo; · Assicurare l'indipendenza e l'imparzialita' dei tribunali anche attraverso la scelta di componenti di etnie diverse. FINE DEL COMUNICATO Roma, 24 marzo 2000 Ufficio Stampa Amnesty International