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Notizie Est #303 - Macedonia
- Subject: Notizie Est #303 - Macedonia
- From: "Est" <est at ecn.org>
- Date: Mon, 14 Feb 2000 19:05:58 +0100
- Posted-date: Mon, 14 Feb 2000 19:18:20 +0100
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"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani ================================ NOTIZIE EST #303 - MACEDONIA 14 febbraio 2000 ================================ SVENDITA DELL'ECONOMIA, CRISI SOCIALE E MEDIA IMBAVAGLIATI: DOVE VA LA MACEDONIA? (AIM Skopje, servizi vari del periodo gennaio- febbraio 2000) Chiusosi il periodo delle travagliate elezioni presidenziali, che hanno visto la ripetizione del voto per brogli, la vita della Macedonia riprende il suo corso apparentemente normale e tuttavia segnato da una profondissima crisi economica e sociale, nonche' da una forte instabilita' politica. E' questo il quadro che emerge da una serie di articoli pubblicati nelle ultime settimane dai corrispondenti da Skopje dell'agenzia AIM e che riassumiamo qui di seguito. A livello politico, la vittoria alle elezioni presidenziali di Boris Trajkovski, candidato della VMRO-DPMNE, il partito di destra che guida la coalizione di governo, continua a essere interpretata come una sconfitta di fatto, visto che e' stata resa possibile unicamente dal voto, peraltro in larga misura irregolare, della popolazione albanese, alla quale l'elettorato della VMRO-DPMNE e' fortemente ostile. La principale forza di opposizione, cioe' la SDSM (Partito Socialdemocratico Macedone) dell'ex presidente Gligorov, ha dimostrato invece di essere ancora forte e capace di sfruttare al meglio gli strumenti di facile presa dello sciovinismo e del razzismo strisciante. Dopo il voto presidenziale si e' aperta una breve crisi all'interno dell'esecutivo, che ha riguardato soprattutto i rapporti tra la VMRO-DPMNE e la DA guidata da Vasil Tupurkovski, crisi risoltasi con l'assegnazione di un maggiore ruolo alla DA e con un parziale rimpasto di governo che ha visto estromettere alcuni ministri della VMRO- DPMNE. Quest'ultimo fatto ha provocato un piccolo terremoto nel partito, che ha portato al consolidamento della posizione dell'ala "dura" di Dosta Dimovska e all'emarginazione di due importanti figure come il ministro delle finanze Boris Stojmenov e il ministro degli interni Pavle Trajanov. Mentre il primo ha deciso di fare lotta di opposizione all'interno del partito, il secondo ha deciso di abbandonare la VMRO-DPMNE e di fondare un partito tecnocratico di centro, l'Unione Democratica (DS), formato soprattutto da giornalisti, businessman e... ex poliziotti. La SDSM, che formalmente ha accettato l'elezione di Trajkovski a presidente, ma politicamente continua a considerarla come illegittima, ha tenuto il 21 gennaio una riunione allargata della propria direzione, che ha visto la riconferma senza problemi del suo leader, ed ex premier, Branko Crvenkovski, anche se una folta schiera di giovani esponenti ha criticato la linea antialbanese e poco "europea" seguita durante la campagna per le elezioni presidenziali. In campo albanese, infine, sembra progressivamente estinguersi il PDP, il partito che per alcuni anni ha governato il paese insieme alla SDSM e la cui direzione ha dato le dimissioni collettive, mentre si consolidano sempre piu' le posizioni del DPA di Arben Xhaferri, forte del suo ruolo di "ago della bilancia" della pace etnica nel paese, del clima di unita' nazionale che regna tra la popolazione albanese dopo la guerra del Kosovo e del "merito" di avere salvato la VMRO-DPMNE da una clamorosa sconfitta alle presidenziali. [Sulle forze politiche della Macedonia, si veda in particolare piu' sotto la descrizione di come esse si siano spartite i media del paese] (sulla base dell'articolo "Zelja za promajom", di Zeljko Balic, pubblicato da AIM Skopje, 28 gennaio 2000). Se a livello politico la situazione e' fortemente instabile, a livello economico e sociale ci si trova di fronte a un quadro direttamente disastroso e reso ancora piu' grave dal fatto che il regime di Skopje sembra non avere alcun progetto a medio e lungo termine, essendo evidentemente interessato piu' di ogni altra cosa a una svendita dell'economia a breve termine. Nel suo articolo intitolato "Vendita o svendita?" ("Prodaja ili rasprodaja?", AIM Skopje, 29 gennaio 2000), la giornalista Branka Nanevska osserva che l'economia della Macedonia e' ormai da lungo tempo al collasso. Il prodotto interno lordo e' aumentato l'anno scorso del 2,7 per cento, ma il dato positivo e' da attribuirsi per intero solo al settore edile e a quello dei trasporti ed e' una conseguenza in buona parte anche delle opere avviate dopo la guerra in Kosovo e della Macedonia come principale territorio di transito degli aiuti. Tutti gli altri settori hanno registrato una anno di sviluppo negativo. La produzione industriale e' diminuita del 2,5% rispetto al 1998, mentre gli scambi commerciali con l'estero hanno subito una flessione del 8,5% e sono risultati essere pari, in totale, a 2,9 miliardi di dollari. Il deficit commerciale e' diminuito dell'11,2%, ma rimane ancora altissimo, a 537 milioni di dollari, pari al 20% degli scambi con l'estero. Il tasso di disoccupazione continua a essere il piu' alto d'Europa, toccando il 49%, pari a 350.000 persone, per la maggior parte giovani. Lo stipendio medio e' di circa 300 DM al mese, ed e' leggermente aumentato rispetto all'anno precedente. Il dato peggiore e' quello degli investimenti esteri diretti, che nel 1999 hanno subito un vero e proprio crollo, diminuendo del 77% e passando da 112 milioni di dollari a 25 milioni di dollari, dato che colloca la Macedonia all'ultimo posto in Europa in questo campo. Il tentativo del premier Ljupco Georgievski di cercare di dipingere la situazione con ottimismo, fatto in occasione della sua prima intervista concessa nel 2000, ha suscita nel paese piu' ironia e critiche che altro e sono stati molti gli esperti e gli intellettuali che hanno a tale proposito denunciato la svendita dell'economia macedone, soprattutto a societa' greche, paese con il quale la Macedonia, in sede ONU, ha ancora in corso una disputa sul proprio nome. Secondo i dati del Ministero dello sviluppo, ben il 90% degli investimenti esteri in Macedonia proviene da imprenditori greci. Societa' greche, scrive Nanevska, detengono il controllo di aziende di primo piano in tutta una serie di settori chiave dell'economia macedone, da quello edile, a quello del tabacco, a quello petrolifero (la Hellenik Petroleum controlla la OKTA, unica raffineria macedone), a quello bancario, il piu' strategico di tutti, in cui la Banca Nazionale di Grecia ha acquistato la Stopanska Banka, la maggiore banca macedone. Ma i greci sono capillarmente presenti anche a livello di piccole e medie imprese, in particolare nel settore tessile, alimentare e del legno. Molto spesso questa intensa presenza del capitale greco e' frutto di operazioni che poco hanno a che fare con le normali regole di mercato. La giornalista della AIM cita come primo esempio quello della privatizzazione della Stopanska Banka, che dovra' portare nel bilancio macedone circa 68 miliardi di lire, ma che, con la legge approvata successivamente in parlamento e che prevede l'assunzione da parte dello stato macedone dei precedenti debiti della Stopanska Banka, lascera' ai macedoni un debito di 229 miliardi per crediti inesigibili che lo stato si e' impegnato ad assumersi e a estinguere in 15 anni tramite un prestito obbligazionario. Ancora piu' eclatante il caso della privatizzazione della OKTA, acquistata dalla societa' statale greca Hellenik Petroleum. L'acquisto e' avvenuto piu' di sei mesi fa secondo procedure tenute segrete e con un'operazione fortemente criticata dall'opposizione. Che nell'accordo ci sia qualcosa che non va, come si sospettava, lo confermano i primi fatti che vengono alla luce. La Helenik Petroleum, a tutt'oggi, non ha pagato nemmeno un centesimo del prezzo complessivo di 182 milioni di dollari, mentre la raffineria lavora a pieno ritmo per la riesportazione di prodotti petroliferi verso il Kosovo che, secondo i calcoli, avrebbe fruttato alla societa' greca finora gia' 400 milioni di dollari! La OKTA sta cercando di mettere le mani anche sul mercato della distribuzione della benzina, mentre il "vincolo petrolifero" tra Grecia e Macedonia verra' rafforzato dall'oleodotto Skopje-Salonicco, di cui e' cominciata la costruzione a ritmi elevati, nonostante le difficili condizioni invernali. Sempre per quanto riguarda il settore petrolifero, la giornalista Nanevska punta il dito anche sull'enorme giro d'affari delle esportazioni di petrolio verso il Kosovo (40 cisterne al giorno, per un guadagno complessivo quotidiano di 500 mila marchi) che la OKTA affida esclusivamente a imprenditori amici o vicini al governo di Skopje. Mentre il capitale greco e i circoli affaristici e governativi del regime di Skopje fanno lauti affari, il peso di una "transizione" che dura ormai da un decennio cade sempre piu' sulla popolazione, come descrive nei dettagli un altro articolo scritto da Branka Nanevska per la AIM, intitolato "Il paese dell'assurdita' e della poverta'" ("Zemlja apsurda i siromastva", AIM Skopje, 5 febbraio 2000). La giornalista ricorda il dato della disoccupazione al 49%, gia' citato nel precedente articolo, aggiungendo che per la maggior parte di tratta di giovani tra i 20 e i 30 anni, e di uomini, un dato spiegabile con il fatto che le donne trovano piu' facilmente lavoro nei settori scarsamente retribuiti, come quello tessile o del commercio, che evidentemente coprono la maggior parte del mercato del lavoro. Ma e' impressionante anche la cifra dei lavoratori messi in ferie forzate, circa 200.000 (la Macedonia, lo ricordiamo, ha circa due milioni di abitanti), che ricevono in media uno stipendio di 210 DM. Inoltre, molti lavoratori non ricevono regolarmente lo stipendio. Gli scioperi si sono fatti piu' frequenti e di sicuro aumenteranno, visto che la situazione descritta sopra andra' sicuramente peggiorando non appena verranno introdotte le misure di riforma messe a punto dalla Banca Mondiale e dal FMI, bloccate ormai da quasi due anni. Lo stipendio medio rimane inferiore del 10% rispetto al paniere di generi di primissima necessita', che ammonta a 301 DM. I cittadini macedoni al di sotto del livello di poverta' sono oggi il 27,2%. Solo tre anni fa, nel 1997, erano il 19%. L'economia "nera" copre un'altissima percentuale del prodotto lordo nazionale, cioe' il 42-45% circa del PIL per abitante, che e' pari a 1.850 dollari. Nei due anni precedenti il dato era stato rispettivamente del 35% e del 39%. Secondo Branka Nanevska, l'unica domanda che rimane e' "in quale misura l'economia sommersa continui a essere un 'correttivo' di una iniqua distribuzione del reddito sociale, o pituttosto un meccanismo con il quale si 'compra' la pace sociale, oppure ancora lo strumento piu' funzionale al riversamento di capitali nelle mani dell'attuale e'lite economica e politica". E' aumentato di molto anche il numero dei pensionati, che alla fine del 1999 erano complessivamente 234.110, un numero destinato ad aumentare con i pensionamenti anticipati previsti dalla riforma dell'amministrazione statale che verra' realizzata nel 2.000. La pensione media mensile in Macedonia e' di 210 DM. Estremamente alto e' anche il numero delle persone che ricevono sussidi sociali, oltre 270.000. Il sussidio medio e' di 100 DM per nucleo famigliare. A Kratovo, una cittadina della Macedonia orientale, ben il 48,6% della popolazione vive di sussidi sociali. Nel complesso, il numero di persone che ricevono sussidi e' in netto aumento, un dato che si riflette nel fatto che mentre per il 1999 in bilancio erano stati stanziati 260 milioni di DM, per quest'anno il bilancio prevede uno stanziamento di 370 milioni di DM, ovvero il 22,5% della spesa complessiva dello stato. Viste le difficolta' finanziarie della Macedonia, lo stato pensa di coprire una larga parte di tale cifra con donazioni di ONG o di governi esteri. Come abbiamo gia' visto, il regime di Skopje non cerca nemmeno di porsi come obiettivo la risoluzione di questi enormi problemi e concentra le proprie energie nell'intessere alleanze con il capitale estero e nel saccheggio delle poche risorse disponibili. Queste ultime non sono solo materiali: per mantenere un controllo complessivo sul paese e' necessario insediare propri burocrati a tutti i livelli e quindi anche nel settore politicamente fondamentale dei media. La spudorata spartizione dei media da parte del governo di Skopje viene descritta con efficacia da un altro articolo della AIM, scritto dal giornalista albanese Iso Rusi e intitolato "Non sono mai stati di piu' - non sono mai stati peggiori" ("Nikad ih nije bilo vise - nikad nisu bili gori", AIM Skopje, 2 febbraio 2000). In seguito alla firma, alla fine dell'anno scorso, di un rinnovo dell'accordo di coalizione tra VMRO-DPMNE, DA e DPA, il terzo canale della radiotelevisione macedone (MRTV), quello in lingua albanese, e' stato assegnato al DPA, che ormai gode di un monopolio politico quasi completo tra gli albanesi di Macedonia, mentre i primi due canali della MRTV e l'amministrazione dell'azienda nel suo complesso sono andati alla VMRO-DPMNE del premier Georgievski. Alla DA di Tupurkovski e' andata invece la casa editrice "Nova Makedonija", che il partito gia' aveva controllato per qualche mese all'indomani delle elezioni del '97 e di cui aveva perso il controllo a favore della VMRO- DPMNE. La casa editrice e' la maggiore del paese e pubblica l'omonimo quotidiano (il piu' venduto in Macedonia) e numerose altre testate. Tupurkovski ha gia' avviato la sostituzione completa delle relative redazioni, mentre i componenti di queste ultime, tutti fedeli della VMRO-DPMNE, stanno passando in massa alla MRTV. Rusi scrive che "si puo' ormai parlare di una piena 'croatizzazione' (con riferimento ai tempi di Tudjman) dei media macedoni. Ma, in qualche modo, in ambito macedone esistono pur sempre alcuni media in cui ci si puo' esprimere in maniera diversa", mentre "i media albanesi sono strettamente controllati da parte del partito albanese di governo" (il DPA). Il giornalista prende spunto dai recenti eventi di Aracinovo, in cui tre poliziotti macedoni sono stati uccisi a un posto di blocco da una banda di criminali albanesi. Al massacro ha fatto seguito un'ondata di vaste retate della polizia e delle forze speciali, non autorizzate, con numerosi casi di brutali maltrattamenti e anche la morte di un albanese selvaggiamente picchiato in caserma. Rusi osserva come paradossalmente alcuni media in lingua macedone siano stati piu' duri nel condannare gli abusi della polizia contro la popolazione albanese di quanto non lo siano stati i media in lingua albanese. Questo silenzio e' una conseguenza da una parte del fatto che i media sono controllati da un partito che e' al governo, mentre dall'altra e' noto a tutti che l'onnipotente e onnisciente "padre- partito", come lo definisce Rusi ha definito con precisione "a quali intellettuali viene dato il diritto di 'caccia libera'", mentre a coloro che non fanno parte di questo gruppo e che osano lo stesso pronunciarsi viene fatta un vero esame del sangue 'etnico', se ne determina la quantita' di patriottismo e si procede alla 'eliminazione con ogni mezzo'", come scrive il giornalista della AIM. Il DPA di Xhaferri non si accontenta di questo controllo sugli intellettuali in generale e sui media piu' o meno statali, come il summenzionato terzo canale della MRTV o le pubblicazioni in lingua albanese della "Nova Makedonija"(in particolare il quotidiano "Fljaka"). Rusi scrive infatti che "gli ingranaggi del potere del DPA hanno fatto tutto il possibile per portare sotto il proprio controllo autoritario anche media che, almeno formalmente, sono privati, [come] il quotidiano 'Fakti', che fino a cinque o sei mesi fa era molto critico nei confronti del DPA. [...] Il principale artefice delle politiche interne del DPA, e suo vicepresidente, Menduh Thaci, dopo avere portato sotto il proprio controllo 'Fljaka' ha cercato ed e' riuscito a mettere in riga anche il proprietario di 'Fakti'. Piu' precisamente, questo quotidiano doveva ottenere una determinata somma di denaro dal fondo statale per la stampa, somma che Thaci, grazie alla sua influenza, e' riuscito a diminuire di due terzi. Quando il proprietario di 'Fakti' si e' reso conto di non riuscire a ottenere nemmeno la quota ridotta assegnatagli dal governo, ha capito il messaggio e ha naturalmente cambiato 'politica editoriale'". Tra gli altri esempi citati da Rusi vi e' quello della televisione in lingua albanese "Eri", di Skopje, che durante le presidenziali e' stata costretta dalla direzione del DPA di Tetovo a cancellare un'intervista al candidato della SDSM Petkovski, mentre ha potuto emettere senza problemi quella al candidato della VMRO-DPMNE Trajkovski. Anche lo scrittore Kim Mehmeti e' stato oggetto di pesanti attenzioni per avere paragonato sul settimanale macedone "Forum" i metodi degli ex enveristi, oggi diventati anticomunisti viscerali, come Menduh Thaci, a quelli del precedente regime jugoslavo. Immediata la reazione dell'ormai irregimentato "Fakti", che ha pubblicato un articolo intitolato "Kim Mehmeti insulta gli albanesi in lingua macedone", nel quale si afferma che egli ormai e' un "provato antialbanese". Infine, il giornalista della AIM rileva con preoccupazione la composizione della nuova formazione di centro "Unione democratica", che da' un'idea degli stretti intrecci tra apparati dello stato, giornalismo e media. Tra le 10 persone che hanno fondato il partito ci sono il proprietario del settimanale "Fokus", Teofil Blazevski, l'ex giornalista e oggi funzionario dei Servizi di controspionaggio Zoran Petrov e altri due intellettuali che scrivono regolarmente per i media macedoni. Presidente del partito verra' eletto il suo principale promotore, l'ex ministro degli interni Pavle Trajanov, appena rimosso dal suo incarico. __________________________________________________________ "Notizie Est" e' una mailing list di notizie sui Balcani e l'Europa Orientale, pubblicata dal sito web "I Balcani" e archiviata su web all'indirizzo: http://www.ecn.org/est/balcani Se desiderate abbonarvi (gratuitamente) o essere rimossi da questa lista e' sufficiente che lo comunichiate a: est at ecn.org
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