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stupefacente D'Alema
- Subject: stupefacente D'Alema
- From: Sergio Di Vita <sdivita at neomedia.it>
- Date: Mon, 25 Oct 1999 18:21:57 +0200
---------------------------------------------------------------------------- fonte: il Manifesto dell'8 ottobre 1999 ---------------------------------------------------------------------------- Stupefacente D'Alema "Le bombe Nato scrupolose e precise" "Pintor, non sono colonialista" Quasi un set cinematografico, ieri mattina a Palazzo Marino. Li' il presidente del Consiglio Massimo D'Alema ha presentato il suo libro: "Massimo D'Alema (cubitale), Kosovo (poco piu' grande), Gli italiani e la guerra" (sotto, piccolo), libro-intervista di Federico Rampini, pubblicato da Mondadori-Berlusconi. In scena mezzo governo, Dini, Scognamiglio, Jervolino e lo stato maggire della Nato. Soprattutto c'erano l'ancora in carica comandante in capo della Nato, generale Wesley Clark, e Bernard Kouchner, plenipotenziario Onu in Kosovo. Mancava solo il leader dell'Uck, Hasim Thaqi. C'era imbarazzo nell'aria, in parte interpretato dal moderatore, Eugenio Scalfari, che ha aperto con due interrogativi, rimasti senza vera risposta: se la guerra alla fine abbia contenuto i flussi migratori verso l'Italia, e se ora nei Balcani il malaffare non si sia istituzionalizzato. Potremmo sintetizzare l'imbarazzo cosi': ma che bisogno ha D'Alema di presentare il suo libro con il testimonial Wesley Clark, generale Usa, pronto all'intervento di terra e criticato per avere detto di non temere ne' una terza guerra mondiale ne' la guerra atomica, e inoltre responsabile della vigliacca guerra aerea che ha seminato stragi "collaterali" tra civili? Su questo D'Alema ha davvero risposto, assumendo con enfasi - "la piu' grande e brillante operazione di guerra aerea dal dopoguerra" e la funzione "sorprendente" dell'Italia. Ha cominciato il generale Clark, col suo sorriso malato - imparagonabile alla smorfia furba di D'Alema - ad autoelogiarsi, ricordando la "sua" escalation: "Abbiamo iniziato con 160 aerei su alcuni obiettivi e per due giorni, poi... poi siamo arrivati a 30mila azioni aeree, 23.000 bombe e missili, dando cosi' un duro colpo all'esercito di Milosevic" - e il sorriso alla Antony Perkins di Psyco gli si e' allargato fino sulla divisa ricoperta di medaglie prese nell'intervento "umanitario" in Vietnam. Ma Clark non ha detto quel che anche lo stesso stato maggiore Usa ha ammesso, piu' volte, che quei bombardamenti hanno lasciato sostanzialmente intatto l'esercito di Milosevic, e hanno invece colpito strutture civili provocando centinaia di vittime civili. E' quindi toccato a Bernard Kouchner. Per lui il libro di D'Alema e' "un evento per la mia generazione, quella generazione che e' cresciuta con l'ammirazione della Jugoslavia titoista anti-stalinista, un libro che apre al nuovo millennio". E pero' Kouchner proprio non poteva non dire quel che e' sotto gli occhi di tutti. Vale a dire la denuncia dell'Alto commissario Onu per i rifugiati che ha denunciato che ai civili serbi, dopo l'ingresso della Nato, in questi tre mesi e mezzo e' toccata la stessa pulizia etnica che prima era stata patita dagli albanesi, che 260mila serbi, rom e albanesi "collaborazionisti" sono stati espulsi dalle milizie dell'Uck sostenute dalla Nato, che 320 sono i serbi assassinati e 240 i rapiti in questo periodo di "pace", che in Kosovo le cluster bombs della Nato esplodono ancora come mine antiuomo. "Capita che i bambini bosniaci musulmani - ha detto Kouchner - che parlano serbo e vivono da 500 anni in Kosovo non possono parlare serbo per strada... allora abbiamo capito che un'oppressione poteva celarne un'altra, per questo il nostro lavoro non e' umanitario ma politico". Cosi' politico che lui, d'accordo con gli Stati uniti e in disaccordo con l'Onu e la maggior parte dei governi europei, Italia e Francia compresi, ha di fatto avviato l'indipendenza del Kosovo, legittimando l'autonomia doganale, frontiere aperte all'Albania, una moneta autonoma (il marco tedesco), un corpo di polizia (la milizia dell'Uck), un governo, ecc...Tutto il contrario della risoluzione 1244 dell'Onu del 7 giugno. E alla fine e' toccato al "Massimo". Con una rivelazione: la scelta di un libro-intervista - criticata da Scalfari - e' stata fatta per "opportunita' politica" - il rischio di dire la verita'? Comunque sia la guerra della Nato contro la Jugoslavia resta "uno spartiacque", l'"avvento di una nuova era" in cui il principio di sovranita' nazionale viene subordinato all'intervento della comunita' internazionale che "si arroga il diritto d'ingerenza umanitaria" e la sede legittima di questo diritto e' l'Onu. Ma allora i 78 giorni di bombardamenti, decisi fuori dall'Onu, sono illegittimi? Ma chi decide l'uso della forza e la sua legittimita'? D'Alema ha risposto chiaro: "La Nato. Senza non avremmo difeso i diritti umani, ma senza l'Onu non saremmo usciti da quella guerra". Vale a dire senza la Russia e la Cina, escluse da Rambouillet come l'Onu, e ricoinvolte solo dopo 50 giorni di raid. Ma per D'Alema "la campagna aerea e' stata strordinaria per la precisione" - ha detto, guardando strabico e ammirato il gen. Clark, anche se, "tutti sanno che l'Italia ha premuto per la pace", e "perche' avevamo l'angoscia... anche una sola vittima innocente e' inaccettabile". "Tuttavia lo scrupolo mostrato dai bombardamenti e' stato rilevante e prezioso". Cosi', dimenticando un accenno ai tanti "effetti collaterali" e il lancio mirato sulle citta' delle famigerate Cluster bomb (cassette con 200 bombe a frammentazione ciascuna, che poi restano al 30% come mine nel territorio). Perche' spartiacque? Con l'operazione Kosovo l'Italia e l'Europa - corresponsabile della frantumazione della Jugoslavia - "hanno rotto gli indugi", decidendo di farla finita con l'umiliazione continua della superiorita' militare e tecnologica degli Stati uniti, che hanno un milione di soldati in meno degli europei ma una maggiore capacita' di "proiezione". Il fatto piu' importante per il presidente del Consiglio comunque e' che "l'Italia ha stupito i suoi alleati", qui D'Alema ha "ringraziato per i ringraziamenti" il generale Clark. Chi si aspettava che l'Italia facesse la sua parte con uomini, mezzi e basi aeree? D'Alema si e' detto dispiaciuto della polemica con Luigi Pintor "un intellettuale importante" che sul Manifesto lo ha accusato di esaltare "la bandiera tricolore che sventola fuori dal territorio nazionale": "Io - ha risposto - non sono nazionalista...non sono imperialista. Ma in Kosovo abbiamo fatto la nostra parte, che ci e' riconosciuta internazionalmente", Clark ha fatto di si' con la testa, "e nel paese". Anche verso gli aiuti siamo stati "eccellenti", Arcobaleno e' stato "eccellente", a Kukes siamo stati i primi a piantare le tende - peccato che da Kukes, ha denunciato Franco Barberi, il generale Clark spingeva per allontanare volontari e Onu per preparare l'intervento di terra. I giornali americani in questi giorni hanno denunciato che Kouchner e la Nato hanno di fatto avviato l'indipendenza del Kosovo, disattendendo la risoluzione 1244 dell'Onu. Kouchner su questo a mezza bocca nega e ammette, il generale Clark ride malato. D'Alema, che nel libro scrive di non volere l'indipendenza del Kosovo, alla fine, sollecitato dichiara che e' contrario all'indipendenza, ma "un Kosovo legato da rapporti federali con la Serbia e' possibile, ma senza Milosevic". Milosevic e' "il bubbone", senza la Serbia non si ricostruiscono i Balcani, ma con Milosevic non si ricostruisce la Serbia (eppure e' lo stesso Milosevic che ha garantito Dayton). Intanto l'indipendenza e' tragicamente avviata grazie a Clark e a Kouchner, e questo alimenta il nazionalismo serbo (anche senza Milosevic) che non rinuncera' al territorio costitutivo della proprio storia. Non conclude D'Alema, ma Wesley Clark - il libro in fondo l'hanno "scritto" insieme, uno con le parole l'altro con le bombe: "Posso dire a tutti che quello che ha fatto l'Italia e' stato un lavoro magnifico, l'Italia si e' dimostrata un alleato veramente affidabile, con una leadership superbamente affidabile". Siamo al quarto complimento e gli scappa un "Sorprendentemente affidabile". Kouchner ride. Insomma senza il governo di centro-sinistra di D'Alema, che ha tenuto a bada la piazza e diviso l'opinione democratica, la guerra aerea della Nato non sarebbe stata possibile. Tommaso Di Francesco ---------------------------------------------------------------------------- Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo testo, e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti. Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno. I contenuti qui espressi non corrispondono necessariamente col mio punto di vista. Sdv ----------------------------------------------------------------------------
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