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questione coreana: analisi



Il fantasma della pace sul 38 parallelo
SEUL
L'ESTREMO Oriente offre una stagione ricca di anniversari e di avvenimenti. Un
quarto di secolo fa, il 17 aprile, i khmer rossi occupavano Phnom Penh e la
vuotavano dei suoi abitanti come una pattumiera dell'immondizia. Due settimane
dopo, sempre nell'aprile del '75, il 30, i comunisti conquistavano Saigon che
diventava Citta' Ho Chi Minh.
Si concludeva cosi' una guerra durata, a singhiozzo, piu' di trent'anni. Nella
penisola indocinese le tragedie sarebbero tuttavia continuate a lungo. Il
Vietnam ha poi vissuto il periodo dei campi di rieducazione e l'esodo dei boat
people. Ma e' in Cambogia che e' avvenuto uno dei piu' pesanti sterminii di massa
del Novecento. La' i khmer rossi hanno raggiunto le vette dell'orrore massacrando
i loro connazionali. In quei due paesi le piaghe si stanno rimarginando.
IN questi giorni molti osservatori americani ritornano in Vietnam, dove gli
Stati Uniti hanno subito la prima sconfitta militare della loro storia, e
scoprono un paese disteso, infine impegnato a costruire una meritata prosperita'
dopo secoli spesi a combattere cinesi, francesi, giapponesi e americani. Un
veterano della guerra americana, Barry Hillenbrand, scrive cavallerescamente (su
Time) che .la nuova Saigon e' migliore. di quella che lui abbandono'; venticinque
anni fa.
Faccio l'inventario degli anniversari nell'Asia orientale mentre viaggio verso
il 38 parallelo, la linea che divide le due Coree come una ferita profonda
rimasta spalancata in questa regione chiave, tra Cina e Giappone. Chiedo
all'amico che mi accompagna (il redattore di un giornale di Seul) di aiutarmi a
definire gli attuali rapporti tra il Nord e il Sud. .Sul piano formale - dice -
e' ancora la guerra.. Per lui il nostro e' dunque un pellegrinaggio sui luoghi
della piu' lunga guerra del nostro tempo, poiche' dura da mezzo secolo esatto
(ecco un altro anniversario): dal giugno del '50, quando cinque divisioni
comuniste del Nord superarono il 38 parallelo e attaccarono il Sud nazionalista,
dando il via a un conflitto che coinvolse da un lato la Repubblica Popolare di
Cina e dall'altro l'Onu con gli Stati Uniti in testa.
In tre anni ci furono tre milioni di morti e si rischiarono altre esplosioni
atomiche, dopo quelle di Hiroshima e di Nagasaki. Da allora non e' mai stata
firmata una vera pace. L'armistizio del '53 ha messo tuttavia a tacere i
cannoni, ha arrestato la cruda guerra, la quale si e' risolta sul terreno con un
pareggio: ed e' stata la prima che l'America non abbia vinto. Poi, nel '91, le
due Coree sono entrate simultaneamente nell'Onu, impegnandosi a non aggredirsi;
e, ancora, nel '94, Usa e Nord Corea hanno auspicato insieme, a Ginevra, una
coesistenza pacifica in una penisola senza armi nucleari. Insomma, tante buone
intenzioni sono state espresse e sottoscritte, ma la guerra non e' stata
archiviata. Ne' sono mancati gli scontri a fuoco, con morti e feriti. L'ultimo
risale al giugno scorso, tra unita' navali, nel Mar Giallo.
Il grande avvenimento annunciato e' , adesso, il prossimo incontro tra i due Kim:
tra il capo del Sud, Kim Dae Jung, democraticamente eletto, e quello del Nord,
Kim Jong Il, interprete terreno della volonta' del padre, Kim Il Sung, defunto
nel '94 ma ancora in carica perche' dichiarato presidente per l'eternita' . I
massimi dirigenti di Seul e di Pyongyang non si sono mai incontrati. Questa sara'
la novita' a meta' giugno.
Arrivo a Panmunjon, sul 38 parallelo, una mattina piovigginosa, con una
nebbiolina che rende ancora piu' triste il paesaggio. A Nord e a Sud della
striscia di terra smilitarizzata ci sono due eserciti - quasi invisibili - che
devono avere faticato parecchio, nell'ultimo mezzo secolo, per evitare la
ruggine, nell'inattivita' cui sono costretti e in un clima carico di tanta
umidita' . Sul fronte meridionale ci sono seicentomila sudcoreani e trentasette
mila americani; su quello settentrionale piu' di un milione di uomini che hanno
certamente contribuito ad aggravare la carestia cui si addebitano centinaia di
migliaia di morti e altrettanti debilitati. Infatti, per garantire ai soldati
razioni adeguate devono essere state alleggerite quelle dei comuni mortali.
A Panmunjon, dove autobus carichi di turisti si riversano quasi quotidianamente
da decenni, l'atmosfera si fa ancor piu' sinistra se uno pensa alla misteriosa
realta' che si stende al di la' del 38 parallelo, al di la' della bassa boscaglia,
delle torri d'osservazione e degli altoparlanti che diffondono musiche marziali
o patriottiche nordcoreane. In questa stessa stagione, vent'anni fa, ero a
Pyongyang, e dalle descrizioni che leggo adesso ho l'impressione che quasi tutto
combaci ancora con i miei ricordi: la metropoli ordinata, con edifici maestosi,
le strade deserte e tutto ordinato a tal punto da far pensare che una
coreografia meticolosa regoli i movimenti e persino i gesti di quel che viene
mostrato agli stranieri. Ma in piu', da allora, c'e' stata la carestia, la fame,
che ha decimato o debilitato la popolazione. Uomini e donne sono piu' scarni. Si
racconta persino che la scarsa alimentazione abbia ridotto le capacita' mentali
dei bambini e la statura degli adulti.
Si stenta a prestar fede a tutto quel che si racconta, spesso per sentito dire.
Dopo le distruzioni della guerra, dopo il '53, il decollo dell'economia
nordcoreana comincio'; ben prima di quello della Corea del Sud. Il tracollo e'
avvenuto alla fine degli anni Ottanta, con la cessazione degli aiuti sovietici,
con la morte dell'Urss. La dottrina del .juche. (autosufficienza), adottata per
proteggersi dalle contaminazioni imperialiste, americane e giapponesi, ha
aggravato la situazione. Oggi si pensa che grazie agli aiuti ottenuti
dall'esterno il paese abbia superato il momento peggiore. Il reddito procapite a
Nord si aggira sui 570 dollari, mentre quello del Sud oscilla attorno ai 7000. e'
dodici volte tanto.
Nell'Estremo Oriente che ricorda il passato, celebrando o ripudiando gli
anniversari (certo a Phnom Penh non si festeggia in questi giorni la data
dell'ingresso dei khmer rossi), la Corea del Nord e' la consunta reliquia del
paleocomunismo asiatico. e' una scheggia impazzita. La Cina, sempre meno
comunista ma ancora governata da un partito leninista, guarda dall'alto dei suoi
grattacieli la decomposizione nordcoreana. Lo stesso Viet Nam, benche' timido,
cauto nelle riforme, vive un momento di distensione e di ripresa, che puo'; far
sognare i sudditi di Kim Jong Il. Ancor piu' colpisce il sistema di potere che
sopravvive a Pyongyang. Il culto della personalita' tocca il trascendente da
quando Kim Jong Il si dichiara interprete del pensiero del padre Kim Il Sung,
che sta nei cieli ma continua ad essere il presidente. Vent'anni or sono
partecipai a un pranzo, nel palazzo di Kim Il Sung, a Pyongyang. Ci fu anche uno
spettacolo (in onore di Enrico Berlinguer) durante il quale un coro canto'; Bella
Ciao.
Le donne coreane erano in abito lungo e gli uomini in abito scuro. Erano
eleganti. Seduti ai tavoli apparecchiati con cura, tra cespugli di candelabri e
sotto enormi lampadari, sembravano convocati per una foto pubblicitaria
destinata a Playboy. Kim Il Sung si muoveva con solennita' nel massiccio palazzo,
in cui si succedevano ampi saloni e scale mobili, ai piedi delle quali ragazze
in minigonna tenevano panieri colmi di sigarette.
Al contrario, il figlio, Kim Jong Il, si mostra poco. e' un solitario. Ha
trasformato il palazzo presidenziale paterno in un mausoleo, e non si sa dove
risieda. Non accoglie gli ospiti stranieri. Pare sia un appassionato di cinema e
di automobili veloci. Quando appare in televisione non apre bocca. Tra le tante
cose, a Seul si dice che sia epilettico. In realta' si sa assai poco di quello
strano personaggio, quasi sessantenne. Nelle fotografie, non tanto recenti, ha
lo sguardo allucinato. Ma il mistero che avvolge lui e il suo paese stimola
l'immaginazione: e della realta' si conosce soltanto qualche briciola. e'
prigioniero dei militari? e' lui che comanda? Il fatto che sia stato lui, Kim
Jong Il, a invitare Kim Dae Jung, il presidente del Sud, e' un fatto di grande
rilievo: in giugno, a Pyongyang, i due Kim si troveranno faccia a faccia. Molti
segreti saranno forse svelati.
Il culto della personalita' non ha certo risparmiato il comunismo asiatico. Si
pensi a Mao, il cui ritratto domina ancora la Tiananmen, e la cui salma
imbalsamata riposa nel mausoleo dirimpetto, sempre sulla piazza di Pechino,
benche' il maoismo sia da tempo fuori moda. Per non parlare, su un altro piano,
del terribile Pol Pot, del quale non ci sono pero'; ritratti esposti a Phnom
Penh, essendo il suo nome sinonimo di orrore. Il culto nordcoreano imposto da
Kim Il Sung e' tuttavia diverso, singolare. Come e' singolare il diritto di
successione conferito al figlio. Anche Chang Ching-kuo, a Taiwan, e' succeduto al
generalissimo Chang Kai-shek, il padre, ed e' rimasto al potere per tredici anni,
sino alla morte. Ma in quegli anni l'isola nazionalista cinese ha conosciuto uno
straordinario successo economico. Kim Jong Il governa invece un paese ridotto da
dieci anni alla fame. e' come se il culto della personalita' , a Pyongyang, avesse
anche un effetto ipnotico.
La Corea del Nord suscita un timore simile a quello che circonda alcuni soggetti
sotto sorveglianza psichiatrica, ai quali vengono dedicati particolari riguardi
per evitare che, feriti nella loro suscettibilita' , compiano gesti inconsulti.
Il regime di Pyongyang dispone di missili che potrebbero ferire i paesi vicini.
Soprattutto se dotati di testate chimiche. La sua artiglieria potrebbe
probabilmente colpire, di sorpresa, la citta' di Seul. Oppure il paese, in preda
alla miseria e alla collera, potrebbe implodere e rovesciare nella regione
centinaia di migliaia di profughi. La strategia adottata nei suoi confronti
tende al recupero. Piu' che un caso politico, Pyongyang e' un caso clinico, una
tragica stravaganza. La quale riguarda pero'; un paese di ventidue milioni di
abitanti, con un esercito che puo'; ancora creare fastidi.
La riunificazione della Corea e' un obiettivo ancora lontano. In giugno i due Kim
non affronteranno un argomento tanto ampio e remoto: parleranno di cose piu'
semplici, piu' immediate: delle comunicazioni tra le famiglie divise da mezzo
secolo, ad esempio, e di altri problemi di soluzione piu' immediata, naturalmente
di aiuti e scambi. Kim Dae Jung ha invitato a non farsi troppe illusioni. La
gente del Sud non ha del resto accolto con eccessivo slancio la notizia del
futuro incontro dei due Kim a Pyongyang.
Annunciata tre giorni prima delle legislative, gli elettori avrebbero potuto
premiare il partito di Kim Dae Jung e la sua .politica del sole., tesa a creare
buoni rapporti con il Nord. Invece la partecipazione al voto e' stata scarsa e il
partito del presidente ha avuto qualche deputato in piu', ma non nella
proporzione pronosticata. Non abbastanza comunque per avere la maggioranza
assoluta in Parlamento. La spiegazione e' semplice: la riunificazione richiede
soldi e regala problemi. Neppure la ricca Germania l'ha accolta con slancio.
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FONTE: LA REPUBBLICA - DOM. 16/4/2000
http://www.repubblica.it


 


PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus@libero.it

Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova

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