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questione coreana: analisi
- Subject: questione coreana: analisi
- From: PIER LUIGI GIACOMONI <rhenus at libero.it>
- Date: Mon, 17 Apr 2000 10:47:20 -100
Il fantasma della pace sul 38 parallelo SEUL L'ESTREMO Oriente offre una stagione ricca di anniversari e di avvenimenti. Un quarto di secolo fa, il 17 aprile, i khmer rossi occupavano Phnom Penh e la vuotavano dei suoi abitanti come una pattumiera dell'immondizia. Due settimane dopo, sempre nell'aprile del '75, il 30, i comunisti conquistavano Saigon che diventava Citta' Ho Chi Minh. Si concludeva cosi' una guerra durata, a singhiozzo, piu' di trent'anni. Nella penisola indocinese le tragedie sarebbero tuttavia continuate a lungo. Il Vietnam ha poi vissuto il periodo dei campi di rieducazione e l'esodo dei boat people. Ma e' in Cambogia che e' avvenuto uno dei piu' pesanti sterminii di massa del Novecento. La' i khmer rossi hanno raggiunto le vette dell'orrore massacrando i loro connazionali. In quei due paesi le piaghe si stanno rimarginando. IN questi giorni molti osservatori americani ritornano in Vietnam, dove gli Stati Uniti hanno subito la prima sconfitta militare della loro storia, e scoprono un paese disteso, infine impegnato a costruire una meritata prosperita' dopo secoli spesi a combattere cinesi, francesi, giapponesi e americani. Un veterano della guerra americana, Barry Hillenbrand, scrive cavallerescamente (su Time) che .la nuova Saigon e' migliore. di quella che lui abbandono'; venticinque anni fa. Faccio l'inventario degli anniversari nell'Asia orientale mentre viaggio verso il 38 parallelo, la linea che divide le due Coree come una ferita profonda rimasta spalancata in questa regione chiave, tra Cina e Giappone. Chiedo all'amico che mi accompagna (il redattore di un giornale di Seul) di aiutarmi a definire gli attuali rapporti tra il Nord e il Sud. .Sul piano formale - dice - e' ancora la guerra.. Per lui il nostro e' dunque un pellegrinaggio sui luoghi della piu' lunga guerra del nostro tempo, poiche' dura da mezzo secolo esatto (ecco un altro anniversario): dal giugno del '50, quando cinque divisioni comuniste del Nord superarono il 38 parallelo e attaccarono il Sud nazionalista, dando il via a un conflitto che coinvolse da un lato la Repubblica Popolare di Cina e dall'altro l'Onu con gli Stati Uniti in testa. In tre anni ci furono tre milioni di morti e si rischiarono altre esplosioni atomiche, dopo quelle di Hiroshima e di Nagasaki. Da allora non e' mai stata firmata una vera pace. L'armistizio del '53 ha messo tuttavia a tacere i cannoni, ha arrestato la cruda guerra, la quale si e' risolta sul terreno con un pareggio: ed e' stata la prima che l'America non abbia vinto. Poi, nel '91, le due Coree sono entrate simultaneamente nell'Onu, impegnandosi a non aggredirsi; e, ancora, nel '94, Usa e Nord Corea hanno auspicato insieme, a Ginevra, una coesistenza pacifica in una penisola senza armi nucleari. Insomma, tante buone intenzioni sono state espresse e sottoscritte, ma la guerra non e' stata archiviata. Ne' sono mancati gli scontri a fuoco, con morti e feriti. L'ultimo risale al giugno scorso, tra unita' navali, nel Mar Giallo. Il grande avvenimento annunciato e' , adesso, il prossimo incontro tra i due Kim: tra il capo del Sud, Kim Dae Jung, democraticamente eletto, e quello del Nord, Kim Jong Il, interprete terreno della volonta' del padre, Kim Il Sung, defunto nel '94 ma ancora in carica perche' dichiarato presidente per l'eternita' . I massimi dirigenti di Seul e di Pyongyang non si sono mai incontrati. Questa sara' la novita' a meta' giugno. Arrivo a Panmunjon, sul 38 parallelo, una mattina piovigginosa, con una nebbiolina che rende ancora piu' triste il paesaggio. A Nord e a Sud della striscia di terra smilitarizzata ci sono due eserciti - quasi invisibili - che devono avere faticato parecchio, nell'ultimo mezzo secolo, per evitare la ruggine, nell'inattivita' cui sono costretti e in un clima carico di tanta umidita' . Sul fronte meridionale ci sono seicentomila sudcoreani e trentasette mila americani; su quello settentrionale piu' di un milione di uomini che hanno certamente contribuito ad aggravare la carestia cui si addebitano centinaia di migliaia di morti e altrettanti debilitati. Infatti, per garantire ai soldati razioni adeguate devono essere state alleggerite quelle dei comuni mortali. A Panmunjon, dove autobus carichi di turisti si riversano quasi quotidianamente da decenni, l'atmosfera si fa ancor piu' sinistra se uno pensa alla misteriosa realta' che si stende al di la' del 38 parallelo, al di la' della bassa boscaglia, delle torri d'osservazione e degli altoparlanti che diffondono musiche marziali o patriottiche nordcoreane. In questa stessa stagione, vent'anni fa, ero a Pyongyang, e dalle descrizioni che leggo adesso ho l'impressione che quasi tutto combaci ancora con i miei ricordi: la metropoli ordinata, con edifici maestosi, le strade deserte e tutto ordinato a tal punto da far pensare che una coreografia meticolosa regoli i movimenti e persino i gesti di quel che viene mostrato agli stranieri. Ma in piu', da allora, c'e' stata la carestia, la fame, che ha decimato o debilitato la popolazione. Uomini e donne sono piu' scarni. Si racconta persino che la scarsa alimentazione abbia ridotto le capacita' mentali dei bambini e la statura degli adulti. Si stenta a prestar fede a tutto quel che si racconta, spesso per sentito dire. Dopo le distruzioni della guerra, dopo il '53, il decollo dell'economia nordcoreana comincio'; ben prima di quello della Corea del Sud. Il tracollo e' avvenuto alla fine degli anni Ottanta, con la cessazione degli aiuti sovietici, con la morte dell'Urss. La dottrina del .juche. (autosufficienza), adottata per proteggersi dalle contaminazioni imperialiste, americane e giapponesi, ha aggravato la situazione. Oggi si pensa che grazie agli aiuti ottenuti dall'esterno il paese abbia superato il momento peggiore. Il reddito procapite a Nord si aggira sui 570 dollari, mentre quello del Sud oscilla attorno ai 7000. e' dodici volte tanto. Nell'Estremo Oriente che ricorda il passato, celebrando o ripudiando gli anniversari (certo a Phnom Penh non si festeggia in questi giorni la data dell'ingresso dei khmer rossi), la Corea del Nord e' la consunta reliquia del paleocomunismo asiatico. e' una scheggia impazzita. La Cina, sempre meno comunista ma ancora governata da un partito leninista, guarda dall'alto dei suoi grattacieli la decomposizione nordcoreana. Lo stesso Viet Nam, benche' timido, cauto nelle riforme, vive un momento di distensione e di ripresa, che puo'; far sognare i sudditi di Kim Jong Il. Ancor piu' colpisce il sistema di potere che sopravvive a Pyongyang. Il culto della personalita' tocca il trascendente da quando Kim Jong Il si dichiara interprete del pensiero del padre Kim Il Sung, che sta nei cieli ma continua ad essere il presidente. Vent'anni or sono partecipai a un pranzo, nel palazzo di Kim Il Sung, a Pyongyang. Ci fu anche uno spettacolo (in onore di Enrico Berlinguer) durante il quale un coro canto'; Bella Ciao. Le donne coreane erano in abito lungo e gli uomini in abito scuro. Erano eleganti. Seduti ai tavoli apparecchiati con cura, tra cespugli di candelabri e sotto enormi lampadari, sembravano convocati per una foto pubblicitaria destinata a Playboy. Kim Il Sung si muoveva con solennita' nel massiccio palazzo, in cui si succedevano ampi saloni e scale mobili, ai piedi delle quali ragazze in minigonna tenevano panieri colmi di sigarette. Al contrario, il figlio, Kim Jong Il, si mostra poco. e' un solitario. Ha trasformato il palazzo presidenziale paterno in un mausoleo, e non si sa dove risieda. Non accoglie gli ospiti stranieri. Pare sia un appassionato di cinema e di automobili veloci. Quando appare in televisione non apre bocca. Tra le tante cose, a Seul si dice che sia epilettico. In realta' si sa assai poco di quello strano personaggio, quasi sessantenne. Nelle fotografie, non tanto recenti, ha lo sguardo allucinato. Ma il mistero che avvolge lui e il suo paese stimola l'immaginazione: e della realta' si conosce soltanto qualche briciola. e' prigioniero dei militari? e' lui che comanda? Il fatto che sia stato lui, Kim Jong Il, a invitare Kim Dae Jung, il presidente del Sud, e' un fatto di grande rilievo: in giugno, a Pyongyang, i due Kim si troveranno faccia a faccia. Molti segreti saranno forse svelati. Il culto della personalita' non ha certo risparmiato il comunismo asiatico. Si pensi a Mao, il cui ritratto domina ancora la Tiananmen, e la cui salma imbalsamata riposa nel mausoleo dirimpetto, sempre sulla piazza di Pechino, benche' il maoismo sia da tempo fuori moda. Per non parlare, su un altro piano, del terribile Pol Pot, del quale non ci sono pero'; ritratti esposti a Phnom Penh, essendo il suo nome sinonimo di orrore. Il culto nordcoreano imposto da Kim Il Sung e' tuttavia diverso, singolare. Come e' singolare il diritto di successione conferito al figlio. Anche Chang Ching-kuo, a Taiwan, e' succeduto al generalissimo Chang Kai-shek, il padre, ed e' rimasto al potere per tredici anni, sino alla morte. Ma in quegli anni l'isola nazionalista cinese ha conosciuto uno straordinario successo economico. Kim Jong Il governa invece un paese ridotto da dieci anni alla fame. e' come se il culto della personalita' , a Pyongyang, avesse anche un effetto ipnotico. La Corea del Nord suscita un timore simile a quello che circonda alcuni soggetti sotto sorveglianza psichiatrica, ai quali vengono dedicati particolari riguardi per evitare che, feriti nella loro suscettibilita' , compiano gesti inconsulti. Il regime di Pyongyang dispone di missili che potrebbero ferire i paesi vicini. Soprattutto se dotati di testate chimiche. La sua artiglieria potrebbe probabilmente colpire, di sorpresa, la citta' di Seul. Oppure il paese, in preda alla miseria e alla collera, potrebbe implodere e rovesciare nella regione centinaia di migliaia di profughi. La strategia adottata nei suoi confronti tende al recupero. Piu' che un caso politico, Pyongyang e' un caso clinico, una tragica stravaganza. La quale riguarda pero'; un paese di ventidue milioni di abitanti, con un esercito che puo'; ancora creare fastidi. La riunificazione della Corea e' un obiettivo ancora lontano. In giugno i due Kim non affronteranno un argomento tanto ampio e remoto: parleranno di cose piu' semplici, piu' immediate: delle comunicazioni tra le famiglie divise da mezzo secolo, ad esempio, e di altri problemi di soluzione piu' immediata, naturalmente di aiuti e scambi. Kim Dae Jung ha invitato a non farsi troppe illusioni. La gente del Sud non ha del resto accolto con eccessivo slancio la notizia del futuro incontro dei due Kim a Pyongyang. Annunciata tre giorni prima delle legislative, gli elettori avrebbero potuto premiare il partito di Kim Dae Jung e la sua .politica del sole., tesa a creare buoni rapporti con il Nord. Invece la partecipazione al voto e' stata scarsa e il partito del presidente ha avuto qualche deputato in piu', ma non nella proporzione pronosticata. Non abbastanza comunque per avere la maggioranza assoluta in Parlamento. La spiegazione e' semplice: la riunificazione richiede soldi e regala problemi. Neppure la ricca Germania l'ha accolta con slancio. ------------------------------------------------------------------------------ FONTE: LA REPUBBLICA - DOM. 16/4/2000 http://www.repubblica.it PIER LUIGI GIACOMONI rhenus at libero.it Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova ------040170200010035047NTI--
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