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Ruanda: l'eredità del genocidio e della guerra del 1994 ancora tutta da affrontare








Gent.mi tutti,

   vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:


EMBARGO: si prega di non pubblicare sino alle ore 00,01 di martedi' 6
aprile 2004

Ruanda: L'eredità del genocidio e della guerra del 1994 ancora tutta da
affrontare, denuncia Amnesty International



   Grazie per la cortese attenzione

   Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
   Amnesty International Ufficio Stampa
   Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it



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EMBARGO: si prega di non pubblicare sino alle ore 00,01 di martedi' 6
aprile 2004


COMUNICATO STAMPA
CS36-2004

RUANDA: L'EREDITA' DEL GENOCIDIO E DELLA GUERRA DEL 1994 ANCORA TUTTA DA
AFFRONTARE, DENUNCIA AMNESTY INTERNATIONAL

A dieci anni dai fatti del 1994, il genocidio, la guerra e l'Hiv/Aids hanno
prodotto una generazione di bambini orfani che vivono in condizioni
disperate e sono soggetti ad abusi e sfruttamento.

Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto ("Marchiate per morire:
le sopravvissute allo stupro con l'Hiv/Aids in Ruanda") in cui denuncia
come gli scampati al genocidio del 1994 rimangano terrorizzati e
traumatizzati, spesso ridotti ai margini della societa' e con scarso
accesso ai servizi medici.

"Le premesse per un ulteriore conflitto e per l'insicurezza resteranno in
piedi fino a quando il governo del Ruanda non onorera' il suo proclamato
impegno a rispettare i diritti umani" - ha affermato Amnesty International.

L'organizzazione per i diritti umani chiede al governo ruandese e alla
comunita' internazionale di risarcire e ricompensare le vittime del
genocidio e di prendere dovutamente in considerazione le richieste di
giustizia provenienti dal Ruanda. La comunita' internazionale, in
particolare, dovra' dedicare risorse finanziarie, tecniche e politiche alla
protezione dei diritti umani nel paese.

Nel 1994, la popolazione ruandese assistette a una delle piu' orribili
manifestazioni di violenza dello scorso secolo. Fino a un milione di
persone vennero uccise nel corso del genocidio portato avanti dalle milizie
interahamwe e delle rappresaglie del Fronte patriottico ruandese.

Le sopravvissute allo stupro sono tra i gruppi piu' colpiti dal genocidio.
Secondo stime delle Nazioni Unite, nel 1994 vennero perpetrati da 250.000 a
500.000 stupri. Molte delle vittime soffrono oggi di malattie a
trasmissione sessuale, come il virus dell'Hiv/Aids, e nutrono ben poca
speranza di ricevere cure mediche o un risarcimento. L'80% delle
sopravvissute allo stupro e' ancora fortemente traumatizzata.

Sebbene l'accesso ai trattamenti medici sia migliorato rispetto al passato,
la grande maggioranza di queste donne possono solo sperare che, una volta
decedute, qualcuno riesca a occuparsi dei loro figli. Amnesty International
chiede al governo del Ruanda di garantire, con l'aiuto dei paesi donatori,
la fornitura di cure mediche a tutte le sopravvissute alla violenza
sessuale.

E' emblematica una delle storie raccolte da Amnesty International nel corso
delle sue missioni in Ruanda: "Il mio primo marito venne ucciso nel corso
del genocidio, quando mio figlio aveva tre mesi. I miliziani mi stuprarono.
Quando seppi che avevo contratto il virus dell'Hiv/Aids, il mio secondo
marito divorzio' lasciandomi sola con tre figli. Ora non so dove trovare i
soldi per il cibo, l'affitto, la scuolaŠ La mia piu' grande preoccupazione
e' che cosa accadra' ai miei figli se moriro'Š"

"Il Ruanda si trova di fronte a sfide enormi nell'amministrazione della
giustizia. Cio' nonostante, senza indagare e punire le violazioni commesse
tanto dal governo genocida quanto da quello in carica del Fronte
patriottico ruandese, i diritti dei ruandesi continueranno a essere violati
e si creeranno le condizioni per una instabilita' e una impunita'
durature".

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 6 aprile 2004

Il rapporto "Marchiate per morire: le sopravvissute allo stupro con
l'Hiv/Aids in Ruanda" e' disponibile presso il sito www.amnesty.org e
l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it


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