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Chiama l'Africa News 16/12/03



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Chiama l'Africa News 16 dicembre 2003

Centri multimediali comunitari
Fonte: NewsPress, 8/12/03
Un progetto di oltre un milione di dollari lanciato dall'Unesco e
dall'agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (SDC) fornirà
l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione
(soprattutto Internet) ad alcune comunità isolate del Mali, del
Mozambico e del Senegal. Il progetto per la creazione di Centri
Multimediali Comunitari (CMC) sarà lanciato il 10 dicembre a Ginevra.
Cinquanta CMC saranno creati all'interno di ciascun paese; essi
comprenderanno radio, telefono, fax e computers connessi ad internet. I
centri offriranno dei servizi a pagamento - come l'uso del telefono, del
fax, dello scanner, la formazione all'uso dei computer e la gestione
della posta e.mail - ma anche dei servizi non-lucrativi, (gratuiti o
sovvenzionati) orientati allo sviluppo. Il successo dei CMC, già
operativi in altri paesi, è dovuto principalmente al fatto che essi
appartengono e sono diretti dalle stesse comunità che li utilizzano.

FAO: Penuria alimentare in 23 paesi africani
Fonte : La Libre Belgique, 9 décembre 2003
Penurie alimentari dovute a cattivi raccolti o conseguenti a conflitti,
stanno per esplodere in 23 paesi africani, ha reso noto la FAO l'8
dicembre scorso, nel suo ultimo rapporto sull'Africa. L'organizzazione
ha annunciato per contro la prospettiva di buoni raccolti in altre
regioni, soprattutto nel Sahel. Il rapporot sottolinea anche che la
pandemia da aids ha effetti devastanti sulla sicurezza alimentare in
Africa Subsahariana. I 23 paesi esposti al rischio di carenze
alimentari, secondo la Fao, sono : Angola, Burundi, CapoVerde, Rep.
Centrafricana, Rep.Dem.del Congo Congo-Brazzaville, Costa d'Avorio,
Eritrea, Etiopia, Guinea, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar,
Mauritania, Mozambico, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Swaziland,
Tanzania, Uganda e Zimbabwe.

APPUNTAMENTI

ROMA, 19 DICEMBRE 2003, ore 10:00 - "Una Grande Politica per l'Africa
che vuole cambiare"
Centro Congressi, Dipartimento di Sociologia, Università La Sapienza di
Roma, Via Salaria 113

INCONTRO-DIBATTITO
Promosso da: AMREF, C'era una volta (Rai Tre), Chiama l'Africa,
Emergency, FOCSIV, Medici senza Frontiere, Missionari Comboniani,
Unimondo

- Apertura con stralci dal filmato "Appunti africani", di C'era una
volta (Rai TRE)

- Tavola rotonda con:

Elisa Kidane', Redazione Raggio
Prof. Angelo Turco, Università degli Studi dell'Aquila
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano
moderatore: Jean-Léonard Touadi, giornalista
Silvestro Montanaro presenta l'appello "una Grande Politica per l'Africa
che vuole cambiare", lanciato dalle organizzazioni promotrici
dell'iniziativa.

Seguirà la discussione in sala con interventi di: MSF, Unimondo, FOCSIV,
Chiama l'Africa, Emergency, AMREF, Missionari Comboniani

ULTIMO COMMENTO ALL'ARTICOLO DI RONCHEY
Claudio Magnabosco, Progetto la ragazza di Benin City, Aosta
claudio.magnabosco@tiscali.it

Non mi limito a contestare a Ronchey la mole di dati cui fa ricorso per
esprimere il suo preoccupato commento alle migrazioni "fuori controllo".
Vorrei piuttosto ricordargli che in anni non troppo lontani intere
generazioni di europei furono costrette all'emigrazione per cercare
fortuna e mezzi di sussistenza e progresso. Certo allora come oggi
quando il fenomeno migratorio assume caratteristiche di massa non
possono mancare conseguenze e problemi di ordine sociale: spesso in
Europa quando non si è contrari alle immigrazioni, non si è neppure
pronti ad accoglierle e ad accettare la sfida della differenza e
dell'integrazione. Sono rientrato da poco da un convegno svoltosi in
Sardegna (terra di grandi migrazioni) e nel quale valdostani, friulani,
meridionali, bretoni, corsi, galleghi, ecc. (tutti popoli migranti) si
sono interrogati su questa Europa che nasce con le regole degli Stati,
dei Mercanti e delle Banche e si propone nella propria Costituzione la
difesa di una identità che significa ' sostanzialmente ' la negazione di
una molteplicità di identità interne, quelle di interi popoli ridotti a
essere delle minoranze, pur essendo portatori di cultura e di civiltà di
grande peso e prestigio. L'Europa è sorda e cieca di fronte ai diritti
dei propri popoli, come ci si può aspettare sia aperta ed accogliente
nei confronti degli stranieri? Mi preoccupo non solo della realtà
africana, ma di quella dell'intero terzo e quarto mondo, dei dannati
della terra per dirla con Fanon, e mi sono spesso interrogato sulle vere
ragioni di una ondata di ipocrisia che ci fa prendere in considerazione
gli aspetti peggiori della realtà africana, giusto per poterne
stigmatizzare un presunto sottosviluppo: in Europa abbiamo raccolto
migliaia di firme per Saphiya e per Amina ed abbiamo certamente
contribuito a salvarle dalla lapidazione, conseguenza della applicazione
della legge usulmana; ci siamo sentiti molto civili e grandi difensori
dei diritti umani, dimenticando che poco o niente è stato fatto in
Italia per salvare le Saphiya in Italia, le oltre 100 ragazze, giunte
clandestine, spesso vittime della tratta, assassinate nel nostro
civilissimo paese. Il Progetto la ragazza di Benin City ha tentato e
tenta in tutti i modi di intervenire sul problema, ma fino a quando i
diversi e gli stranieri ci faranno paura, preferiremo considerarci
superiori e andare oltre, come Ronchey ci insegna a fare, non potremo
dare soluzione giusta ed umana ai problemi. In Sardegna i popoli
d'Europa che non avendo un proprio Stato non hanno voce nella
costruzione di una Europa che essi vorrebbero più solidale ed aperta ai
problemi dello squilibrio tra ricchi e poveri, si sono interrogati sul
fenomeno migratorio, pensando sì che le loro lingue, le loro tradizioni,
le loro culture ed i loro diritti, negati dalle logiche di dominio
interno all'Europa, saranno ancor più messe in pericolo dall'arrivo di
masse di immigrati e, in particolare modo di africani, ma che è
opportuno confrontarsi con loro proprio nel momento in cui li si
accoglie. Spaventa che l'Europa si preoccupi dell'immigrazione africana
e sia pronta a recepire, invece, senza traumi, l'altrettanto massiccia
immigrazione di popoli del cosiddetto est europeo. Che sotto sotto si
nasconda una questione legata al colore della pelle? Ancora questa
Europa si considera superiore?




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redazione a cura di Paola Luzzi