[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Diario dal Kenya: kikuyu



Jambo rafiki!!
Oggi finalmente un pò di sole è uscito anche qua... Giusto un poco, ora il
cielo è di nuovo grigissimo, quasi nero, e credo che presto pioverà... Oggi
però, mentre camminavamo in campagna faceva davvero caldo. Ad un certo
punto, mentre visitavamo un gruppo di donne abbiamo dovuto spostare le 
sedie
all'ombra. Una bella giornata oggi. Tranquilla. E' sempre bello andare via
da Nairobi. Basta davvero fare pochi chilometri che tutto intorno 
cambia, la
gente, il paesaggio, i profumi, i suoni, il cielo...

Praticamente eravamo dall'altra parte delle Ngong Hill, ma ancora in
territorio Kikuyu (una tribù kenyana). Ancora qualche chilometro e saremmo
arrivati in territorio maasai. E' una zona un pò di tensione, a causa 
delle incursioni
maasai che ogni tanto arrivano per rubare mucche. Piccoli fastidi comunque
in confronto alla violenza di Nairobi...

Pensavo di dover visitare un progetto qui vicino a Riruta, invece abbiamo
dovuto prendere due matatu e fare quasi un'ora e mezza di strada per
arrivare in questo posto. Sono andato con la solita shosho Rosabelle
(finalmente ho imparato il nome...), a Gitau, uno di KARDS (una piccola
organizzazione di Nairobi), e a due ragazzi di una organizzazione
che si occupa di prevenzione per l'AIDS qui a Riruta.

Appena arrivati lì, subito ho sentito di essere in campagna, lontano dallo
squallore della città. I bambini un pò intimoriti dal bianco, gli anziani
che si fermano per salutarti e darti il benvenuto, il profumo dell'erba,
delle piante, di campagna, l'aria pulita non ofuscata dallo smog, lo 
sguardo
che arriva lontano, la gente vestita un pò più poveramente ma senza troppe
differenze tra uno e l'altro... Ci siamo messi a camminare lungo una strada
rossissima. Il fango già asciutto da quel poco di sole che c'era. Poi il
cielo si è aperto, ed un sole caldo caldo finalmente ci ha salutato dopo
giorni di nuvole grigie. Incontriamo gruppi di bambini che si fermano a
guardarmi e che non rispondono ai nostri saluti, tanto sono stupiti! Alcuni
mi pare cha siano un pò spaventati...

Poi arriviamo nella casa di una delle donne del Umoja Women Group.
Una casa povera, con i muri di latta e legno.
Ma un grosso campo intorno dove la donna coltiva patate, granturco,
sukumawiki e fiori. L'attività principale del gruppo, ma anche la più
recente è coltivare fiorni da esportare in Europa. Ognuna coltiva una parte
del suo terreno a fiori e poi fanno le spedizioni insieme dividendosi i
guadagni a seconda del numero di figli. Le altre donne erano già lì. Una
quindicina circa. Erano nella stanza principale della capanna che 
parlavano.
Subito tutte in piedi per salutarci e per farci un pò di spazio. Ci hanno
spiegato cosa fanno, come funziona il gruppo, quando è nato... Ogni 
volta mi
emoziono a vedere queste mamme, ormai di una certa età, che si organizzano
per aiutarsi a vicenda. E ogni volta gli incontri più belli sono quelli con
le donne. Sarà che non incontro spesso uomini. Ma mi pare che comunque 
siano
loro le più attive. Anche Matteo, quando mi parla dei gruppi che incontra a
Kibera, mi parla quasi sempre di donne... Sono sempre più convinto che 
siano
loro a mandare avanti questo paese. Ma probabilmente funziona così in tutto
il mondo... Anche in Italia...  Dopo ci hanno offerto il the, con alcune
patate dolci bollite. L'abbiamo preso, e poi ci siamo spostati a casa della
zia di una delle responsabili, la più giovane, Mary Wangiku. In questa 
zona,
pur essendo a una trentina di chilometri da Nairobi (una delle più
importanti città dell'Africa) molta gente non conosce neanche lo 
swahili. Si
parla solo Kikuyu. Quasi tutte queste mamme parlavano solo kikuyu. La
capanna in cui abbiamo fatto pranzo era una capanna tradizionale:
pareti in fango con il telaio in legno e pietra, tetto in legno e paglia.

Anche qui nessun uomo. C'erano la mamma di
Mary, con 4 sorelle. Abbiamo mangiato patate con cavolo e chapati. Shosho
Rosabelle si è messa a parlargi di micro finanza. E' interessante vedere
come lei approcci con queste donne per cercare di insegnargli qualcosa. Col
primo gruppo, mentre parlavamo il the si è messa a spiegare l'uso del
preservativo (non ho capito tanto il motivo, visto che erano donne di 
40, 45
anni, magari sarebbe stato più utile spiegarlo alle figlie...).

E ora microfinanza... Davvero una nonna, che cerca di insegnare alle 
donne più
giovani... Mentre lei le parlava di risparmio, marrygoround, investimenti e
percentuali (in modo semplice, ma in kikuyu) io mi sono messo a guardare le
foto appese sulla parete di fronte a me. Sembrava una genealogia della
famiglia. In alto due foto vecchissime, datate 1946. Una coppia maasai. Mi
ha spiegato Gitau, che sono i bisnonni della padrona di casa. Sono infatto
abbastanza comuni i matrimoni misti. Poi tante foto di bambini, vecchi, a
colori, bianco e nero, alcune sbiadite, altre con colori intensi, 
immezzo un
poster di Kenyatta, una foto della'lbero sacro alla loro tribù, e una foto
di un guerriero mau-mau. Era la foto di uno degli ufficiali 
dell'esercito di
liberazione del Kenya (Kenyan forest army) che ha combattuto la guerra dei
mau-mau. Con la scritta sul fondo: "Impiccato ai colonialisti il... 1957".
Già , quella è stata una delle zone in cui si sono svolti gli episodi più
cruenti della lotta di liberazione. E ora mi accolgono in questo modo
meraviglioso. Sono strani questi africani. Ma  mi ha emozionato vedere
quelle foto risalenti alla guerra contro gli inglesi, un pò come in Italia
ricordare la lotta partigiana. Un momento eroico di questo popolo...

Anche Gitau è di questa zona. Tornando a prendere il nostro matatu si 
ferma a
guardare una donna che sta seminando in un campo... E' sua nonna! Andiamo a
salutarla. Spero che non ci inviti per un altro the, non ne posso più di
berlo. Se penso a quanto lo odiavo... Una donna straordinaria: 95 anni ed è
lì a lavorare il campo a piedi nudi. Una forza, un entusiasmo che mi
spiazza. Continuo a dirmi  che ha 95 anni e mi pare impossibile...
Grandiosa. Ci invita per la prossima volta a pranzo a casa sua. Ora non può
deve finire di seminare prima di sera, prima che inizi a piovere... La
salutiamo e la lasciamo lavorare... 95 anni!!

E poi matatu e di nuovo qua. Una super doccia per rilassarmi un poco e poi
subito qua a scrivere per non dimenticare nulla...
Nonostante la pioggia ormai quasi continua la vita a Nairobi continua a
correre frenetica come sempre.

E il nostro lavoro continua tra fango, impantanamenti vari, strade 
bloccate,
reti idriche in tilt e innondazioni.

Ma presto tornerà il sole.

Un abbraccio a tutti
Carlo

----------------------------------------------------------------
Enrico Marcandalli (ramalkandy@iol.it) - http://www.peacelink.it
----------------------------------------------------------------