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Algeria news: Algeria la repressione continua, appello a solidarietà
- To: africa@peacelink.it
- Subject: Algeria news: Algeria la repressione continua, appello a solidarietà
- From: "Karim Metref" <kametref@tin.it>
- Date: Fri, 17 Jan 2003 09:34:42 +0100
Un saluto a tutti dalla redazione di Asaka-Italia,
http://digilander.iol.it/asaka
Avremo tanto voluto mandare semplici auguri per il nuovo anno e dare ecco
dei festeggiamenti all'occasione del 12 Gennaio capo d'anno berbero (per il
nuovo anno 2953 dell'era di Scioscenk) ma, purtroppo, le notizie
provenienti dalla nostra terra non lo permettono.
L'Algeria continua il suo cammino di croce. I problemi sono in aumento
esponenziale. Il divario tra ricchi e poveri si fa sempre più largo, il
terrorismo ritorna a colpire con durezza, i morti dall'inizio di questo
anno si contano in centinaia; La Cabilia continua a far parlare di se. Non
passa un giorno in cui non ci sono manifestazioni scontri o Sit-in. Sono
ormai due anni e mezzo che la regione è in ribellione aperta contro il
potere dittatoriale dei Generali e della mafia politico finanziaria
algerina.
Il governo di Algeri risponde con più repressione e più ingiustizie nei
confronti dei cittadini disarmati ma sempre più risolti ad andare avanti.
Ricordiamo i fatti degli ultimi mesi:
5 ottobre, scorso, anniversario dei moti sanguinosi dell'ottobre del 1988
(che portarono, fra l'altro alla fine del monopartitismo), numerose
manifestazioni pacifiche vengono duramente represse. Si contano molti
feriti da proiettili veri, e decine di arresti, in particolare a Bouira e a
Bejaia. Il 10 ottobre, le elezioni locali, boicottate dal movimento
cittadino della Cabilia, sono un ennesimo insuccesso: nonostante un partito
tradizionale della Cabilia (FFS) abbia fatto propaganda per il voto, in
Cabilia più del 90% disertano le urne. Il potere, che già a maggio aveva
subito uno smacco, col 100% di astensioni alle politiche, decide di passare
all'azione arrestando quelli che ritiene i "capi" del movimento. E il 13
ottobre, violando i locali del palazzo di giustizia di Tizi-Ouzou, la
polizia fa irruzione in un'aula dove Belaid Abrika e altri delegati stavano
assistendo ad un ennesimo processo politico, e li arresta dopoavere
percosso chiunque cercasse di frapporsi, tra cui diversi avvocati.
26 novembre: inizio sciopero della fame a Bugia (27 detenuti di cui 7 delegati)
3 dicembre (settimo giorno di sciopero a Bugia): inizio dello sciopero
della fame a Tizi-Ouzou (5 detenuti: Tahat Alik e Lyès Makhlouf, delegati
di Ath Ghobri, Mohamed Nekkah, delegato di Ouaguenoun, Mouloud Chebheb,
delegato di Aït Aïssi, Rachid Allouache, delegato di Ath Jennad, Belaïd
Abrika, delegato di Tizi Ouzou).
6 dicembre : inizio sciopero della fame a Bouira (7 detenuti: Arezki Lalmi,
delegato di Bouira, Hidouche Akkal, Idir Derbal, Farid Derbal, Amar Bahmed,
Ahmed Bouchneb et Amar Berkane). In realtà si tratta di una ripresa dello
sciopero, durato quasi una settimana, effettuato prima del Ramadhan.
13 detenuti hanno continuato lo sciopero per 42 giorni. E' difficile avere
informazioni precise, perché le direzioni dei carceri non autorizzano
visite e i manifestanti sono stati tutti messi in isolamento, per evitare
che la loro iniziativa "contagiasse" altri detenuti. Dal carcere di
Tizi-Ouzou è comunque filtrato, il 12 dicembre, un documento redatto dai
delegati <http://www.lematin-dz.net/12122002/jour/declaration.htm>
arrestati.
Il rischio di una conclusione tragica è reale, perché il potere algerino ha
sempre manifestato indifferenza verso ogni forma di protesta e
rivendicazione pacifica del movimento democratico della Cabilia.
!3 dicembre dopo tante pressioni e appelli da parte della popolazione, del
movimento e dei parenti dei scioperanti, questi decidono di fermare lo
sciopero della fame.
Ma il problema rimane. La repressione sulla Marcia tenuta il 12 gennaio a
favore dei detenutio politici è stata repressa con tanta violenza gratuita
da parte delle forze di polizia contro manifestanti apcifici che hanno
comunque concluso il loro percorso fino alla fine dimostrando che la
repressione non li fà più paura l'UE o l'ONU perché facciano pressione sul
governo di Algeri affinché liberi i detenuti ed accolga le richieste di
democrazia contenute nella piattaforma di El-Kseur
<http://digilander.iol.it/asaka/LesPages/piattaformaelkseur.html> .
Solo una mobilitazione internazionale sinficativa può fermare il governo di
Algeri nella sua azione distruttiva del paese, vendendo le risorse alle
multinazionali (al programa delle venditeprossimamente: La SONATRACH, la
società petrolifera, il pezzo più grosso e più gustoso della torta
algerina)e d'una parte e dall'altra reprimendo tutta veleita di oppsizione.
Diffondete questo appello, informate intorno a voi, chiedeteci informazioni
documentazione, invitateci nelle vostre città per fare mostre, conferenze e
dibattiti intorno alla questione algerina. Essa non è risolta come vogliono
far credere i media ufficiali; essa comincia appena.
ASAKA-ITALIA