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Diario dal Centrafrica - Luglio 2001



Luglio 2001

TERMITI E ABITUDINI ALIMENTARI

Dopo ogni pioggia, spuntano innumerevoli le termiti, che cercano di 
insinuarsi insistentemente in ogni fessura possibile, anche quasi 
invisibile ad occhio nudo. Hanno il corpo spesso circa mezzo centimetro 
e largo due e sono munite di ali molto sottili, quasi trasparenti, di 
forma ovale strette e lunghe quanto il corpo. Volano e camminano e si 
affannano a voler entrare in casa come attratte da una forza 
irresistibile che non riesco a capire, visto che poi muoiono. La cucina 
della mia casa ne veniva letteralmente invasa e non capivo da dove 
riuscissero ad entrare. Al mattino le trovavo tutte morte o ancora in 
agonia sul pavimento e non mi restava che spazzarle via in quantità. 
Credo che non tutte mioiano, alcune perdono solo le ali e spariscono e 
c è da sperare che non si siano rintanate da qualche parte e fare le 
costruzioni, che all esterno possono raggiungere anche dei metri. A 
casa di Michel ed Eva, un anno, mentre erano in farie in Europa, hanno 
fatto una costruzione che ha cementato insieme tutte le loro 
videocassette che sono diventate irrecuperabili. Per quanto mi riguarda 
di recente sono stata costretta a passare una domenica mattina a 
sigillare con del grosso nastro adesivo la porta che dalla cucina porta 
direttamente al giardino, ma qualcuna non so come riesce ancora ad 
entrare. Una sera ho notato che uno dei guardiani catturava 
pazientemente con le mani quelle che arrivavano attratte dalla luce del 
neon davanti alla veranda e le metteva in un sacchetto. Gli ho chiesto 
cosa ne facesse e mi ha risposto: le mangiamo Madam! . Mi sono sorpresa 
e gli ho chiesto come, cosi mi ha spiegato che sono buone grigliate, ma 
anche crude, con appena un po di sale. Credo che non riuscirei a 
mangiarle nemmeno se non avessi nessun altra alternativa, ma loro le 
trovano deliziose. Mi sono divertita molto quando Leon, appena 
rientrato dalla Francia, raccontava di aver ricevuto una visita 
improvvisa e, non avendo nulla di pronto da offrire, ha fatto comunque 
bella figura mettendo in tavola le termiti che sua moglie aveva appena 
catturato.



PIOVE!

Piove, piove , piove, anche se tutti dicono che bisogna aspettare 
agosto e settembre per capire veramente cosa vuol dire stagione delle 
piogge. I pomodori maturano timidamente, mentre la rucola ed il 
basilico crescono e si diffondono oramai fuori controllo raggiungendo 
dimensioni impressionanti, persino il radicchio piantato a febbraio 
ancora continua a ributtare generosamente, così come l alberello delle 
melanzane, ma niente prezzemolo!

Intorno alle case le rane all imbrunire cominciano il loro gracchiare 
assordante che dura tutta la notte. La varietà di tonalità delle voci 
nel dormiveglia le fa sembrare una chiassosa e stonata corale che 
spesso si confonde con il rullo dei tamburi ed i canti delle cermonie 
funebri provenienti dalle capanne nei quartieri. Solo il fragore delle 
piogge sul tetto di lamiera copre tutti gli altri rumori e ci sono 
delle notti in cui dormire diventa veramente difficile. Come non 
pensare del resto a chi non ha la fortuna del tetto di lamiera, ed al 
paradosso che quì averlo è il massimo del lusso. Non riesco neanche ad 
avere il coraggio di immaginare a come si passa la notte, sotto il 
tetto di paglia scosso violentemente dal vento e penetrato dall 
irruenza dell acqua.

Le piogge hanno comunque il loro lato positivo, e le piantine di cotone 
sono già alte circa trenta centimetri, e le arachidi, il mais, la 
patata dolce e tutto ciò che è stato piantato alle prime piogge, cresce 
a rapidità sorprendente.

I nuovi pascoli hanno aumentato la produzione del latte delle vacche, 
che ora sono meno magre, e dei montoni dei M Bororo e, ogni tanto mi 
arriva, tramite Elvira, del vero formaggio che somiglia al formaggio 
sardo, fatto dai Padri della Missione cattolica di Bocaranga.

I lunghi viaggi per e da Bangui, che ultimamente sono stati piuttosto 
frequenti, descrivono oramai un paesaggio completamente ricoperto di 
una rigogliosa e già molto alta vegetazione ed è un piacere per gli 
occhi nello scorrere stancante dei chilometri, immergersi nelle varie 
tonalità di verde fino all orizzonte.

Un po di stanchezza comincia a farsi sentire ed ormai mancano poche 
settimane al mio viaggio in Chiapas. Non mi dispiacerà respirare un 
altro ambiente per qualche settimana, e sono allo stesso tempo 
emozionata all idea di rivedere i miei amici di San Cristobal e di san 
Marcos.

Ultimamente sono stata così presa dal lavoro che non ho avuto 
materialmente il tempo di scrivervi. Stesura, impaginazione, rilegatura 
e distribuzione del rapporto semestrale, riunioni, pellegrinaggi nei 
vari uffici dei ministeri all inseguimento di pratiche che ho ereditato 
dai miei predecessori, che non avanzano e che spesso si sono perse e 
bisogna ricominciare da capo tutta la procedura. Problemi di gestione 
del personale locale, soprattutto dopo il rientro dalla Francia di 
Leon, che ha ricominciato a tramare cercando di seminare discordie e 
malcontenti. Ho scoperto che per esercitare potere sul personale 
nazionale già dai tempi dei miei predecessori, non disdegna l utilizzo 
di fatture e stregonerie varie. Che poi abbiano effetto è tutto da 
dimostrare, ma è riuscito finora a soggiogare gli altri facendogli 
paura in questo modo. Non mi sento ancora di mettere la storia per 
iscritto. Posso solo dire che, da me incoraggiato, il personale ha 
avuto il coraggio di parlare anche durante le riunioni generali e sono 
venute fuori diverse cose interessanti contro Leon che, quando le avrò 
digerite, forse riuscirò anche a trovarle divertenti e mi verrà voglia 
di trasformarle in racconto.

A volte mi pesa, quando le contrarietà sono tante, essere sola ad 
affrontare tutto, ma basta un piccolo successo o il sorriso di un 
bambino a far nascere un ondata di euforia.

Tra le mille cose che hanno animato recentemente la vita di Paoua, 
avvenimento di rilievo è stato il funerale del generale.



- Funerali di Stato

La situazione a Bangui, anche se non mancano ancora le sparatorie 
notturne, si è calmata, è ciò ha permesso al governo di tirare fuori 
dalla cella frigorifera i corpi dei propri militari morti durante il 
recente conflitto (anche se sono passati oramai fue mesi) per dare via 
ai riti funebri nei vari villaggi di provenienza. Il Generale Djader, 
comandante della gendarmeria presidenziale, guardia personale del 
Presidente, uno dei primi morti illustri del tentativo di colpo di 
stato, dopo quasi un mese e mezzo dalla sua morte, è stato finalmente 
riportato a casa e collocato nella tomba che lui stesso si era 
preoccupato di far costruire alla fine dello scorso anno.

Originario di un villaggio situato nella zona nord della 
sottoprefettura di Paoua, a meno di dieci chilometri dal Chiad, è un 
personaggio molto venerato nella zona dove abito, il cui gruppo etnico 
è prevalentemente Kabà. Fedele al presidente (non a caso occupava quel 
posto), imparentato con altri generali e ministri dei posti chiave di 
questo governo.

Forse sto incominciando a capire l importanza delle etnie, che sono 
come delle famiglie allargate il cui legame va al di la della stessa 
conoscenza personale o frequentazione, è un fatto carnale, di senso di 
consanguineità, di obbligo morale e naturale di rispetto, devozione, 
difesa e protezione reciproca.

Nessuno in fondo vi si può sottrarre perchè è un dato di fatto che 
oltrepassa una coscienza razionale e che all occorernza prende il 
soppravvento su tutto e che non teme nemmeno la morte.

È normale in questo contesto che chi occupa posti di potere si circondi 
naturalmente di coloro di cui si può fidare ciecamente e con i quali 
esiste un patto di sangue che gli deriva dalla sua stessa nascita. E 
forse è per questo che questi paesi, poco popolati, dal tasso di 
mortalità altissimo, composti da un assemblaggio di piccoli gruppi di 
origine familiare, costretti per imposizione di una cultura estranea, a 
diventare un unica nazione, si difendono cercando di proteggersi fra loro.

Per questi funerali non mi sono accontentata dei rulli di tamburo 
ascoltati da lontano, ma sono voluta andare ad assistere alle cerimonie 
studiate minuziosamente da un protocollo di Stato e piu volte rimandate 
per timore di disordini. Anche se niente avevano a che vedere con le 
cerimonie spettacolari che i militari dell UNITA erano capaci di 
organizzare in Angola.

  Una pista di terra battuta alla periferia di Paoua è stata nobilitata 
ad aeroporto e ben tre voli di un aereo ad elica di circa cinquanta 
posti vi sono atterrati. Uno di quei voli trasportava il Primo Ministro 
con la salma. Via terra sono arrivati molti mezzi con altre delegazioni 
del Governo, dell Università di Bangui, dello Stato maggiore dell 
Esercito e tanti militari.

Nello spiazzo davanti casa dei familiari del generale è stato 
allestito, una specie di baldacchino circondato dalle bandiere 
nazionali. Al centro è stata collocata la bara, già sigillata per via 
del probabile stato di decomposizione, e lateralmente due tribune, una 
per il popolo ed una per le autorità. I familiari avevano posto su 
delle sedie intorno alla bara. La cerimonia è cominciata di pomeriggio, 
subito dopo l arrivo del defunto e sarebbe dovuta durare una settimana, 
ma è stata ridotta a due giorni, sia per evitare di scaldare troppo gli 
animi, sia per il forte ritardo dal decesso.

Mi sono recata sul posto a piedi, per non farmi notare, ed ho cercato 
di nascondermi tra la folla, ma gli uomini del protocollo mi hanno 
scovata dicendomi che il mio posto era nella tribuna d onore insieme 
alle autorità. Davanti a noi un gruppo di donne cantava e ballava (ed è 
durato diverse ore)al ritmo dei tamburi, ripetendo con gesti simbolici 
le azioni della semina, della raccolta e della lavorazione del miglio.

Poco prima del tramonto il tutto è stato trasferito a 80 km, nel 
villaggio di origine ed il programma prevedeva la cerimonia della 
sepoltura per il giorno seguente, che si è svolta in pompa magna. Ci 
sono andata con tutta l equipe DROP, cosa a cui il personale teneva 
molto e fra alzabandiere , discorsi lunghissimi in sango e spari a 
salve, sotto il sole cocente, fra una folla di migliaia di persone 
arrivate anche dal Chiad, abbiamo assistito alla sepoltura.