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Diario dal Centrafrica - 5 agosto 2001



5 agosto 2001



Dottoressa Ione



Ne avevo sentito parlare ovunque fn dai primi giorni del mio arrivo in 
Centroafrica, tanto tangibile era la traccia della sua presenza 
nonostante fosse rientrata in Italia per un anno.

Tutti parlavano di lei con una sorta di venerazione ammirazione e 
rispetto. Volontaria da circa trent anni al servizio della sanità 
pubblica di questo paese, ha offerto senza risparmiarsi la sua opera di 
medico nelle situazioni piu difficili. Avevo sentito dire che era 
tornata da qualche mese. Ci eravamo incontrate di sfuggita a fine 
giugno, entrambe occupate ad inseguire pratiche smarrite in un ufficio 
del Ministero degli Interni. Solo oggi ho potuto finalmente conoscerla 
e ne sono ancora emozionata.

Finalmente è stato coperto il posto vacante della persona che mi deve 
affiancare come responsabile per la sanità. É un congolese di 54 anni, 
con lontane origini europee, ed in questi giorni lo sto accompagnando 
dappertutto per presentarlo ed inserirlo nelle attività il piu 
rapidamente possibile vista la mia oramai imminente partenza per il 
Messico.

Ho avuto così l occasione di arrivare fino a 12 km dalla frontiera del 
Camerun per farlo incontrare con la Dottoressa Ione, nell ospedale di 
Ngaoundaye. Siamo partiti al mattino del sabato per Bocaranga, sfidando 
le piogge violente con l acqua che scavava insatancabilmente solchi e 
buche, disfacendo le piste come fossero di burro e rendendole 
sdrucciolevoli come sapone. Abbiamo impiegato circa tre ore e mezzo per 
percorrere 120 km.

A Bocaranga Elvira ci ha ristorato con un pranzetto delizioso e, dopo 
un pomeriggio di riunioni, ed avendo ancora una volta potuto godere 
della gentilissima ospitalità dei Padri Cappuccini di Genova 
(polacchi), della Missione, siamo finalmente partiti al mattino della 
domenica.

Verso Ngaoundaye, zona nord, finalmente sotto il sole, per incontrare 
la mitica Ione, già avvertita per radio del nostro arrivo dalla radio 
della missione.

Minuscola, dolce, modesta, di circa sessant anni, con gli occhiali ed i 
capelli corti brizzolati. L abbiamo trovata che cercava di mettere in 
ordine fra le carte del suo ufficio. Mi ha riconosciuta, ricordandosi 
del nostro incontro fugace al Ministero. Ci ha dedicato tutta la 
mattinata, spiegadoci con semplicità il sistema sanitario nazionale ed 
indirettamente rendedoci partecipi della sua straordinaria dedizione al 
lavoro ed il suo forte contributo allo sviluppo della politica 
sanitaria nazionale. Non ho abbastanza parole per descriverlo,ma 
nonostante la sua apparente fragilità, emana una forza eccezionale. 
Sono contenta di averla conosciuta e sarò felice di rincontrarla.

È presso di lei che ho potuto conoscere Maria Grazia.



Maria Grazia



Un batufolino di cotone nero quasi senza peso capace di sciogliere in 
tenerezza gli angoli piu remoti del cuore. A guardarla negli occhi, 
spaventosamente tristi e opacizzati dal dolore, si può vedere riflessa 
una profonda e consapevole sofferenza, cosa che sgomenta, data la sua età.

Ha solo un anno e mezzo di vita ed il solo fato di prendere fra le 
braccia il suo corpicino denutrito e cercare di farle bere un po di 
latte ti conquista inesorabilmente. Entrare in contatto con lei fa 
scaturire dall intimo un forte desiderio di dedicarti al suo riscatto 
nei confronti del mondo, che per ora sembra essere stato con lei 
particolarmente spietato. Ho sentito un forte impulso di vivere solo 
per fare rinascere in lei una piccola luce di speranza nei suoi occhi 
spenti.

Eravamo in riunione con la dottoressa Ione , quando lei è entrata nella 
stanza, fra le braccia di una volontaria francese,e accompagnata da una 
simpatica signora italiana che ho poi saputo essere una suora che 
veniva apposta dal Camerum. Portavano Maria Grazia per un controllo, 
essendo stata, da circa dieci giorni, sottoposta ad un operazione 
chirurgica dalla dottoressa. Quando poi siamo andati tutti insieme a a 
pranzo alla missione, ne ho consciuto la storia ed ho potuto prenderla 
in braccio ed innamorarmi di lei. Suor Filomena si occupa di lei da 
poco piu di dieci giorni. L ha chiamata Maria Grazia, non sapendo altro 
di lei se non che è stata abbandonata per terra, vicino ad un ponte, 
denutrita e sofferente. Le è stata consegnata dai gendarmi che 
nonostante varie ricerche non sono riusciti a scoprire la sua origine. 
Si possono fare solo delle supposizioni sulla sua storia di un anno e 
mezzo. Il fatto certo è che è fortemente denutrita. Una piccola 
malformazione all ano, per cui ora è stata operata, le impediva di 
defecare, e forse è per quasto che è stata nutrita poco e poi 
abbandonata. Suor Filomena si è per fortuna accorta subito del suo 
stato e si è orecipitata all ospedale di Ione. A guardarla bene 
presenta altre malformazioni, che forse con interventi urgenti adeguati 
si potrebbero correggere. Si suppone che la madre abbia fatto uso di 
farmaci sconsigliati in gravidanza. Il dito mignolo dellla mano destra 
non è sviluppato come glia altri, e due ditini del piede, sempre 
destro, sono attaccati e non sono cresciuti come gli altri. Inoltre il 
piedino destro sembra avere la caviglia danneggiata, forse da trauma, e 
se si cerca di metterla in piedi, la piccola piange terribilemente e si 
presume che senta un forte dolore, mentre normalmente è tranquilla e 
non piange mai.

Se fosse nata in Europa, con cure adeguate fin dalla nascita, ora 
potrebbe essere una bambina felice che comincia a sgambettare di quà e 
di là, ma non ha vuto questa fortuna. È nata in Camerum, e per ora la 
sua unica fortuna è di essere capitata fra le mani di Suor Filomena.

Ci sarebbero tante altre cose da dire ma non ne ho il tempo.

A tutti quelli che continuano a chiedermi che cosa possono fare per 
aiutarmi chiedo che pensino un po a Maria Grazia. Purtroppo io non 
posso occuparmene direttamente, visto che non è nata in questo paese ed 
io non posso andare in Camerum, ma potremmo fare qualcosa a distanza, 
aiutando Suor Filomena. Portata in Italia, in un ospedale specializzato 
la bambina potrebbe fare una risonanaza magnetica per essere curata in 
maniera adeguata e imparare a sorridere, poi si vedrà cosa potremmo 
fare per il suo futuro.

Non mi aspetto una risposta subito perchè sono consapevole che in 
questo momento in Italia siete tutti in vacanza e la preoccupazione 
principale è la tintarella.

Spero che qualcuno voglia mettersi in contatto con

Suor Filomena Zappone

Mission Cattolique

B.P. 10

Touboro, Camerun

Ancora una cosa!

Penso che se fossi medico e volessi fare un esperienza eccezionale 
almeno una volta nella vita, non esiterei a pagarmi un biglietto d 
aereo per andare ad aiutare per qualche mese la dottoressa Ione, che ne 
ha bisogno, ma che molto ha da insegnare.

È con questi due appelli che vi lascio questa volta, mentre sono in 
partenza per il Chiapas.

Questo è il mio programma di viaggio:

Partenza da Bangui domenica 12 agosto ed arrivo a San Cristobal de las 
Casas il 14 mattina.

Vi scriverò appena sul posto, anche s so che molti non mi potranno 
leggere fino a fine agosto.

Per il rientro da Prigi farò un apiccola deviazione e prima di andare a 
Bangui mi dirigerò all aeroporto di Firenze, dove arriverò il alle 
11,50 del 3 settembre con il volo AF5040. spero che qualcuno da Pistoia 
possa venire a prendermi.

Riparto da Firenze il giorno 8 settembre alle 19,40.

Non so in che condizioni arriverò in Italia, sia per la stanchezza, sia 
per il fuso orario ma spero di poter salutare gli amici, fare un po di 
rifornimenti e ripartire contenta. Oramai, fino a quando non ho finito 
il mio lavoro, sento di appartenere a questo paese ed al programma che 
rappresento, anche nelle stanchezze e avversità, ma apparterngo ancora 
e sempre al Chiapas, e vorrei che non fosse così complicato arrivarci, 
come appartengo a tutti quelli a cui voglio bene.

Ora però, permettetemi di dirlo,appartengo in modo particolare a Maria 
Grazia e vorrei che mi aiutaste a farle dimenticare il dolore.

Un abbraccio a tutti

Maria Nina