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UN APPELLO DI CHIAMA L'AFRICA AL G8: SALVATE L'AFRICA DALL'AIDS
UN APPELLO DI CHIAMA L'AFRICA AL G8: SALVATE L'AFRICA DALL'AIDS
Le ferrovie ugandesi hanno perso, in cinque anni, il il 15% del personale.
In Zambia, negli ultimi dieci mesi sono morti 1500 insegnanti. In Tanzania,
la General Electric ha promosso una campagna anti Aids dopo che, in 24
mesi, sono morti 600 impiegati. L'epidemia, che uccide soprattutto le
persone dai 25 ai 40 anni, è responsabile del calo del 70% della produzione
di mais in Africa, del 47% del cotone e del 30% degli allevamenti. Si
contano in Africa, solo nella zona subsahariana,, 12 milioni di bambini
orfani;25 bambini su 100 in SudAfrica non arrivano al secondo compleanno.
6.600 i morti di Aids ogni giorno nel continente nero. Sono queste alcune
cifre che sono state la premessa di un interessante dibattito svoltosi in
un incontro promosso dal comitato fanese di Chiama l'Africa " I potenti del
G8 di Genova troveranno anche questa catastrofe mondiale sul loro tavolo.
Dovranno affrontarla, costi quel che costi. O, in capo a 6-8 anni, un
intero continente. l'Africa, verrà sterminato dal virus dell'Hiv", è questo
il grido accorato dalla dott.ssa Mara Rossi, della Comunità Papa Giovanni
XXIII di don Oreste Benzi, missionaria in Zambia da 12 anni , responsabile
della lotta all'Aids nella regione del Coppebert ed invitata come relatrice
e testimone al Social Forum di Genova. Davanti a questa triste realtà e
agli appelli dei giorni scorsi di Kofi Annann, segretario dell'Onu, gli
otto grandi dovranno confrontarsi con una globalizzazione che vuol dire
"Nord ricco aiuta Sud povero". Mara Rossi ha riferito e commentato i conti
che l'Onu ha fatto per fermare l'Aids: servono 21 mila miliardi l'anno, per
dieci anni. In pratica significa l'1 per mille del Pil degli otto paesi che
s'incontrano a Genova." Abbiamo di fronte 20 milioni di morti e 27 milioni
di malati, nella'Africa subsahariana- ha affermato la dott.ssa Rossi-, chi
ha il virus, qualsiasi possa essere la causa, è un essere umano come noi,
con diritti e bisogni umani. Non si può combattere l'Aids stigmatizzando i
malati e dando loro ogni colpa. Questa è una catastrofe che può fermare il
progresso". Nel dibattito è intervenuto Luciano Benini affermando che" I G8
nei loro incontri hanno adottato soluzioni ed interventi neoliberisti, in
linea con le politiche degli organismi internazionali, ma che stanno
creando profondi scompensi. E' in atto un processo di globalizzazione,
diretto dai paesi più ricchi, che non ha precedenti nella storia umana e
che determina l'affermazione di un modello dominante di convivenza tra e
nelle nazioni, fondato sulla competitività". Naturale effetto di una tale
politica è una società diseguale e squilibrata che è sotto gli occhi di
tutti.: il 20% della popolazione mondiale consuma l'83% delle risorse del
pianeta e un miliardo e 300 milioni di persone hanno meno di due dollari al
giorno per vivere. Don Giuliano Marinelli, direttore della Caritas, con
parole appropriate ha detto che il G8 è un appuntamento che ci riguarda
tutti e deve stimolare la comunità cristiana a utilizzare questo momento
per forme di mobilitazione e di animazione per l'abbattimento delle povertà
e del disagio sociale e per un impegno di giustizia e di condivisione.
Italo Nannini, a conclusione dell'incontro e a nome dei presenti , ha
rinnovato l'impegno del comitato fanese di Chiama l'Africa(
tel.0721-865586) a sostegno della Comunità Papa Giovanni XXIII, presente in
Zambia dal 1985, ed in particolare del progetto Rainbow, un programma
umanitario su larga scala per salvare almeno diecimila orfani dell'Aids,e
in Zambia sono 1.600.000 ( un triste primato), tramite l'adozione a
distanza o con la scelta contro moda e contro corrente, della bomboniera
della"solidarietà" al posto delle bomboniere tradizionali.