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C'e' troppo silenzio sul Congo, per favore un minuto di rumore




diffusione: massima


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fonte:
Beati i Costruttori di Pace
Ass. Papa Giov.XXIII
Op. Colomba Chiama l'Africa
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ANCH'IO A BUKAVU
24 febbraio - 2 marzo 2001

AZIONE INTERNAZIONALE NONVIOLENTA DI PACE PER L'AFRICA
a Bukavu, nel Kivu (Repubblica Democratica del Congo)

COMUNICATO STAMPA

Venerdi' 26 gennaio alle 18.30 in varie citta' italiane l'iniziativa "C'e
troppo silenzio sul Congo, per favore un minuto di rumore" in diretta con
la trasmissione Caterpillar (Raistereo2) e in collegamento con Moni Ovadia.
Mobilitate le citta' di Savona, Trento, Treviso, Castelfranco Veneto,
Vicenza, Bologna, Ravenna, Viareggio, Firenze.

Nelle piazze di Savona, Trento, Treviso, Castelfranco Veneto, Vicenza,
Padova, Rimini, Bologna, Ravenna, Viareggio, Firenze venerdi' 26 gennaio
alle 18.30 si fara' rumore per attirare l'attenzione su un continente
dimenticato: l'Africa.
La mobilitazione avverra' in collegamento con la trasmissione Caterpillar
di Rai Stereo 2 e, da Cagliari, con l'artista ebreo Moni Ovadia.
L'iniziativa, dal titolo "C'e' troppo silenzio sul Congo, per favore, un
minuto di rumore" cade in concomitanza con la Giornata della Memoria della
Shoa'.
"Se il ricordo dell'Olocausto - ha dichiarato l'artista ebreo Moni Ovadia
in questi giorni -, questo sterminio programmato che e' il paradigma di
tutti gli stermini, non serve per stipulare un nuovo patto di solidarieta'
e giustizia, se rimane un farsi belli con la memoria, e come uccidere
quelle vittime due volte".
Ovadia ha chiarito cosi' il senso del suo impegno a fianco delle
associazioni promotrici (Beati i Costruttori di Pace, Chiama l'Africa e
l'ass.ne Papa Giovanni XXIII - Operazione Colomba) dell'azione
internazionale nonviolenta per la pace in Africa, dal titolo "...anch'io a
Bukavu", che dal 24 febbraio al 2 marzo prossimi dovrebbe portare a Bukavu,
nella zona dei Grandi Laghi africani (Rep. Democratica del Congo) piu' di
300 persone provenienti dalla societa' civile italiana ed europea:
"l'Africa dimostra che il nostro pianeta e sull'orlo del baratro - ha
affermato Ovadia - sono milioni in quel continente le persone che soffrono.
E' il problema piu' lancinante per il mondo oggi.
Su questo si misura la nostra umanita': cos'e' che ci fa essere persone
oggi? Il fatto di produrre, consumare e lasciare un pianeta di rifiuti? Io
non resisto a queste sollecitazioni, quello che si puo' fare va fatto.
Per questo ho risposto all'appello, perche iniziative come questa danno un
senso del nostro cammino di esseri umani".

"Anch'io a Bukavu" sara' un incontro fra popolo e popolo, per appoggiare la
resistenza nonviolenta che la popolazione da tempo sta attuando, per
denunciare le responsabilita' del mondo occidentale rispetto non solo alla
situazione del Congo - dove i diamanti e le altre risorse sono
salvaguardati piu' delle persone - ma di tutto il continente africano.
A Bukavu i partecipanti, assieme alla societa' civile, lanceranno una
grande implorazione di pace.
L'invito all'azione di pace e' stato rivolto agli organizzatori
direttamente dalla Societe' Civile e dalle chiese cattolica e protestante
di Bukavu.
"Rispettateci almeno quanto i nostri minerali", questo il ritornello
ricorrente che proviene dal Sud Kivu.

In due anni, la guerra in Congo ha provocato piu' di 1.700.000 morti,
passati nel silenzio e nel disinteresse piu' totali.
Ed oggi, a maggior ragione, dopo il colpo di Stato che ha portato
all'uccisione del presidente Kabila, con una situazione ancor piu' precaria
e incerta, e ancor piu' doveroso mantenere alta l'attenzione su questo
popolo che chiede di non essere dimenticato e abbandonato alla sua tragedia.

La pace, ora, e' ancor piu' necessaria.
"Anch'io a Bukavu" vuole essere un piccolo gesto per contribuire ad evitare
che si prendano decisioni solo dopo che il disastro sara' accaduto, come ha
scritto un gruppo di comunita' del Nord Kivu:
"Anche qui da noi, tra qualche mese sara' sufficiente che si metta tra LE
MANI DELLA GENTE SEMPLICE del villaggio un fucile o un machete, perche' "si
difenda"... e il gioco sara' fatto! (...) Noi non vogliamo fucili per
difenderci...non vogliamo neppure delle collette internazionali quando il
disastro sara' gia' fatto.
Noi vogliamo che la gente di buona volonta', le piccole e le grandi
comunita' cristiane, che si trovano ovunque nel mondo, GRIDINO INSIEME A
NOI, mentre c'e' ancora tempo, contro questi silenzi e non- interventi, che
generano i genocidi.
Contro queste manipolazioni sulla gente innocente, contro questi piani
diabolici".

UFFICIO STAMPA:
Mariagrazia Bonollo 0348/2202662
Segreteria organizzativa:
c/o Ass. Naz. Beati i costruttori di pace
35131 Padova, via Antonio da Tempo 2
tel/fax 049 8070699 tel. 049 8070522
Email: beati@libero.it
Web: www.unimondo.org/bukavu
c/c bancario: n. 507020, Banca Etica di Padova, cod. Abi 5018, Cab. 12100
c/c postale: n. 17040361
n. verde per sostegno al progetto: 800.075905




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