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NIGRIZIA 1/2001 - L' AVVENIMENTO - Sudafrica / Ingegneria genetica




L'AVVENIMENTO

Sudafrica / Societa' civile contro ingegneria genetica
GIOCANDO (PERICOLOSAMENTE) A ESSERE DIO
di Efrem Tresoldi* da Pretoria

LA SCORSA ESTATE LA COALIZIONE SOUTH AFRICAN FREEZE ALLIANCE ON GENETIC
ENGINEERING (SAFEAGE) HA LANCIATO UNA CAMPAGNA NAZIONALE PER CHIEDERE AL
GOVERNO UN BLOCCO DI ALMENO 5 ANNI PER LA COLTIVAZIONE DI ORGANISMI
GENETICAMENTE MODIFICATI (OGM). ECCO PERCHE'.

Importazioni ed esportazioni di cibi provenienti da ogm, cosi' come la
coltivazione in loco, dovrebbero essere fermate e i permessi per le sementi
di colture alimentare o industriali bloccati. In Sudafrica si producono
patate, mais, cotone, pomodori, mele e soia geneticamente modificati: i
campi coltivati ad uso commerciale sono passati dai 100mila ettari del 1999
ai 250mila di oggi nel giro di un anno, secondo i dati del ministero
dell'agricoltura.

L'appello per il blocco degli ogm non e' rimasto inascoltato: Safeage e'
passata da 30 a 65 membri, 500 persone individuali hanno sottoscritto la
moratoria e altre 60 organizzazioni internazionali lo hanno approvato. Ma
rimane ancora molto da fare. Multinazionali come Monsanto e altre societa'
sudafricane continuano a coltivare per uso commerciale mais e cotone e per
uso sperimentale soia, patate, pomodori, mele.

Questi ogm possono contenere geni di specie che non hanno nulla a che fare
con loro, come geni di batteri, virus e insetti; la biotecnologia e' una
scienza ancora imprecisa e gli effetti a lungo termine del consumo di cibi
transgenici sulla salute non sono ancora stati studiati in modo certo e
definitivo. Alcuni scienziati anzi avvertono con timore che nuove allergie,
nuovi agenti cancerogeni e nuove tossine possono essere assunti attraverso
cibi transgenici. Ma soprattutto i danni all'ambiente potrebbero essere
irreversibili, visto che gli ogm diventano parte dell'ecosistema. Un
ulteriore problema e' l'impollinazione incrociata tra versioni ogm e
versioni naturali di una stessa specie, coltivate in aree limitrofe, che
potrebbe portare alla perdita di biodiversita' di aree molto estese.

Safeage considera 5 anni il periodo mimino non solo per acquisire affidabili
risultati scientifici relativi all'impatto degli ogm sull'ambiente e sulla
salute, ma anche per valutare i complessi aspetti etici e sociali dell'
utilizzo degli ogm e della brevettabilita' del vivente.

Safeage ha richiesto ufficialmente al governo di firmare il protocollo
internazionale sulla biodiversita', che richiede ai paesi che esportano ogm
di fornire in anticipo dettagliate informazioni ai paesi importatori. Questa
firma "costringerebbe il governo a modificare la legislazione sudafricana
sugli ogm, risalente al '97 e oggi completamente inadeguata a controllare
gli sviluppi delle biotecnologie", sostiene Karen Kallmann, portavoce di
Safeage: la coalizione sta lottando anche per un'etichettatura dei cibi che
permetta di riconoscere quelli ogm da quelli naturali, finora non
distinguibili. In Sudafrica sono ancora molti coloro che non sanno cosa
siano gli ogm.

LOTTA ALLA FAME:
PUBBLICITA' INGANNEVOLE

Dall'altro lato la propaganda delle grandi multinazionali agroalimentari (un
settore che tende a fondersi con quello farmaceutico, ndr) diventa sempre
piu' assordante. Timorose di una reazione globale contro i cibi transgenici,
le aziende agrochimiche spendono milioni di dollari ogni anno in campagne di
informazione-pubblicita'. Ripetono con insistenza che gli ogm possono
aiutare a sradicare la fame in un mondo sempre piu' affollato incrementando
la produttivita' delle sementi. Ma il mondo oggi gia' produce il 50% in piu'
del cibo di cui ha bisogno. Le persone non soffrono la fame perche' non c'e'
sufficiente cibo da mangiare, ma perche' non hanno sufficienti risorse -
lavoro, terra, attrezzi e strumenti, credito - per comprare o per coltivare
il proprio cibo.

Recenti studi hanno dimostrato che in alcuni casi gli ogm non offrono
raccolti piu' abbondanti, in altri addirittura inferiori a quelli naturali.
In India per esempio gli scienziati hanno dimostrato che riforma agraria e
semplice irrigazione aumenterebbero la produzione del 50% rispetto al 10%
conseguente all'introduzione di semi transgenici.

I critici degli ogm sostengono che l'ingegneria genetica e' solamente un
modo delle grandi imprese transnazionali di allargare il loro mercato e di
incrementare i profitti. Ecco perche' stanno cercando di ridurre gli
agricoltori alla dipendenza di sementi, fertilizzanti, pesticidi prodotti
dalle stesse multinazionali. Questo compito e' facilitato dagli accordi
internazionali che permettono alle multinazionali di brevettare e di avere
un accesso esclusivo a piante, semi e altre risorse naturali in precedenza
non considerate proprieta' privata.

* Comboniano, membro della commissione giustizia e pace della Conferenza
episcopale sudafricana.


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