[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Africanews dicembre 2000 - Sudan: Un centro commerciale nel cimitero cristiano



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.32  - DICEMBRE  2000

Sudan

Un centro commerciale nel cimitero cristiano
Dal corrispondente di Africanews

La decisione del governo sudanese di impadronirsi di parte di un
cimitero cristiano ha suscitato la reazione dei cristiani. I media
locali sostengono che si tratta di un'azione che viola i diritti umani
e non rispetta la sacralita' del luogo.




Il Consiglio Sudanese delle Chiese (SCC) ha rilasciato il mese scorso
un comunicato molto pesante protestando per il parziale esproprio da
parte del governo del cimitero cristiano a Sud della citta' di
Khartum. I leader delle nove chiese appartenenti all' SCC nella loro
lettera congiunta diretta al governatore di Khartum Dr. Majzoub Al-
Khalifa affermano che: "la riunione che avete tenuto in nostra assenza
riguardo il nostro cimitero e che ha portato alla vostra erronea
decisione di espropriare parte del cimitero stesso si configura come
un insulto, una mancanza di rispetto e una violazione dei nostri
diritti di cristiani nel Sudan." Si chiedono inoltre: "per quanto
riguarda la recinzione ed i servizi commerciali che volete introdurvi,
chi vi ha mai detto che il cimitero ne abbia bisogno?" "chi vi ha
detto che abbiamo bisogno di questo genere di servizi che avete in
mente? Cosa vi potra' mai  far pensare di aiutare i cristiani in
questo momento, se non un obiettivo nascosto?"

Come si vede il comunicato ha toni molto fermi e chiede inoltre che
vengano al piu' presto rimossi i materiali da costruzione che sono
gia' stati trasportati nel cimitero per realizzare dei negozi e
aggiunge: "non siamo pronti a rinunciare ad alcuna parte del nostro
cimitero, e' disumano continuare a provocarci sia da vivi che da
morti." L'ingegnere capo di Khartum, Ali Mohmomud Samsaa, aveva
precedentemente scritto una lettera al Segretario Generale dell'SCC
Rev.Ing. Enock Tombe. Questa informava Tombe della licenza accordata
al Dipartimento della Piccola Industria e del Commercio dell'area
residenziale di Sahafa per la costruzione di botteghe all'interno del
cimitero cristiano contro la fornitura di una recinzione e di servizi
all'interno del cimitero stesso. La stessa lettera richiedeva all' SCC
di rimuovere "quelle che- voi- denominate tombe che si trovano al
limite della parte orientale del cimitero, dal momento che
ostruirebbero la costruzione delle botteghe" Con quel "voi" si
indicavano i cristiani dal momento che i musulmani in Sudan non
riconoscono i loro luoghi di sepoltura.

Le autorita' governative erano andate avanti comunque con i loro piani
ancor prima di ricevere la reazione dell' SCC. Infatti, avevano dato
ordine ai commercianti che avevano ottenuto l'approvazione per la
costruzione delle botteghe fra le tombe di andare avanti con i lavori
di costruzione. Alcuni cristiani avevano contemporaneamente informato
l' SCC che mattoni ed altro materiale da costruzione era stato
depositato nella parte meridionale del cimitero cristiano. Il
Governatore aveva intanto approvato l'esumazione e lo spostamento
nella parte centrale del cimitero delle salme che giacevano nelle
tombe situate lungo la striscia di terreno fra la strada e dieci metri
al suo interno. Quest' area e' la ragione del contendere fra la SCC e
le autorita' governative.

Alfred Taban, corrispondente della BBC da Khartum, un cristiano del
sud Sudan che scrive per il Khartum Monitor, il nuovo ed unico
quotidiano in inglese del paese, ha affermato che: "l'azione del
Governatore e' un affronto a tutti i cristiani ed un imperdonabile
atto di mancanza di sensibilita' verso i defunti, …..demolendo le loro
tombe il Dr. Khalifa ha oltraggiato i sacri riti che non appartengono
alla sua gente. Si e' immischiato con i defunti che non sono suoi
parenti, ha profanato i nostri morti." Taban ha anche chiesto che
Khalifa fosse rimosso, ritenendo che cio' fosse il minimo che il
presidente Omar Al-Bashir potesse fare per venire incontro alla
comunita' cristiana incollerita.

Nichola Unango, un altro cristiano del sud Sudan si e' lagnato della
decisione del governo affermando che la moglie di suo zio era stata
sepolta nel febbraio di quest'anno nella parte contestata del cimitero
e che anche la sorella di suo cugino era stata sepolta nella parte
meridionale dello stesso cimitero. Concludendo che questa decisione
del governo e' una mancanza  di rispetto, a lui personalmente.

Un comunicato dell' SCC firmato dal personale dell' SCC, dai suoi
membri del comitato esecutivo e dai rappresentanti delle sette regioni
che lo compongono, aveva affermato che il consiglio era stato
informato dell'azione del governo di Khartum di espropriare parte del
cimitero cristiano di Sahafa. Il comunicato continuava dichiarando che
l' SCC era profondamente colpito e turbato da questa decisione delle
autorita' governative di Khartum di far costruire dei fabbricati
destinati ad alloggiare piccole attivita' produttive, caffe',
ristoranti e negozi all'interno del cimitero, come se i defunti
cristiani non valessero nulla agli occhi delle autorita' statali
islamiche.

Un editorialista che scrive per l'Al-Rai Al-Akhar Arabic Daily di
Khartum precedentemente aveva attaccato il comportamento delle
autorita' islamiche in maniera indiretta. Commentando la lamentela
scritta al giornale da un insegnante cristiano del sud Sudan, aveva
infatti scritto: "Come fa questo insegnante cristiano a non sapere che
coloro che non rispettano la nostra sacralita' da vivi, non possono
certo rispettarla da morti?"

+---------------------------------------------------------------+

I contenuti possono essere riprodotti liberamente citandone
sempre la fonte. Spedire inoltre una copia dell'articolo alla
redazione di Africanews.

AFRICANEWS versione italiana viene pubblicata da
Amani, via Gonin 8, 20147 Milano
tel.: 02-4121011 - fax: 02-48302707 - e-mail: africanews@iol.it
+---------------------------------------------------------------+