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Africa - Il prezzo della vita



Il prezzo della vita
L'ecatombe nell'Africa strozzata dai brevetti
ASSUNTA SARLO - MILANO - ILMANIFESTO 02.12.00


Nkosi ha 11 anni, è e si sente un bambino fortunato anche se sta in
Sudafrica - che è un paese in cui 1600 persone si infettano ogni giorno di
Aids - ed è sieropositivo. Ha due rari assi nella manica: una mamma adottiva
che lo fa sentire un bimbo come gli altri e soprattutto un'amica in America
che paga ogni mese i 1400 rand - circa 500mila lire - che servono alla sua
terapia.
Edwin Cameron, sudafricano bianco e giudice della corte suprema, ben
conosciuto per avere raccontato la sua storia alla conferenza mondiale di
Durban ripete alla telecamera: "Sono stato ottimamente curato, sono la
personificazione di queste ingiustizie". Dice Zackie Acmat: "ho deciso di
non assumere farmaci anche qualora dovessi averne bisogno, non posso vedere
morire i miei amici, la mia famiglia, altre persone perchè sono poveri e non
possono comprare le medicine mentre io, che sono benestante, posso
curarmi....". L'inquadratura si sposta su una distesa di semplici numeri che
sono tombe: "Non compriamo più vestiti per le feste ma per i funerali".
In Africa la spesa sanitaria pro capite è all'incirca di 10 dollari
all'anno. Un anno di terapia anti Hiv costa circa 10mila dollari. Questo è,
alla lettera, "Un prezzo per la vita".
Nomi, cognomi, responsabilità, cifre: precise, senza fronzoli e senza
sconti. Volete capire cosa significa l'enorme disparità di accesso alle cure
antiAids tra nord e sud del mondo, per la quale il 95 per cento delle
persone sieropositive nel mondo non può permettersi gli altissimi costi che
le multinazionali del farmaco impongono per le terapie retrovirali? Un
ottimo strumento di conoscenza è il documentario girato in Sufadrica da Kali
Van Der Merwe che, mercoledì 6 dicembre alle 23,30, verrà trasmesso su Rai 3
a C'era una volta, il programma di Silvestro Montanaro e Pier Giuseppe
Murgia e che ieri è stato presentato in anteprima a Milano durante un
convegno organizzato dalla Lila e da altre associazioni in occasione della
Giornata mondiale sull'Aids.
Un esempio: il fluconazolo è un farmaco vitale per contrastare la meningite
da criptococco e la micosi sistemica. Un ragazzo racconta che questo farmaco
gli è stato somministrato per due mesi in ospedale e gli è poi stato sospeso
perchè costava troppo. Le immagini lo mostrano in una farmacia: chiede la
medicina, costa 40mila lire a pastiglia, lui che dovrebbe prenderla ogni
giorno non può che andarsene a mani vuote.
In Thailandia, uno dei pochi paesi che si è sottratto allo strapotere delle
multinazionali e che produce quella sostanza, la stessa pastiglia costa 600
lire e con la spesa che in Sudafrica serve a curare 620 persone se ne
trattano diecimila. Il documentario racconta che la casa produttrice Pfizner
ha impedito a lungo al Sudafrica di acquistare quel farmaco dalla
Thailandia, e che negli ultimi anni la multinazionale ha aumentato il
proprio reddito del 280 per cento. Oggi la Pfizner ha concluso un accordo
con il Sudafrica, ma la situazione di altri paesi resta immutata. La tesi
del filmato è precisa: non sono i costi di produzione e di ricerca a
motivare l'elevato costo dei farmaci, ma il monopolio e il sistema dei
brevetti senza i quali i prezzi potrebbero scendere dal 20 al 120 per cento.
"Se queste politiche non cambieranno 25 milioni di persone - spiega
Montanaro - moriranno nei prossimi anni. Un nuovo olocausto". Scorrono le
immagini di ospedali, consultori, facce di bambini e adolescenti: Jakob
riesce a dire: "L'Hiv può renderti forte" mentre insieme alla sua campagna
va a fare assemblee per spiegare alla gente cosa può fare per difendere la
propria salute.
Costo dei farmaci, sperimentazioni selvagge in Africa in cui i soggetti
usati come cavie non possono poi godere dei risultati ottenuti: Vittorio
Agnoletto, presidente della Lila, spiega che la via d'uscita è la
registrazione forzata dei farmaci, cioè la possibilità per i paesi poveri di
produrli o di acquistarli da un paese del terzo mondo, fuor di brevetto. E
chiede l'impegno dell'Italia al G8 e al Wto per l'abolizione delle royalties
derivanti dalla proprietà intellettuale dei farmaci. "E' uno scontro forte,
abbiamo bisogno di alleati", dice; e li indica nel movimento contro la
globalizzazione e nei lavoratori delle aziende farmaceutiche. "People before
profit" chiede la gente sudafricana nel filmato.





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