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Africanews Novembre 2000 - Zimbabwe: Politici a lezione di storia
AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.31 - NOVEMBRE 2000
Zimbabwe
Politici a lezione di storia
Di Fratel Oskar Wermter, S.J
Gli zimbabweani, o perlomeno la loro classe dirigente, tendono a
credere di essere, insieme al loro Paese, assolutamente unici, diversi
dagli altri. Per loro le tragiche vicende del passato vanno
dimenticate anche se si ripetono com'e' avvenuto quest'anno.
Uscire dallo Zimbabwe, scoprendo un altro Paese, un'altra cultura e
coscienza collettiva, ti permette di far paragoni. Dello Zimbabwe e
della sua storia, sebbene abbiano caratteristiche e prerogative tutte
loro e peculiari, si ritrovano parallelismi altrove nel mondo. Nessun
Paese puo' sfuggire al suo passato, ne e' un esempio la Germania.
Tempo fa un amico mi ha portato in giro per l'ex Berlino Est ed in via
Oranienburg sono entrato per la prima volta in vita mia in una
sinagoga tedesca (o in cio' che rimane di essa dopo i bombardamenti
della seconda guerra mondiale) per visitare una mostra intitolata:
"Ebrei tedeschi a Berlino dal 1933 al 1945".
Con scrupoloso dettaglio si mostravano i vari aspetti della
persecuzione sofferta dagli ebrei tedeschi, esibendo fotografie,
lettere, cartoline con gli ultimi messaggi di ebrei sulla strada di
Auschwitz, corrispondenza ufficiale di ambasciate straniere che
gentilmente si scusavano di non poter offrire asilo ad ebrei
disperatamente alla ricerca di fuga da Hitler, ed infine un libro
mastro ospedaliero con la registrazione in bella calligrafia dei nomi
degli ebrei suicidatisi, piuttosto che farsi gassare ad Auschwitz.
Giovani fanatici e neonazisti, soprattutto provenienti dall'ex
Germania comunista dell'Est, si rifiutano di credere in quella
tragedia che e' stata l'" Olocausto" e terrorizzano gli immigrati che
in Germania sono ben 7 milioni su di una popolazione totale di 82.
Prontamente i media chiedono che la scuola faccia di piu' perche' i
giovani affrontino e comprendano meglio il raccapricciante passato
del proprio Paese. Il passato non e' mai... passato. Una certa
generazione puo' voler dimenticare gli orrori dei suoi tempi, ma viene
dolorosamente sollecitata da quella seguente a spiegare il perche' di
quelle malefatte e a trovare soluzioni atte ad evitare che si
ripetano.
Forse lo Zimbabwe ha dimenticato troppo presto gli orrori ed i morti
della guerra civile del post-indipendenza (1982-1987). E' vero, ci
sono gli "Acri degli Eroi" ed i memoriali di guerra, ma la dicono
tutta? Perche' ricordare solo gli eroi "ufficiali" e tacere delle loro
"vittime"? E non intendo solamente quelli che sono morti "dalla parte
sbagliata", ma anche coloro che sono stati torturati perche' ritenuti
traditori ed infine giustiziati di fronte alle loro famiglie e
villaggi. Meritavano forse di morire? Non erano forse semplicemente
dei poveri disgraziati, ne' migliori ne' peggiori di noi? Quanti di
loro erano innocenti? E che dire di quelli uccisi "per sbaglio"? E'
consentito forse alle loro famiglie di piangerli pubblicamente?
Solo alcuni nostri scrittori hanno avuto il coraggio di descrivere gli
"orrori indescrivibili" permettendo a questi fantasmi del passato di
ritornare. E in qualche modo i "veterani di guerra" e le loro tattiche
di questi giorni ci ricordano quei giorni lontani.
Apparentemente la famosa "riconciliazione" del 1980 e' stata troppo
superficiale e l'amica mano tesa un furbo gesto politico piuttosto che
un vero cambiamento nel profondo dei cuori. Anche molti ex Rodesiani,
ora "rinati" zimbabweani l'hanno presa come un segnale di ritorno alla
normalita' piuttosto che come un evento per ricominciare a rapportarsi
con gli altri in un modo del tutto nuovo. Ma si e' trattato anche di
una guerra fra neri. Riconvertire il vecchio esercito rodesiano con la
sua maggioranza di personale nero nel nuovo esercito zimbabweano e'
stata una mossa politicamente accorta, ma ha permesso di riconciliare
i soldati con le loro vittime, spesso inermi civili? Si sono tutti
pentiti ed hanno chiesto perdono?
Nel Matabelelend sono stati rimossi dai pozzi delle miniere i corpi
massacrati degli abitanti dei villaggi, sono stati riconosciuti ed e'
stata data loro regolare sepoltura, a consolazione e sollievo delle
loro famiglie. Una parte dei morti, mentre la maggioranza non ha
ancora trovato pace e ossessiona i propri figli. La "Gukurahundi" (la
guerra civile che provoco' migliaia di morti fra civili nel
Matebeleland e delle Midlands) e' ancora oggi "centrale" nella
crescita dello Zimbabwe come nazione.
Molti politici sono inclini a dimenticare molto rapidamente. Il loro
motto e':" Perdonare e dimenticare", mentre affermano che:" Non vanno
riaperte le vecchie ferite." Ma la verita' e' che le vecchie ferite
non si sono mai chiuse. Il perdono puo' essere umanamente impossibile
e la vendetta la reazione spontanea di ciascuno di noi. Ma come
cristiano io credo che si debba affrontare il passato e fare i conti
con il suo peso se siamo spiritualmente in grado di perdonare e
riconciliarci. Il nostro motto deve essere:" Ricorda e perdona"
intendendo che il perdono avviene con l'aiuto di Dio.
Questo e' il motivo per cui la Chiesa non ha paura di ricordare i
morti e perfino le sue colpe, noi possiamo ricordare perche' esiste il
perdono e "ricordiamo" per riconciliarci. La Chiesa puo' lavorare per
la riconciliazione e l'affermazione della giustizia in modo piu'
profondo dello Stato, anche se cio' non significa che lo Stato sia
scusato se non si impegna abbastanza.
Quelle trentatre' vittime della recente violenza pre elettorale, cosi'
come parecchie altre torturate e violentate non possono essere
semplicemente cancellate dalla nostra memoria e considerate come un
inevitabile costo del processo politico. Il rispetto della vita umana
deve essere la pietra miliare di ogni societa' e i responsabili di
quelle morti e di quelle ferite devono esserne ritenuti responsabili.
Mineremmo l'ordine morale su cui si basa la nostra societa' se
considerassimo i crimini politici una categoria a parte, al riparo dal
giudizio. Se non si affronta adeguatamente il passato si mette a
rischio il futuro. Altri lo hanno riconosciuto e noi non possiamo
ignorarlo, altrimenti impareremo la lezione troppo tardi a piu' caro
prezzo.
(Fonte Da: Financial Gazette, un settimanale finanziario indipendente
pubblicato ad Harare, Zimbabwe il 10 agosto 2000 con il titolo: " il
nostro triste passato minaccia il nostro futuro.")
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