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NIGRIZIA 10/2000 - L' EDITORIALE




L' Editoriale

NOI CI IMPEGNAMO. CHI CI STA ?

Anche dietro le cose piu' belle - e il Giubileo degli oppressi, che da
Molfetta a Verona ha mosso e scosso migliaia di persone, e' stata una cosa
bella - si cela un rischio: che siano fini a se' stesse, che non abbiano un
effettivo seguito, che finiscano per essere una forma "alta" di
intrattenimento e di consumo ("questa sera abbiamo ascoltato Alex Zanotelli
e ci siamo commossi"; "domani andiamo al cinema, speriamo di ridere": e la
vita va avanti). Il rischio insomma di essere funzionali a un sistema che -
specie sui temi Nord/Sud e sulla giustizia globale - vuole il cittadino
spettatore, il credente prono, il giovane imbrigliato, il politico
allineato. Se cosi' fosse, se cadessimo in questa trappola, vorrebbe dire
che le testimonianze, le riflessioni, le analisi sentite durante questo
giubileo sono state solo belle parole.

Se invece vogliamo un millennio senza esclusi, se  vogliamo  sul serio
metterci in gioco come singoli, come associazioni, come chiesa, come
societa' civile, abbiamo una traccia da seguire o, almeno, un percorso con
il quale confrontarci. Si tratta del documento, letto all'altare domenica 10
settembre a Verona durante l'eucarestia che ha concluso l'itinerario
giubilare, dal superiore dei missionari comboniani d'Italia. Un documento,
ripreso nella sua interezza nel dossier di questo numero, che impegna
innanzitutto i comboniani, ma che e' rivolto a tutti. Un documento nel quale
possono riconoscersi e ritrovarsi coloro che ancora si scandalizzano per
come va il mondo e che non hanno paura di mettersi a lavorare per cambiarsi
e per cambiare.

E non si puo' certo dire che gli impegni delineati sono generici. Prendiamo
l'invito alla sobrieta', al consumo critico, all'uso dei prodotti del
commercio equo e solidale. Che cosa c'e' nelle dispense degli istituti
missionari e nelle canoniche delle parrocchie? Gli economi sanno da dove
vengono e come sono fabbricati i beni che acquistano? E nelle nostre
famiglie come sono i consumi e i "bilanci di giustizia"? Siamo al corrente
delle campagne di boicottaggio? (A proposito, a Verona il 9 e 10 settembre
si e' distribuita acqua minerale di proprieta' della Nestle': una grave
"distrazione" che vuol dire che c'e' ancora parecchia strada da fare).

Trasferiamoci in banca. Come investiamo i nostri risparmi? Ci preoccupiamo
dell'eticita' delle nostre scelte? Siamo informati sulla trasparenza e la
pulizia del nostro istituto di credito, della nostra assicurazione? Sappiamo
che cos'e' la Banca Etica? E venendo all'accoglienza degli immigrati (solo
cattolici?), quanti sono gli spazi di proprieta' degli istituti religiosi e
delle diocesi lasciati vuoti, inutilizzati o, peggio, venduti a privati che
certamente non li usano per accogliere?

Che dire poi dell'impegno affinche' la chiesa italiana assuma come propria
la nonviolenza attiva? Qui bisogna farsi sentire sulle guerre giuste e piu'
o meno umanitarie, sulle spese militari (per esempio, il bombardiere
Eurofighter 2000: costo almeno 130 miliardi di lire ad esemplare), sulla
privatizzazione/professionalizzazione dell'esercito.
Che ce ne facciamo infine della politica? E' chiaro: sconti a nessuno, ma
soprattutto bisogna tornare a riappropriarsene, a farla, per esempio
partendo dalla Rete di Lilliput.

Sono impegni eroici? Per nulla. E allora prendiamoceli a cuore. Buon
giubileo.

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