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Africanews Settembre 2000



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.29  - SETTEMBRE  2000


SOMMARIO

A  Sud Africa: Petrolio e cannoni
B  Africa: Quando la chiesa e' "estranea"
C  Zambia: e' utile fare una diga?
D  Ghana: Razzisti in casa d'altri
E  Zimbabwe: Un arbitro fra Mugabe e i bianchi



EDITORIALE

Il ventinovesimo numero di Africanews in lingua italiana si apre con un 
articolo
sulle contraddizioni, le lacerazioni, le divergenze che tormentano il 
Sud Africa.
Questa nazione e' diventata il simbolo del  Continente sia grazie alla 
figura
carismatica di Nelson Mandela, sia per la civilissima composizione del 
conflitto
fra bianchi e neri nel dopo-apartheid. Bisogna inoltre tenere presente 
che il Sud
Africa e', con la Nigeria, il piu' forte colosso economico africano. Ed 
e' qui che
cominciano i guai. Nella produzione industriale, tecnologicamente 
avanzatissima,
figurano armi, di ogni tipo, adatte per ogni nazione e per ogni tasca. 
Quindi, a
parte l'intollerabile funzione di riempire il mondo di armi, c'e' il 
fatto che
questi aggeggi di morte finiscono a paesi come Cina o Arabia Saudita dove i
diritti civili sono spesso calpestati.

Un'altra situazione intricata e spinosa e' costituita dai rapporti fra 
la Chiesa
africana e quelle straniere. Attualmente sono queste ultime, attraverso i
missionari, a detenere il potere e cio' genera uno squilibrio, un 
dialogo fra
ineguali. Tutto dipende naturalmente dal denaro, dalle risorse 
economiche di cui i
missionari dispongono. Cosi' i rapporti fra le due parti di un solo 
corpo, la
Chiesa, sovente si riducono sulla soluzione pratica dei problemi 
piuttosto che
sulla promozione di rapporti o sull'elaborazione di una profonda 
integrazione.
Accade quindi che il clero africano diventi la controparte debole, con 
le lacune
che cio' comporta, mentre i missionari stranieri interpretano tali 
debolezze come
un dato ineliminabile, come un fossato che separa persone in realta' 
affratellate
dalla stessa fede.

Un interessante articolo proviene dalla Zambia e riguarda il problema 
delle dighe.
Quando leggiamo che una nuova diga viene costruita in terre aride, ci 
si apre il
cuore pensando al sollievo che questa riserva d'acqua portera' alle 
popolazioni.
Invece non e' tutt'oro quello che luccica, come diceva un vecchio 
proverbio. Sono
state cosi' costituite delle commissioni formate da tecnici 
internazionali per
valutare il rapporto costi-benefici a lungo termine, per approntare 
eventuali
rimedi ai danni provocati sia alle popolazioni allontanate dai luoghi 
dove e'
sorto il bacino della diga sia all'ambiente con le migrazioni forzate degli
animali. Si e' scelto cosi' la diga di Kariba nata nel 1959 con il 
contributo
tecnico italiano. Questo sbarramento raccoglie le acque dello Zambesi, 
il fiume
che unisce l'Oceano Atlantico a quello Indiano lungo 2650 chilometri e 
nel suo
bacino comprende otto nazioni. L'acqua, e' gia' stato detto molte volte,
diventera' un bene preziosissimo entro pochi anni: sara' il "petrolio" 
del 2000,
quindi e' utile e necessario studiare come viene amministrata. Nel 
mondo esistono
ben 200 fiumi i cui bacini abbracciano diverse nazioni.

Non puoi affidare funzioni importanti a un estraneo senza correre il 
rischio che
diventi padrone in casa tua. Se ne sono accorti in Ghana dove 
liberalizzazione e
privatizzazioni hanno permesso a molti stranieri, soprattutto orientali, di
guidare l'economia del paese. Sono bastati pero' un paio di episodi di 
razzismo,
di stupida violenza, per risvegliare un orgoglio nazionale che si era 
assopito nei
bilanci aziendali elaborati dallo straniero. Gli insulti di un 
dirigente malese al
proprio autista ghanese diventano cosi' un'offesa a tutta la nazione 
con cio' che
ne consegue. E cosi' tra acquiescienze forzate e rivolte velleitarie 
prosegue il
penoso cammino dell'Africa, la culla dell'umanita', a cui abbiamo tolto 
uomini,
ricchezze ma soprattuto la capacita' di credere in se stessa.



Africanews staff italiano
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