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Re: Mozione Parlamentare la Senato del Gruppo Verdi
Gentile Senatore Boco,
le parlo da profana e da persona che da qualche anno collabora con
un'organizzazione non governativa attiva in Mozambico ma mi chiedo se, il
dovere di quella che, talvolta, ama definirsi la società civile non sarebbe
quello di impegnarsi in una sorta di "embargo" contro i venditori/produttori
di armi. Diffondere tra i cittadini le liste delle fabbriche che producono
armi e dell'eventuale gruppo azionario di cui fanno parte, in modo che
tutti, una volta consapevoli, possano decidere di non sostenerli con i loro
acquisti. Diffondere le stime di quanti ordigni sono stati venduti, quanti
morti hanno causato, quanti milioni i produttori hanno guadagnato, quanti
milioni servono/serviranno a riparare i danni.
La mia sensazione è che spesso si accenna al legame tra diamanti (o altri
prodotti "preziosi" provenienti dai PVS) e acquisto di armi ma poi non si va
a fondo su quanto si sa.
Credo quindi che le istituzioni dovrebbero impegnarsi ad emanare leggi che
impediscano completamente l'esportazione di qualsiasi tipo di armamento
verso i paesi a rischio di conflitto e nel frattempo a svelare e rendere
pubblico quanto più possono questo tipo di mercato, sicuramente molto
reddittizio, attraverso un atteggiamento di controllo durissimo verso chi
fabbrica ed esporta questi ordigni, con sanzioni commisurate all'entità dei
loro guadagni e dei danni stimati che possono aver provocato.
Un'efficace campagna ad hoc, magari un'azione congiunta a livello
internazionale, potrebbe introdurre il tema: ogni paese "civile" ha
sicuramente i suoi panni sporchi (gli embarghi temporanei decisi dall'ONU
hanno senso se, una volta terminati, le armi continuano ad essere prodotte
ed esportate?) e forse è ora che prima di organizzare missioni umanitarie di
cui sappiamo che, comunque, ci sarà bisogno ancora per molto tempo, agiamo
un'azione preventiva a partire proprio da "casa nostra" (come cittadini
veniamo chiamati a votare su temi che spesso non interessano nessuno, mentre
su questioni veramente importanti la nostra opinione/attenzione non è
richiesta).
I miei più cordiali saluti e auguri di buon lavoro.
Patricia Cavagnis
pat@village.it
>
>
>durante le numerose tregue, i due paesi, tra i più poveri del mondo, si
>sono pesantemente riarmati, acquistando decine di milioni di dollari
> di
> armamenti, compresi aerei militari tra i più moderni, elicotteri da
> combattimento e carri armati;
>
>
> From: <s.boco@senato.it>
> To: <pck-africa@peacelink.it>
> Sent: Saturday, June 10, 2000 11:37 AM
> Subject: Mozione Parlamentare la Senato del Gruppo Verdi
>
>
Ti alleghiamo la mozione parlamentare presentata al senato dal gruppo
Verde
sul conflitto tra Etiopia ed Eritrea, concentrata in particolare sul
dramma
dei profughi e degli aiuti alimentari. Ci rendiamo disponibili per
eventuali contatti o chiarimenti, in particolare sulle prossime azioni
parlamentari e non che abbiamo intenzione di intraprendere, e siamo
inoltre interessati allle iniziative della vostra campagna affinché
esse
possano avere anche un eco qui in Senato.
Grazie e buon lavoro.
>
> Sen. Stefano Boco
> VicePresidente Commissione Esteri del Senato
>
>
> ==Attach=Converted===
>
> Mozione
>
>
>Il Senato
>
> rilevata la grave preoccupazione per l'acuirsi del conflitto bellico
>nel
> Corno d'Africa;
>
> considerato che:
>
> l'inizio delle tensioni tra Etiopia ed Eritrea cominciano nel maggio
> del
> 1998, quando il Parlamento etiopico chiese il ritiro delle truppe
> eritree
> penetrate il 6 maggio nella zona di Bademè, nel Tigrai;
>
> nei primi giorni del giugno 1998 l'Etiopia ammassa truppe lungo il
> confine,
> accusando il Governo eritreo di aver oltrepassato il confine in
> diversi
> punti a nord-est di Macallè, capoluogo del Tigrai;
>
> il 14 di giugno, su richiesta italiana e americana, Etiopia ed Eritrea
> accettano una moratoria sui raid aerei;
>
> nel novembre del 1998, nel vertice di Ouagadougou l'Etiopia accetta il
> piano di pace dell'OUA che prevede il ritiro delle forze eritree;
>
> dopo otto mesi di tregua precaria, il 4 febbraio 1999, riprende il
> conflitto tra Etiopia ed Eritrea, sul fronte Badmè-Shiraro, nel quale
> l'Etiopia riconquista Badmè;
>
> nel luglio del 1999 l'Organizzazione per l'Unità Africana (OUA)
> elabora
> nuove proposte di pace, il governo etiope definisce "incoerenti" i
> relativi
> dispositivi tecnici messi a punto dall'OUA, e accettati dall'Eritrea;
>
> il 5 maggio 2000 ad Algeri falliscono i colloqui indiretti tra i
> rappresentanti dei governi di Etiopia ed Eritrea, avviati il primo
> maggio
> con la mediazione dell'OUA;
>
> lo scorso 11 maggio sono ripresi i combattimenti tra Etiopia ed
> Eritrea
> nella zona di Badmè, un triangolo di territorio in contestazione fin
> dai
> tempi coloniali;
>
> durante le numerose tregue, i due paesi, tra i più poveri del mondo,
> si
> sono pesantemente riarmati, acquistando decine di milioni di dollari
> di
> armamenti, compresi aerei militari tra i più moderni, elicotteri da
> combattimento e carri armati;
>
> lo scorso 17 maggio il consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato la
> risoluzione 1298 che prevede un embargo immediato sulle armi, il
> materiale
> e l'assistenza militari contro i due Paesi belligeranti finché non
> porranno
> fine alla guerra che da due anni li oppone;
>
> il conflitto, tuttora in atto, ha prodotto migliaia di morti, da
> entrambe
> le parti, sia tra militari impegnati al fronte sia tra i civili che
> fuggono
> dai luoghi dei combattimenti;
>
> secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
> sarebbero
> più di 30.000 i rifugiati che hanno oltrepassato il confine con il
> Sudan
> con il rischio che questo numero aumenti fino a toccare i 100.000
> profughi
> in pochi giorni;
>
> secondo fonti vicine al governo di Asmara, gli sfollati in fuga dai
> combattimenti oscillano tra le 150 mila e le 200 mila unità e in
> questa
> situazione, secondo il Programma Alimentare Mondiale, esistono enormi
> difficoltà nella distribuzione delle derrate alimentari;
>
> secondo la Fao in Eritrea circa 367.000 persone popolano le aree
> colpite
> dalla siccità ed hanno bisogni di denaro e strumenti per far ripartire
> agricoltura ed allevamento, stimando in 4,7 milioni di dollari il
> fabbisogno immediato;
>
> la proposta del Ministro delle Politiche Agricole Alfonso Pecoraro
> Scanio
> per destinare le 800 mila tonnellate di eccedenze di riso italiano,
> acquistate dalla UE, alle popolazioni colpite dalla carestia e dal
> dramma
> della guerra;
>
> la dichiarazione del Cairo dei Capi di Stato e di Governo degli Stati
> africani e dell'UE, insieme al Presidente della Commissione Europea,
> rilasciata in occasione del vertice Africa-Europa del 3 e 4 aprile
> scorsi,
> che ai punti 85 e 86, rilevata la persistenza di numerosi conflitti
> nel
> continente africano, si ribadisce la determinazione a sostenere
> l'attuazione rapida dei piani di pace e di concilazione adottati sia
> dall'ONU che dall'Organizzazione dell'Unità Africana;
>
> nella stessa dichiarazione, al punto 99, si conviene sulla necessità
> di
> sostenere a livello globale la sufficienza alimentare e le strategie
> alimentari dell'Africa;
>
> impegna il governo a
>
> muovere tutti i passi necessari affinché il governo etiope accetti il
> piano
> di pace messo appunto dall'OUA ed accettato dal governo eritreo, per
> porre
> fine immediatamente al dramma della guerra tra i due Paesi;
>
> concordare con la commissione europea le modalità atte a garantire
> l'urgente trasferimento, alle popolazioni colpite dalla carestia e
> dalla
> guerra, delle eccedenze di derrate alimentari in possesso della UE;
>
> chiedere ai partner dell'UE la disponibilità a verificare le quantità
> di
> prodotti agricoli in eccedenza nei rispettivi Paesi, al fine di
> studiare
> analoghe ed urgenti azioni da parte di tutti i Paesi dell'UE;
>
> chiedere ai partner dell'UE di dare nuovo e più forte impulso alle
> decisioni relative alla posizione comune 97/356/ PESC assunta dal
> Consiglio
> dell'UE il 2 giugno 1997, e che stabilisce il necessario sostegno
> dell'UE
> al cosiddetto "Meccanismo per la prevenzione e risoluzione dei
> conflitti
> in
> Africa", adottato dall'OUA per consentire l'individuazione precoce
> delle
> fonti di conflitto nonché una rapida reazione ai conflitti stessi.
>
>
> Boco
> Pieroni
> Bortolotto
> Carella
> Cortiana
> De Luca Athos
> Lubrano di Ricco
> Manconi
> Pettinato
> Ripamonti
> Ronchi
> Sarto
> Semenzato