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Mozione Parlamentare la Senato del Gruppo Verdi
Ti alleghiamo la mozione parlamentare presentata al senato dal gruppo Verde
sul conflitto tra Etiopia ed Eritrea, concentrata in particolare sul dramma
dei profughi e degli aiuti alimentari. Ci rendiamo disponibili per
eventuali contatti o chiarimenti, in particolare sulle prossime azioni
parlamentari e non che abbiamo intenzione di intraprendere, e siamo
inoltre interessati allle iniziative della vostra campagna affinché esse
possano avere anche un eco qui in Senato.
Grazie e buon lavoro.
Sen. Stefano Boco
VicePresidente Commissione Esteri del Senato
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Mozione
Il Senato
rilevata la grave preoccupazione per l'acuirsi del conflitto bellico nel
Corno d'Africa;
considerato che:
l'inizio delle tensioni tra Etiopia ed Eritrea cominciano nel maggio del
1998, quando il Parlamento etiopico chiese il ritiro delle truppe eritree
penetrate il 6 maggio nella zona di Bademè, nel Tigrai;
nei primi giorni del giugno 1998 l'Etiopia ammassa truppe lungo il confine,
accusando il Governo eritreo di aver oltrepassato il confine in diversi
punti a nord-est di Macallè, capoluogo del Tigrai;
il 14 di giugno, su richiesta italiana e americana, Etiopia ed Eritrea
accettano una moratoria sui raid aerei;
nel novembre del 1998, nel vertice di Ouagadougou l'Etiopia accetta il
piano di pace dell'OUA che prevede il ritiro delle forze eritree;
dopo otto mesi di tregua precaria, il 4 febbraio 1999, riprende il
conflitto tra Etiopia ed Eritrea, sul fronte Badmè-Shiraro, nel quale
l'Etiopia riconquista Badmè;
nel luglio del 1999 l'Organizzazione per l'Unità Africana (OUA) elabora
nuove proposte di pace, il governo etiope definisce "incoerenti" i relativi
dispositivi tecnici messi a punto dall'OUA, e accettati dall'Eritrea;
il 5 maggio 2000 ad Algeri falliscono i colloqui indiretti tra i
rappresentanti dei governi di Etiopia ed Eritrea, avviati il primo maggio
con la mediazione dell'OUA;
lo scorso 11 maggio sono ripresi i combattimenti tra Etiopia ed Eritrea
nella zona di Badmè, un triangolo di territorio in contestazione fin dai
tempi coloniali;
durante le numerose tregue, i due paesi, tra i più poveri del mondo, si
sono pesantemente riarmati, acquistando decine di milioni di dollari di
armamenti, compresi aerei militari tra i più moderni, elicotteri da
combattimento e carri armati;
lo scorso 17 maggio il consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato la
risoluzione 1298 che prevede un embargo immediato sulle armi, il materiale
e l'assistenza militari contro i due Paesi belligeranti finché non porranno
fine alla guerra che da due anni li oppone;
il conflitto, tuttora in atto, ha prodotto migliaia di morti, da entrambe
le parti, sia tra militari impegnati al fronte sia tra i civili che fuggono
dai luoghi dei combattimenti;
secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati sarebbero
più di 30.000 i rifugiati che hanno oltrepassato il confine con il Sudan
con il rischio che questo numero aumenti fino a toccare i 100.000 profughi
in pochi giorni;
secondo fonti vicine al governo di Asmara, gli sfollati in fuga dai
combattimenti oscillano tra le 150 mila e le 200 mila unità e in questa
situazione, secondo il Programma Alimentare Mondiale, esistono enormi
difficoltà nella distribuzione delle derrate alimentari;
secondo la Fao in Eritrea circa 367.000 persone popolano le aree colpite
dalla siccità ed hanno bisogni di denaro e strumenti per far ripartire
agricoltura ed allevamento, stimando in 4,7 milioni di dollari il
fabbisogno immediato;
la proposta del Ministro delle Politiche Agricole Alfonso Pecoraro Scanio
per destinare le 800 mila tonnellate di eccedenze di riso italiano,
acquistate dalla UE, alle popolazioni colpite dalla carestia e dal dramma
della guerra;
la dichiarazione del Cairo dei Capi di Stato e di Governo degli Stati
africani e dell'UE, insieme al Presidente della Commissione Europea,
rilasciata in occasione del vertice Africa-Europa del 3 e 4 aprile scorsi,
che ai punti 85 e 86, rilevata la persistenza di numerosi conflitti nel
continente africano, si ribadisce la determinazione a sostenere
l'attuazione rapida dei piani di pace e di concilazione adottati sia
dall'ONU che dall'Organizzazione dell'Unità Africana;
nella stessa dichiarazione, al punto 99, si conviene sulla necessità di
sostenere a livello globale la sufficienza alimentare e le strategie
alimentari dell'Africa;
impegna il governo a
muovere tutti i passi necessari affinché il governo etiope accetti il piano
di pace messo appunto dall'OUA ed accettato dal governo eritreo, per porre
fine immediatamente al dramma della guerra tra i due Paesi;
concordare con la commissione europea le modalità atte a garantire
l'urgente trasferimento, alle popolazioni colpite dalla carestia e dalla
guerra, delle eccedenze di derrate alimentari in possesso della UE;
chiedere ai partner dell'UE la disponibilità a verificare le quantità di
prodotti agricoli in eccedenza nei rispettivi Paesi, al fine di studiare
analoghe ed urgenti azioni da parte di tutti i Paesi dell'UE;
chiedere ai partner dell'UE di dare nuovo e più forte impulso alle
decisioni relative alla posizione comune 97/356/ PESC assunta dal Consiglio
dell'UE il 2 giugno 1997, e che stabilisce il necessario sostegno dell'UE
al cosiddetto "Meccanismo per la prevenzione e risoluzione dei conflitti in
Africa", adottato dall'OUA per consentire l'individuazione precoce delle
fonti di conflitto nonché una rapida reazione ai conflitti stessi.
Boco
Pieroni
Bortolotto
Carella
Cortiana
De Luca Athos
Lubrano di Ricco
Manconi
Pettinato
Ripamonti
Ronchi
Sarto
Semenzato