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Aggiornamento delle notizie provenienti da Kisangani
CASA GENERALIZIA
CONGREGAZIONE DEI SACERDOTI
DEL SACRO CUORE DI GESU'
Roma 12.06.00
Aggiornamento delle notizie provenienti da Kisangani
e un primo bilancio dei danni
- lunedì 12.06.00 mattino
Dalle notizie riguardanti la situazione a Kisangani giunteci da fonti non
ufficiali si può confermare ciò che è stato già diffuso dalle diverse
agenzie di stampa.
Per quanto riguarda le persone si nota un caso grave: la scomparsa di un
padre comboniano, riferito già dalla MISNA e un altro caso di una
postulante delle Suore dell'Immacolata Concezione che è stata ferita.
Molti sono i danni subiti dalle strutture religiose. Bruciata la
cattedrale; molto danneggiati l'Arcivescovado e la Procura. Il Seminario
Maggiore Diocesano è stato occupato dalle truppe ruandesi. 90 seminaristi,
cacciati via, si sono rifugiati nello scolasticato dei Missionari
Dehoniani, dove ora sono concentrate circa 160 persone.
La Congregazione dei Dehoniani (Sacerdoti del Sacro Cuore) che ha un grande
numero di opere diverse a Kisangani, registra molti danni alle strutture.
E' stata distrutta la cappella e la metà del seminario propedeutico
dehoniano Mons. Wittebols.
Il Provincialato (la casa del Sacro Cuore) è stata colpita quattro volte.
Distrutti i magazzini, la rimessa ed una macchina. La casa stessa rimane
comunque rifugio per un padre dehoniano, la cuoca e il giardiniere del
provincialato e per due padri domenicani, costretti a lasciare la loro casa
dopo un saccheggio.
Il centro di riabilitazione per gli handicappati "SIMAMA", comprendente la
scuola speciale, la falegnameria, il reparto taglio e cucito e il
dispensario, sono state devastate.
Chiesa di S. Giuseppe Artigiano a Tshopo e la canonica adiacente - tutte e
due colpite.
Casa di s. Marta sulla riva sinistra del fiume - colpita.
Il collegio Maele - colpito e metà distrutto.
Alla missione San Gabriele si rifugiano gli abitanti delle zone vicine,
cercando protezione all'ombra della tomba di Mons. Grison. Fortunatamente
la missione di s. Gabriel non ha subito danni, ma ci sono i problemi con il
cibo. 250 persone rifugiatesi a s. Gabriele ed altre 200 nella vicina casa
delle Suore Canossiane, dove lavorano quattro suore italiane, sono senza
cibo e senza medicine.
La casa della formazione dei Padri Comboniani è stata colpita. Invece nella
casa delle Suore studentesse, provenienti da diverse parti del Congo, è
avvenuto un saccheggio effettuato da persone in abiti militari, dopo il
quale tutte le suore si sono rifugiate nella Casa Generalizia delle Suore
della Sacra Famiglia.
Diverse bombe hanno colpito la chiesa dei padri Gesuiti a Mangobo.
Questo è un primo, rapido bilancio dei danni riportati da alcune strutture.
E' impossibile avere un quadro complessivo. Tuttavia il male più grande lo
subisce il popolo congolese che ha vissuto una settimana d'inferno sotto i
bombardamenti che hanno distrutto molte delle loro case, hanno dato morte e
ferito molte persone, hanno condannato tutta la città alla mancanza di
acqua, aggravata dall'assenza di piogge, senza luce, senza cibo, senza
medicine, senza la possibilità di seppellire i suoi morti o di soccorrere
chi è ferito o intrappolato sotto le macerie.
I danni materiali creano sgomento ma sono riparabili; la vita delle
persone, la loro dignità offesa rimarranno perdite irreparabili e ferite
difficili da rimarginare.
E' urgente un intervento solidario oltre al sostegno della preghiera.
p. Ryszard Mis, scj
Consigliere generale
responsabile per le missioni