----- Original Message -----
Sent: Sunday, January 08, 2012 5:01
PM
Subject: [africa] Oggi è l'anniversario
della morte di Marthe EKEMEYONG MOUMIE
Oggi è l'anniversario della morte di Marthe EKEMEYONG
MOUMIE assassinata l’8 gennaio 2009, all’età di 78 anni in Camerun.
Marthe MOUMIE ha lottato per la giustizia del suo paese insieme a suo
marito Félix MOUMIE, Presidente dell'UPC (Union des Populations du Cameroun)
avvelenato il 2 novembre 1960 dai Servizi segreti francesi, e negli
ultimi quarant’anni della sua vita anche per ottenere giustizia sul suo
assassinio.
Marthe MOUMIE era Membro dell'UPC e dirigente dell'unione Democratica
delle Donne del Camerun (UDEFEC). Nominata capo redattore del giornale "Donne
camerunesi" nel 1952 subì tutte le tribolazioni dei militanti dell'UPC.
Nella sua vita ha incontrato i principali Capi di Stato dell'epoca: Gamal
Abdel NASSER, Ahmed SEKOU TOURE, Kwame NKRUMAH, HO-CHI-MINH, MAO TSE TOUNG,
Mohamed V. Ha conosciuto l'esilio e venne infine imprigionata in
Guinea-equatoriale per parecchi mesi prima di essere consegnata da Macias
NGUEMA al governo del Camerun dove fu incarcerata dal 1969 al 1974 e dove
subì torture ed umiliazioni.
Ritornata al villaggio natale, dopo la sua scarcerazione continuò
una vita in solitudine e povertà cercando di ottenere il rimpatrio del corpo
del marito sepolto a Conakry (le sue spoglie non avevano mai potuto fare
ritorno in Camerun per decisione delle autorità camerunesi). E
nonostante il fatto che l’Assemblea Nazionale del Camerun, con la
Legge N° 91/022 del 16 Dicembre, avesse riabilitato Félix Roland MOUMIE e
l'avesse dichiarato Eroe nazionale insieme a Ernest OUANDIÉ e ad altri
combattenti con il riconoscimento della loro opera di “Riunificazione, per
l’indipendenza e per il benessere del Camerun”, il corpo di Félix
MOUMIE restò in Guinea.
Fu proprio durante le riprese di questo documentario che a Conakry,
Marthe MOUMIE scopre la tomba del marito profanata ed i resti del corpo
trafugati ed esorta i giovani ad una presa di coscienza della situazione
tragica del proprio paese: « Se la gioventù del Camerun potesse vedere questo!
» fu il suo grido.
Nello stesso anno il parlamento francese vota la Legge del 23
febbraio sugli « aspetti positivi » della colonizzazione suscitando nei
paesi africani una viva polemica.
Nel 2006 Marthe MOUMIE pubblica il libro
“Vittima del
colonialismo francese, mio marito Félix MOUMIE" http://www.amazon.fr/Victime-colonialisme-fran%C3%A7ais-F%C3%A9lix-Moumi%C3%A9/dp/2952231524 :
" E’ nella speranza che un giorno questa terribile storia aiuti i Camerunesi e
gli Africani a conoscere una situazione migliore, che ho scritto questo libro.
Il mio augurio è che questa storia sia conosciuta dalla gioventù africana ed
europea. Non bisogna lasciare che il silenzio e la falsificazione
persistano".
Un contributo importante alla conoscenza della storia non solo dell'UPC
ma anche e soprattutto della lotta e della solidarietà del popolo camerunese
con i popoli africani in lotta per l’indipendenza. Dopo quarant’anni Marthe
MOUMIE racconta della violenza, del razzismo, della prigionia, della tortura,
dell’esilio e della deportazione. Racconta la storia delle brutalità
coloniali, la separazione forzata dalla figlia di soli tre anni e l’assassinio
di suo marito.
Nel 2008 la fondazione DOCTEUR FELIX MOUMIE conferisce, tra gli altri, un
"Prix Moumié 2008" a Frank Garbely, regista del documentario e nel mese
di maggio 2009 Marthe MOUMIE era attesa per questo motivo a Ginevra.
L’8 gennaio 2009 il corpo di Marthe MOUMIE viene invece
ritrovato in casa orribilmente massacrato e violato. A meno di 48 ore dal suo
assassinio venne incolpato un giovane di 18 anni. “Effetto Oswald” lo
chiamarono gli increduli giornalisti camerunesi.
Comunicati di numerose organizzazioni della società civile camerunese
ACJE, CEBAPH, Code, J.U.D.A e della Fondation Moumié esprimono il dolore e la
condanna dell’assassinio. Per l’Associazione CEBAPH, organizzazione di difesa
e di promozione dei diritti umani, questo assassinio si inserisce tra una
serie di assassini occorsi negli anni in Cameroun, (citiamo solo: Abbé Mbassi,
Ngongo Ottou il Rvd. Padre Engelbert Mveng) e chiama la popolazione ad unirsi
in un appello per esigere sia messa in atto una commissione d’inchiesta
indipendente che porti alla luce la verità. La Fondazione Doctor MOUMIE
denuncia il fatto che «non si può comprendere come grandi personaggi come
Marthe MOUMIE, vedove della repubblica, non abbiano ricevuto alcuna protezione
nonostante i loro mariti fossero stati “eliminati” e chiede all’Unione
Africana, le Nazioni Unite, l’Unione Europea, le organizzazioni di difesa dei
diritti dell’Uomo l’impegno per dare soccorso alla famiglie colpite ».
Una colletta pubblica è sottoscritta per offrire un degno funerale a
questa donna eccezionale.
Anche l’Italia ha nella sua storia di che farsi perdonare dalla famiglia
MOUMIE. In una nota degli Atti Parlamentari della Camera dei Deputati
italiana, SEDUTA DEL 16 SETTEMBRE 1958, — pag. 1212/3 — leggiamo:
«Il sottoscritto chiede d'interrogare i ministri dell'interno e degli
affari esteri, per conoscere in base a quali disposizioni il signor
Félix-Roland Moumié, presidente dell'Unione delle popolazioni del Camerun, già
delegato all'O.N.U e alla Conferenza di Accra, è stato sottoposto ad una
umiliante perquisizione accompagnata da insulti e minacce di estradizione in
Francia al momento della sua partenza da Ciampino per il Cairo sabato 2
agosto. E come simili azioni verso una nota personalità straniera, munita di
regolare passaporto e che non ha infranto nessuna legge italiana, possano
conciliarsi con la conclamata politica di riconoscimento delle aspirazioni
nazionali dei popoli africani». (Interrogazione n.1024 di PAJETTA
GIULIANO). III LEGISLATURA DISCUSSIONI
http://legislature.camera.it/_dati/leg03/lavori/stenografici/sed0023/sed0023.pdf
Giustizia
non è stata fatta.
Patrizia Donadello, 8 gennaio 2012