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Oggi è l'anniversario della morte di Marthe EKEMEYONG MOUMIE
- Subject: Oggi è l'anniversario della morte di Marthe EKEMEYONG MOUMIE
- From: "p.donadello" <p.donadello at alice.it>
- Date: Sun, 8 Jan 2012 17:01:54 +0100
Oggi è l'anniversario della morte di Marthe EKEMEYONG
MOUMIE assassinata l’8 gennaio 2009, all’età di 78 anni in Camerun.
Marthe MOUMIE ha lottato per la giustizia del suo paese insieme a suo
marito Félix MOUMIE, Presidente dell'UPC (Union des Populations du Cameroun)
avvelenato il 2 novembre 1960 dai Servizi segreti francesi, e negli ultimi
quarant’anni della sua vita anche per ottenere giustizia sul suo assassinio.
Marthe MOUMIE era Membro dell'UPC e dirigente dell'unione Democratica delle
Donne del Camerun (UDEFEC). Nominata capo redattore del giornale "Donne
camerunesi" nel 1952 subì tutte le tribolazioni dei militanti dell'UPC.
Nella sua vita ha incontrato i principali Capi di Stato dell'epoca: Gamal Abdel
NASSER, Ahmed SEKOU TOURE, Kwame NKRUMAH, HO-CHI-MINH, MAO TSE TOUNG, Mohamed
V. Ha conosciuto l'esilio e venne infine imprigionata in
Guinea-equatoriale per parecchi mesi prima di essere consegnata da Macias NGUEMA
al governo del Camerun dove fu incarcerata dal 1969 al 1974 e dove subì
torture ed umiliazioni.
Ritornata al villaggio natale, dopo la sua scarcerazione continuò una
vita in solitudine e povertà cercando di ottenere il rimpatrio del corpo del
marito sepolto a Conakry (le sue spoglie non avevano mai potuto fare ritorno in
Camerun per decisione delle autorità camerunesi). E nonostante il fatto che
l’Assemblea Nazionale del Camerun, con la Legge N° 91/022 del 16 Dicembre,
avesse riabilitato Félix Roland MOUMIE e l'avesse dichiarato Eroe nazionale
insieme a Ernest OUANDIÉ e ad altri combattenti con il riconoscimento della
loro opera di “Riunificazione, per l’indipendenza e per il benessere del
Camerun”, il corpo di Félix MOUMIE restò in Guinea.
Nel 2005 esce il documentario: “Morte a Ginevra -
L'avvelenamento di Félix. Moumié” di Frank Garbely, giornalista e
regista svizzero http://www.dailymotion.com/video/x2xnwi_premiere-partie-l-assassinat-de-fel_news#rel-page-3.
Fu proprio durante le riprese di questo documentario che a Conakry,
Marthe MOUMIE scopre la tomba del marito profanata ed i resti del corpo
trafugati ed esorta i giovani ad una presa di coscienza della situazione tragica
del proprio paese: « Se la gioventù del Camerun potesse vedere questo! » fu il
suo grido.
Nello stesso anno il parlamento francese vota la Legge del 23
febbraio sugli « aspetti positivi » della colonizzazione suscitando nei
paesi africani una viva polemica.
Nel 2006 Marthe MOUMIE pubblica il libro “Vittima del
colonialismo francese, mio marito Félix MOUMIE" http://www.amazon.fr/Victime-colonialisme-fran%C3%A7ais-F%C3%A9lix-Moumi%C3%A9/dp/2952231524 :
" E’ nella speranza che un giorno questa terribile storia aiuti i Camerunesi e
gli Africani a conoscere una situazione migliore, che ho scritto questo libro.
Il mio augurio è che questa storia sia conosciuta dalla gioventù africana ed
europea. Non bisogna lasciare che il silenzio e la falsificazione
persistano".
Un contributo importante alla conoscenza della storia non solo dell'UPC ma
anche e soprattutto della lotta e della solidarietà del popolo camerunese con i
popoli africani in lotta per l’indipendenza. Dopo quarant’anni Marthe MOUMIE
racconta della violenza, del razzismo, della prigionia, della tortura,
dell’esilio e della deportazione. Racconta la storia delle brutalità coloniali,
la separazione forzata dalla figlia di soli tre anni e l’assassinio di suo
marito.
Nel 2008 la fondazione DOCTEUR FELIX MOUMIE conferisce, tra gli altri, un
"Prix Moumié 2008" a Frank Garbely, regista del documentario e nel mese di
maggio 2009 Marthe MOUMIE era attesa per questo motivo a Ginevra.
L’8 gennaio 2009 il corpo di Marthe MOUMIE viene invece ritrovato
in casa orribilmente massacrato e violato. A meno di 48 ore dal suo assassinio
venne incolpato un giovane di 18 anni. “Effetto Oswald” lo chiamarono gli
increduli giornalisti camerunesi.
Comunicati di numerose organizzazioni della società civile camerunese ACJE,
CEBAPH, Code, J.U.D.A e della Fondation Moumié esprimono il dolore e la condanna
dell’assassinio. Per l’Associazione CEBAPH, organizzazione di difesa e di
promozione dei diritti umani, questo assassinio si inserisce tra una serie di
assassini occorsi negli anni in Cameroun, (citiamo solo: Abbé Mbassi, Ngongo
Ottou il Rvd. Padre Engelbert Mveng) e chiama la popolazione ad unirsi in un
appello per esigere sia messa in atto una commissione d’inchiesta indipendente
che porti alla luce la verità. La Fondazione Doctor MOUMIE denuncia il fatto che
«non si può comprendere come grandi personaggi come Marthe MOUMIE, vedove della
repubblica, non abbiano ricevuto alcuna protezione nonostante i loro mariti
fossero stati “eliminati” e chiede all’Unione Africana, le Nazioni Unite,
l’Unione Europea, le organizzazioni di difesa dei diritti dell’Uomo l’impegno
per dare soccorso alla famiglie colpite ».
Una colletta pubblica è sottoscritta per offrire un degno funerale a questa
donna eccezionale.
Anche l’Italia ha nella sua storia di che farsi perdonare dalla famiglia
MOUMIE. In una nota degli Atti Parlamentari della Camera dei Deputati italiana,
SEDUTA DEL 16 SETTEMBRE 1958, — pag. 1212/3 — leggiamo:
«Il sottoscritto chiede d'interrogare i ministri dell'interno e degli
affari esteri, per conoscere in base a quali disposizioni il signor Félix-Roland
Moumié, presidente dell'Unione delle popolazioni del Camerun, già delegato
all'O.N.U e alla Conferenza di Accra, è stato sottoposto ad una umiliante
perquisizione accompagnata da insulti e minacce di estradizione in Francia al
momento della sua partenza da Ciampino per il Cairo sabato 2 agosto. E come
simili azioni verso una nota personalità straniera, munita di regolare
passaporto e che non ha infranto nessuna legge italiana, possano conciliarsi con
la conclamata politica di riconoscimento delle aspirazioni nazionali dei popoli
africani». (Interrogazione n.1024 di PAJETTA GIULIANO). III
LEGISLATURA DISCUSSIONI http://legislature.camera.it/_dati/leg03/lavori/stenografici/sed0023/sed0023.pdf
Giustizia
non è stata fatta.
Patrizia Donadello, 8 gennaio 2012
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