Arriva in Sicilia l’Emergenza Migranti S.p.A.
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- Date: Fri, 18 Feb 2011 09:15:47 +0100
Arriva in Sicilia l’Emergenza
Migranti S.p.A. di Antonio Mazzeo Grandi affari all’orizzonte con
l’emergenza migranti di Lampedusa. Dopo il blitz in Sicilia del presidente del
consiglio Berlusconi e del ministro Maroni, dal cilindro del governo è uscita
una proposta senza precedenti in Italia. Quella di trasformare l’ex “residence
degli aranci” di Mineo (Catania) nel “villaggio della solidarietà” per rifugiati
e immigrati. Non si tratta della solita caserma dell’esercito abbandonata ma di
un complesso con 404 villette indipendenti, dotato di strutture commerciali,
palestre, campi da tennis e football, un asilo nido, una sala per le funzioni
religiose e 12 ettari di spazi verdi. Sino a qualche mese fa era uno dei tanti
villaggi della piana di Catania destinati ai militari di stanza nella base USA
di Sigonella. In futuro potrebbe diventare un “centro residenziale a 4 stelle”
per stranieri, ma aldilà dei pronunciamenti, pare che le idee non siano del
tutto chiare e concordi. Il governatore della Sicilia, Raffele Lombardo, si dice
d’accordo con il ministero dell’Interno sulla “possibilità di ospitare
temporaneamente gli immigrati giunti in questi giorni a Lampedusa”. Il 14
febbraio, alla fine della riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la
sicurezza, Roberto Maroni conferma l’ipotesi di Lombardo, ma 24 ore dopo cambia
la destinazione d’uso del villaggio. “L’idea del governo è quella di ospitare a
Mineo tutti i richiedenti asilo, anche quelli oggi distribuiti nei centri di
accoglienza di tutto il territorio nazionale”, dichiarerà il ministro dopo il
sopralluogo nell’ex residenza dei militari di Sigonella. “L’idea di realizzare
un villaggio della solidarietà è venuta al presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi. L’ex base NATO è in ottime condizioni, è dotata di strutture
sanitarie, di pronto intervento, di una mensa. È inutilizzata e sarebbe sprecata
come ricovero per i clandestini, ma sarebbe utile per i rifugiati in giro per
l’Italia. Sono nuclei familiari, donne, bambini. Mineo potrà essere la
sistemazione ottimale e diventare un modello di assistenza e solidarietà di
grande efficienza, con il coinvolgimento di associazioni, della Croce rossa ed
Enti locali”. Il “temporaneo” diventa permanente, i “clandestini” richiedenti
asilo. È la sociologa delle migrazioni Tania
Poguish a stigmatizzare i valzer del Viminale in materia di accoglienza. “Non
convince proprio il buonismo del governo che appoggiava i dittatori come
Ben Alì e Mubarak e che ha costruito prima socialmente e poi tradotto in legge
una serie di norme disumane per difendere l’Occidente dai clandestini
criminali che giungevano dal mare”, afferma Poguish. “In un contesto
socio-politico scandito da una retorica securitaria che si è espressa nella
cosiddetta legge sulla sicurezza, appaiono incredibili le parole del
ministro Maroni sui richiedenti asilo, chiamati fino a qualche giorno fa
clandestini e con cui bisognava mostrare i denti ed essere cattivi. Come
non ricordare il lungo elenco di tragedie e dolori, la politica violenta ed
arrogante che da più di un anno non consentiva a nessuno di raggiungere le varie
sponde del Sud Mediterraneo, perché l’Italia aveva inviato navi da
pattugliamento in Libia, guidate dai militari libici, pronte a mettere in campo
i famosi accordi con Tripoli?” “Quello stesso capo del Viminale – aggiunge la
sociologa siciliana - sbandiera adesso l’intenzione di voler accogliere creando
il villaggio della solidarietà in un angolo deserto della Sicilia.
Un’area che si offre a diventare un nuovo ghetto recintato e che non riconoscerà
dignità umana e desiderio di libertà a tutti coloro che non necessariamente sono
i richiedenti asilo, che piuttosto sono quei giovani con alti titoli di studio e
formazione scesi nelle piazze del Mediterraneo arabo con una profondità di
coscienza politica che lo stesso civile ed avanzato Occidente ha perso”.
Per Tania Poguish, la proposta di utilizzo del centro di Mineo “mortifica ancora
una volta la generazione di giovani donne e uomini che hanno un loro diritto di
fuga e che le politiche securitarie travestite da un obsoleto volto umano
vogliono imbrigliare nelle maglie del bieco sfruttamento”. È altrettanto forte il sospetto che nel
villaggio di Mineo si voglia confinare i migranti lontano da occhi indiscreti,
secondo le logiche governative di militarizzazione e rafforzamento dei
dispositivi di sicurezza. “Il ministro Maroni si è guardato bene dal chiarire se
si ha l’intenzione di utilizzare stabilmente l’ex complesso USA per accogliere
profughi e/o i richiedenti asilo o come ennesimo centro di detenzione ed
espulsione per migranti”, affermano i rappresentanti della Rete Antirazzista
Catanese e della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella.
“Dietro il proclama del villaggio della solidarietà
non si capisce come i migranti tunisini possano essere realmente accolti, quando
da anni, con i respingimenti in Libia, si continua a calpestare il diritto
d’asilo (negato anche a Catania ai 68 migranti deportati in Egitto nell’ottobre scorso)”. In realtà, lasciando
volutamente incerta la destinazione finale della struttura, per le
organizzazioni antirazziste “c’è il rischio che essa diventi un non luogo
polifunzionale, contestualmente centro di detenzione e centro per i richiedenti asilo, dove polizia ed
esercito fanno la guardia anche a donne e bambini, ed in generale a persone in
attesa che venga riconosciuto il loro status di rifugiati o la protezione
internazionale”. Un non luogo inverosimilmente superaffollato: nei piani
del governo si parla di “accogliere” a Mineo sino a 7.000 persone, quando la
capacità recettiva del “residence degli aranci” è di massimo 2.000. La proposta di Berlusconi e Maroni ha
avuto intanto il pregio di dividere le forze politiche siciliane della sinistra.
Mentre i circoli del Prc di Caltagirone e Mineo si dicono “favorevoli
all’apertura di un centro di accoglienza non militarizzato” purché ne sia
dichiarata “la natura civile, democratica, aperta all’ingresso e al controllo
del mondo dell’informazione, del volontariato, dell’associazionismo che opera a
sostegno dei diritti dei migranti”, Sinistra Ecologia e Libertà ritiene che la
decisione di utilizzare il residence sia una “scelta scellerata che testimonia
ancora una volta l’incapacità del governo Berlusconi di intervenire sulle grandi
questioni che investono il paese”. “Questa decisione folle, con il silenzio
complice del Governo Lombardo – aggiunge SEL Sicilia - è l’ennesimo regalo agli
appetiti xenofobi e razzisti della Lega che pensa di nascondere il problema,
impedendo a migliaia di migranti di varcare lo Stretto, concentrando
tutto in un solo territorio”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di
Caltagirone, Francesco Pignataro (centro-sinistra). “Il problema
dell’immigrazione non è della Sicilia, ma dell’Italia e dell’Europa, altrimenti
diventa un problema difficilmente gestibile se non con interventi di ordine
pubblico”, dichiara Pignataro. “Il potenziale arrivo di migliaia di migranti a
Mineo è una bomba a orologeria che rischia di essere un esempio di ulteriore
marginalizzazione e un attentato alla dignità delle persone. Di fronte
all’emergenza Lampedusa, il Comune di Caltagirore è stato tra i primi a
dichiararsi disponibile. Stiamo costruendo col Viminale un centro di accoglienza
per 88 minorenni immigrati, un progetto è in corso per accogliere decine di
rifugiati politici. L’accoglienza funziona se è diffusa, non se si concentrano
immigrati in una zona avulsa dal contesto territoriale”. Contrario pure il
sindaco Pd di Mineo, Giuseppe Castania. Per quest’ultimo, però, la
preoccupazione maggiore va alla “sicurezza nelle campagne” e al rischio furto ad
abitazioni e centri agrituristici. Anche qui nessuno è immune dal falso
sillogismo migrazione - clandestinità – criminalità. Il colpo più riuscito a Berlusconi e
Maroni è però quello di aver imposto l’idea-immagine che il “villaggio della
solidarietà” di Mineo sorgerà nelle “case di proprietà degli Stati Uniti” o
nell’“ex base USA e NATO”, secondo quanto riportato dai maggiori organi di
stampa nazionali e locali. Eppure il residence non è
assolutamente di proprietà delle forze armate italiane o statunitensi, ma bensì
di una grande impresa di Parma, Dopo i flop di Mineo e Quinto Vicentino,
il 19 gennaio 2011 i manager di Pizzarotti hanno affidato i loro affari con il
Pentagono nel settore del Military Housing ad uno dei principali
gruppi-lobby di Washington, |
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