Re: [africa] Movimento africani in sciopero della fame a Roma
- Subject: Re: [africa] Movimento africani in sciopero della fame a Roma
- From: isoke aikpitanyi <isoke.aikpitanyi at gmail.com>
- Date: Tue, 3 Aug 2010 13:51:57 +0200
Oggi in Italia ci sono più di dieci mila maman
LA FINANZIARIA TAGLIA I FONDI ANCHE CONTRO LA TRATTA - MENO FONDI UGUALE MENO IMPEGNO? - RILANCIARE LA LOTTA ALLA TRATTA
… e noi chiediamo una moratoria per le ragazze nigeriane.
La Finanziaria taglia i fondi contro la tratta: forse dovranno chiudere le postazioni del Numero Verde, forse salteranno i finanziamenti per i progetti dell’articolo 13 e dell’articolo 18.
Le associazioni anti-tratta protestano. Mi si chiede di dire la mia, dopo che a Genova è stata annunciata la mia candidatura a testimonial antitratta del Parlamento Europeo.
Dico, anzitutto, che il Parlamento Europeo ha raccomandato che gli Stati membri sostengano le vittime della tratta, senza se e senza ma; in Italia troppi se e troppi ma hanno reso incompleta e inefficace l’applicazione dell’articolo 18.
Non si dimentichi, comunque, che Numero Verde e Articolo 18 hanno potuto sostenere solo una vittima su dieci, un risultato che, visto dalla parte delle vittime della tratta, non è così positivo come si continua a dire.
Oggi in Itala ci sono almeno dieci mila maman, che sono per lo più ex vittime per le quali entrare nella mafia è stato più facile che uscire dalla tratta grazie agli strumenti giuridici e sociali esistenti; le maman hanno un numero esorbitante di collaboratrici e collaboratori, hanno appoggi in numerose comunità e associazioni nigeriane che non si impegnano contro la tratta; e hanno il sostegno di tanti, troppi “pastori”. L’attività svolta fino ad ora contro la tratta ha solo sfiorato queste realtà.
La mia rete è attiva da dieci anni senza aver mai avuto accesso a fondi e a finanziamenti pubblici, il che mi spinge a dire che la rete delle associazioni accreditate che oggi giustamente lamentano tagli e limitazioni, deve attrezzarsi per lavorare ugualmente ed evitare quel che è già successo in passato, è cioè, che i servizi si fermino. Sono certa che un rilancio e nuove sinergie tra diverse esperienze antitratta siano possibili, proprio a fronte della crisi e per trovare nuove risorse e nuovi interventi.
Noi abbiamo diverse proposte in tal senso da discutere anche con la parte politica al governo e alla opposizione.
Con i fondi dello Stato o senza fondi, allora, questo è il momento di attuare una grande mobilitazione contro la tratta, a sostegno delle vittime. Ci vuole un forte coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni; ci vuole un forte riconoscimento della società per il ruolo che svolge a sostegno delle vittime della tratta, impegnando come sponsor/tutor in modo autofinanziato, persone, famiglie e perfino ex clienti.
Dobbiamo, infine, chiedere una moratoria giuridica per le ragazze nigeriane. le cui situazioni sono sempre più complicate.
Isoke Aikpitanyi
Associazione vittime ed ex vittime della tratta - Progetto la ragazza di Benin City
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Nyman dedica un brano a Torino ispirato da Isoke Aikpitanyi
Michael Nyman, l' autore delle musiche di Lezioni di piano, ha firmato con il cantante David McAlmont, nel nuovo disco The Glare, il brano City of Turin, racconto di disperazione ambientato in una nebbiosa e alquanto desolata Torino. È la storia vera di Isoke Aikpitanyi, ragazza nigeriana giunta in città con l' illusione di un lavoro da commessa, poi costretta a prostituirsi all' angolo della strada. SUGLI archi minimalisti e insieme trionfali di Nyman, e con la grazia celestiale della voce «narrante» di McAlmont, già nei Thieves, il viaggio compiuto dalla giovane di Benin City verso la speranza chiamata Torino viene ripercorso dai due musicisti, sia nei testi che nelle musiche, con «aria di fatalistica ineluttabilità», come ha scritto il quotidiano britannico Independent all' uscita dell' album su etichetta Mn Records creata dallo stesso Nyman. La fonte ispiratrice di questo brano, in realtà, pare sia stata per McAlmond la visione, qualche anno fa, di un servizio dell' emittente araba Al Jazeera, nel quale veniva intervistata proprio la protagonista di questa drammatica vicenda, anche se a Torino Nyman c' è venuto quando gli fu commissionato un brano per la Reggia della Venaria. Isoke Aikpitanyi aveva appena 21 anni, quando arrivò a Torino nel 2000, e proprio quel momento che segna l' inizio della sua schiavitù è descritto con parole amarissime nella canzone: «Mi hanno portato via il passaporto e mi hanno lasciato una cicatrice - recita il testo - e la mia amica è morta perché non riusciva a mentire. La verità è un peccato sulla strada, nella città di Torino». Tutto vero, tutto purtroppo è accaduto. «Quando sono arrivata a Porta Nuova - ha ricordato la Aikpitanyi all' inviato di Al Jazeera- mi hanno detto che gli stranieri senza permesso potevano fare solo un tipo di lavoro, e mi hanno imposto di ripagare ventimila dollari di debia città di Torino di David McAlmont& Michael Nyman, dall' album "The Glare"MN Records Non posso andarea casa odio sentirlo il vento passa attraverso i vestiti leggeri che mi obbliganoa mettere nessuno ascoltae vuole ascoltare la verit à su come sono andate le cose per una ragazza sulla strada nella città di Torino quando fa buio, nel parco del Valentino mi hanno portato via il passaporto e mi hanno lasciato una cicatrice e la mia amicaè morta perchè non riuscivaa mentire La veritàè un peccato sulla strada nella città di Torino Mi obbligano ad affittare l' angolo dove batto mi fanno pagare per questi vestitie io mi sento abbandonata in questa terra nebbiosa in questa citt à chiamata Torino Faccio cenno alle macchine per entrare dentro solo per stare un po' al caldo Lascio che lui mi tratti come una moglie Se pensoa come sono sopravvissuta Posso stare anche in una macchina, in una strada,/ /nella città di Torino Giorni interi nel deserto senza acquae stipati dentro un camione tr ascinati lungo la strada All' inizio eravamo molti di pi ù rispettoa quando siamo arrivati dovei fiumi si incontrano Nella città di Torino to. Ho resistito per quattro settimane, ma poi per me è iniziata quella che noi chiamiamo "the italian life". Mi hanno portata vicino al Valentino, e sono finita in ospedale in coma per tre giorni, ma le prostitute vengono trattate senza rispetto anche lì, le infermiere sono spesso razziste soprattutto con noi di colore». L' eco tagliente della canzone di Nyman e McAlmont, che la stampa inglese, dal Guardian all' Observer fino al mensile Uncut, hanno ampiamente elogiato, riflette proprio la solitudine di una giovane che si ritrova abbandonata in una città dove prevale un atteggiamento di indifferenza: «Nessuno ascolta e vuole ascoltare la verità - canta McAlmont - su come sono andate le cose per una ragazza sulla strada nella città di Torino». Nel brano non si racconta cos' è stato, poi, della giovane nigeriana. Oggi abita ad Aosta, lavora in una casa di accoglienza per aiutare le altre ragazze che finiscono nel tunnel della schiavitù sessuale. Quelle che ancora vengono obbligate a prostituirsi sulla strada dopo avere affrontato «giorni interi nel deserto senza acqua, stipati dentro un camion», sognando solo un lavoro. GUIDO ANDRUETTO (Repubblica - 24 gennaio 2010, pagina 1, sezione: TORINO).
Lagos (Nigeria) - Un Premio Internazionale a Isoke Aikpitanyi per il suo impegno contro la tratta
Un importante riconoscimento internazionale è stato attribuito alla giovane nigeriana Isoke Aikpitanyi che vive ad Aosta e che si è fatta conoscere per un libro, “Le ragazze di Benin City” e per il suo costante impegno contro la tratta degli esseri umani: la rivista internazionale di lingua inglese “Magazine”, un settimanale edito dal quotidiano nigeriano “The Guardian”, ha infatti deciso di premiarla per il suo impegno sociale innovativo e per il contributo alla costruzione di un futuro migliore per le giovani generazioni africane.
La premiazione avverrà il 7 febbraio a Lagos, nel corso di un galà cui parteciperanno autorità del mondo della cultura e dello spettacolo in Nigeria.
Il premio le è attribuito in particolare considerazione del ruolo che ha svolto in questi ultimi anni, trovando ascolto e attenzione anche in occasione del G 8 contro la violenza sulle donne che si svolse a fine 2009 a Roma, promosso dal Ministro Carfagna.
E’ la prima volta che in Nigeria una attenzione così particolare è rivolta a un personaggio attivo contro la tratta, ma questo premio ha un significato ancor più profondo poichè non è attribuito ad una donna nota nello spettacolo, nella cultura o nel giornalismo, ma nella realtà sociale e civile di un paese che deve affrontare con rinnovato slancio le sfide della democrazia, dei pari diritti, della scolarizzazione e del contrasto dei traffici mafiosi che, purtroppo, devastano le speranze di tanti giovani.
E’ la seconda volta che Isoke Aikpitanyi riceve un Premio internazionale; due anni le fu attribuita la targa Martin Luther King, mentre in Italia il suo libro “Le ragazze di Benin City” ha ottenuto numerosi premi e le ha aperto importanti spazi mediatici.
Il Premio arriva in un momento speciale: Isoke Aikpitanyi ha infatti iniziato una ricerca nazionale sulle ragazze nigeriane vittime della tratta in Italia, commissionatole dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e sta lavorando alla attuazione di una missione di informazione e prevenzione da svolgere nei paesi africani maggiormente interessati dal dramma del traffico degli esseri umani.
Isoke Aikpitanyi è testimonial della Campagna per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace alla “Donna africana”, segno che il rinnovamento in Africa poggia in gran parte sul ruolo delle donne.
Il 18/12/09, Piervincenzo Canale <piervincenzocanale at gmail.com> ha scritto:http://www.africanews.it/movimento-africani-in-sciopero-della-fame-a-roma/
Scrivo qui un estratto dell'appello del movimento degli africani che a Roma ha indetto uno sciopero della fame per fermare l'illegalità.
Il Movimento degli Africani ha indetto uno sciopero della fame come forma di protesta contro l’illegalità dilagante in Italia che costringe qualsiasi straniero a vivere in condizioni immonde.Questo il comunicato del movimento:“Siamo arrivati a un punto tale d’esasperazione che non ci resta altro che l’ “arma” dello sciopero della fame!
Viviamo in un paese che abbiamo adottato come il nostro. I nostri bambini sono nati qui e ormai non conoscono altro patria che l’Italia. Noi ci siamo inseriti nel tessuto sociale italiano, portando ogni giorno il nostro contributo al consolidamento del benessere d’una nazione che è ormai la nostra. Noi ci glorifichiamo dei successi dell’Italia, soffriamo con il paese in tempi di recessione, rendendoci sensibili alle gioie e ai dolori di un paese che abbiamo imparato ad amare, a rispettare, a portare nei nostri cuori, senza lamentarci più degli altri.