Re:[africa] Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008



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luisa

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Date : Mon, 7 Jul 2008 08:59:28 +0200 (CEST)
> Subject : [africa] Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008
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>> Manifesto degli scienziati antirazzisti 2008
>>
>> Capire le differenze, valorizzare le diversità
>> Di razza ce n’è una sola. Quella umana
>>
>> In occasione del 70° anniversario della promulgazione delle leggi
>> razziali, avvenuta nella Tenuta di San Rossore il 5 settembre 1938 dal
>> re
>> d’Italia Vittorio Emanuele III, abbiamo voluto smontare l’architettura
>> tanto accurata quanto infame che fu posta dal regime fascista a sostegno
>> del razzismo e dell’antisemitismo italiano. È con questa intenzione che
>> ho
>> chiesto al prof. Marcello Buratti di coordinare la stesura di un
>> “Manifesto degli scienziati antirazzisti”, specularmene opposto a quello
>> del 1938, riportato qui di seguito e accompagnato da firme autorevoli e
>> prestigiose.
>>
>> Sono certo che cittadini, giovani, donne e uomini di cultura, operatori
>> sociali, rappresentanti delle istituzioni, condividendo il significato
>> dell’iniziativa vorranno aderire aggiungendo di seguito i loro nomi.
>>
>> Claudio Martini
>> Presidente Regione Toscana
>>
>> ^^^^^^^^^^^^^^^^^
>> il manifesto
>> ^^^^^^^^^^^^^^^^^
>>
>> I. Le razze umane non esistono. L’esistenza delle razze umane è
>> un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole
>> differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente
>> associate a differenze “psicologiche” e interpretate sulla base di
>> pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull’idea che
>> gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti,
>> sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare
>> arbitrariamente
>> uomini e donne in “migliori” e “peggiori” e quindi discriminare questi
>> ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di
>> tutti
>> i mali nei momenti di crisi.
>>
>> II. L’umanità, non é fatta di grandi e piccole razze. È invece, prima di
>> tutto, una rete di persone collegate. È vero che gli esseri umani si
>> aggregano in gruppi d’individui, comunità locali, etnie, nazioni,
>> civiltà;
>> ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perché
>> condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti,
>> arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese
>> stabili da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi
>> mutamenti
>> storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e
>> dissolvono con una rapidità incompatibile con i tempi richiesti da
>> processi di selezione genetica.
>>
>> III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato
>> biologico.
>> L’analisi dei DNA umani ha dimostrato che la variabilità genetica nelle
>> nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri “cugini” scimpanzé,
>> gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da differenze fra
>> persone
>> della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra
>> continenti diversi sono piccole. I geni di due individui della stessa
>> popolazione sono in media solo leggermente più simili fra loro di quelli
>> di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste
>> differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono
>> mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie,
>> e
>> hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.
>>
>> IV. È ormai più che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso
>> del mito nazista della identificazione con la “razza ariana”,
>> coincidente
>> con l’immagine di un popolo bellicoso, vincitore, “puro” e “nobile”, con
>> buona parte dell’Europa, dell’India e dell’Asia centrale come patria, e
>> una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee. Sotto il
>> profilo
>> storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani
>> come
>> un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indo-europea deriva da
>> una
>> classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al
>> contrario, che l’Europa è stata popolata nel Paleolitico da una
>> popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel
>> Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino
>> Oriente. L’origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati
>> africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto
>> perennemente
>> vivo dell’Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo
>> fascista, si deve all’alleato nazista l’identificazione anche degli
>> italiani con gli “ariani”.
>>
>> V. È una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano
>> da
>> famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio. Gli stessi Romani
>> hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze
>> e
>> dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento
>> culturale e sociale, che hanno caratterizzato l’intera storia della
>> penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma
>> anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti
>> ”barbari”, hanno prodotto l’ibrido che chiamiamo cultura italiana. Per
>> secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in
>> piccoli Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati
>> con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.
>>
>> VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. L’Italia
>> come Nazione si é unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi
>> milioni
>> di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in città e
>> quartieri
>> stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, é
>> quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro
>> culture
>> proprio “incrociandoci” fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una
>> inesistente “purezza del sangue” la “nobiltà” della “Nazione” significa
>> ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli
>> abitanti dell’attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed
>> esteso di culture.
>>
>> VII. Il razzismo é contemporaneamente omicida e suicida. Gli Imperi sono
>> diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma
>> sono
>> improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Così é avvenuto e
>> avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi
>> le
>> minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo é suicida
>> perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi
>> che lo praticano. La tendenza all’odio indiscriminato che lo alimenta,
>> si
>> estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto
>> ad una definizione sempre più ristretta della “normalità”. Colpisce
>> quelli
>> che stanno “fuori dalle righe”, i “folli”, i “poveri di spirito”, i gay
>> e
>> le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti
>> coloro
>> che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realtà
>> permettono all’umanità di cambiare continuamente e quindi di vivere.
>> Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se é capace di
>> cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre
>> più
>> con le invenzioni dei nostri “benevolmente disordinati” cervelli.
>>
>> VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei
>> pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza
>> italiana
>> l’Africa appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo è il mare
>> che
>> nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che
>> non esiste una “comune razza mediterranea”. Per spingere più indietro
>> l’Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro “semiti” e
>> “camiti”, con cui più facilmente si può entrare in contatto. La scienza
>> ha
>> chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i
>> Mediterranei
>> d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani
>> dall’altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista
>> paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l’origine
>> africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in un’unica
>> razza.
>>
>> IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli
>> ebrei, come tutti i popoli migranti ( nessuno é migrante per libera
>> scelta
>> ma molti lo sono per necessità) sono sparsi per il Mondo ed hanno fatto
>> parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro
>> identità di popolo e di religione. Così é successo ad esempio con gli
>> Armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta succedendo con i
>> migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi ,
>> popoli appartenenti all’Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi
>> popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la
>> fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a
>> quella
>> degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando é stato
>> possibile, né l’una né l’altra.
>>
>> X. L’ideologia razzista é basata sul timore della “alterazione” della
>> propria razza eppure essere “bastardi” fa bene. È quindi del tutto cieca
>> rispetto al fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori,
>> perfino con i propri nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono
>> molto più preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri
>> fisici alterano più per effetto delle condizioni di vita che per
>> selezione
>> e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno
>> scritti
>> nei loro geni. Il “meticciamento” culturale é la base fondante della
>> speranza di progresso che deriva dalla costituzione della Unione
>> Europea.
>> Un’Italia razzista che si frammentasse in “etnie” separate come la
>> ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro.
>>
>> Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di
>> cultura e di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e
>> implosione
>> non controllabili perché originate dalla ripulsa
>> indiscriminata per chiunque consideriamo “altro da noi”.
>>
>> Enrico Alleva, Docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanità, Roma
>> Guido Barbujani, Docente di Genetica di popolazioni, Università Ferrara
>> Marcello Buiatti, Docente di Genetica, Università di Firenze
>> Laura dalla Ragione, Psichiatra e psicoterapeuta, Perugia
>> Elena Gagliasso, Docente di Filosofia e Scienze del vivente, Università
>> La
>> Sapienza, Roma
>> Rita Levi Montalcini, Neurobiologa, Premio Nobel per la Medicina
>> Massimo Livi Bacci, Docente di demografia, Università di Firenze
>> Alberto Piazza, Docente di Genetica Umana, Università di Torino
>> Agostino Pirella, Psichiatra, co-fondatore di Psichiatria democratica,
>> Torino
>> Francesco Remotti, Docente di Antropologia culturale, Università di
>> Torino
>> Filippo Tempia, Docente di Fisiologia, Università di Torino
>> Flavia Zucco, Dirigente di Ricerca, Presidente Associazione Donne e
>> Scienza, Istituto di Medicina molecolare, CNR , Roma
>>
>> http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/1215171904894_Manifesto_antirazzista_2008.pdf
>>
>> per firmare:
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>>
>> «E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi
>> che
>> amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel
>> vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che
>> arrivino per voi»
>>
>> Primo Levi
>>
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«E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi che amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che arrivino per voi»

Primo Levi