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SEXUAL VIOLENCE AGAINST CIVILIANS IN CONFLICT ZONES
- Subject: SEXUAL VIOLENCE AGAINST CIVILIANS IN CONFLICT ZONES
- From: lu-sa at clio.it
- Date: Sat, 21 Jun 2008 07:34:07 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
il testo in italiano della risoluzione ********************* United Nations Security Council 5916th Meeting (AM & PM) SECURITY COUNCIL DEMANDS IMMEDIATE AND COMPLETE HALT TO ACTS OF SEXUAL VIOLENCE AGAINST CIVILIANS IN CONFLICT ZONES, UNANIMOUSLY ADOPTING RESOLUTION 1820 (2008) Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite - Risoluzione n° 1820 - 19.6.2008Il Il Consiglio di sicurezza, "Riaffermando il suo impegno a portare avanti e ad attuare pienamente le risoluzioni 1325 (2000), 1612 (2005) e 1674 (2006) con riferiamento anche alle dichiarazioni del suo presidente del 31 ottobre 2001 (Security Council/PRST/2001/31), del 31 ottobre 2001 (Security Council/PRST/2002/32) del 28 ottobre 2004 (Security Council/PRST/2004/40), del 27 ottobre 2005 (Security Council/PRST/2005/52), dell’8 novembre 2006 (Security Council/PRST/2006/42), del 7 marzo 2007 (Security Council/PRST/2007/5) e del 24 ottobre 2007 (Security Council/PRST/2007/40); "In osservanza degli scopi e dei principi e della Carta delle Nazioni Unite, "Riaffermando la risoluzione riportata nel documento finale del World Summit 2005 per l’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze, compresa la fine dell’impunità e la necessaria protezione delle popolazioni civili, in particolare delle donne e delle ragazze nel corso dei conflitti armati e nelle situazioni post-belliche, in modo conforme con gli obblighi che gli Stati hanno sottoscritto ai sensi delle disposizioni internazionali in tema di diritti umani e umanitari; "Richiamando gli impegni contenuti nella Dichiarazione di Beijing e la Piattaforma per l’azione (A/52/231), come pure gli impegni contenuti nel documento finale della ventitreesima sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite "Women 2000: Gender Equality, Develpment and Peace for the Twenty-first Century" (A/S-23/10/Rev.1), in modo particolare quelli riguardanti la violenza sessuale e le donne nelle situazioni di conflitto armato; "Riaffermando inoltre gli obblighi degli Stati membri a proposito della Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, il suo Protocollo opzionale, la Convenzione sui diritti del bambino e il suo Protocollo opzionale, sollecita gli Stati che non vi hanno aderito o che non hanno ancora provveduto alla loro ratifica; "Osservando che i civili sono la parte della popolazione maggiormente esposta alle conseguenze deleterie dei conflitti armati, che le donne e le ragazze sono particolarmente esposte all’uso della violenza sessuale, adoperata anche come tattica di guerra per umiliare, dominare, impaurire, disperdere e/o rimuovere forzatamente gli appartenenti a comunità e gruppi etnici; e osservando che la volenza sessuale perpetrata in questo modo può in alcuni casi perdurare oltre la fine delle ostilità; "Richiamando nel modo più fermo la sua condanna contro tutte le forme di violenza, incluse quelle a carattere sessuale commesse contro i civili nei conflitti armati, in particolare contro le donne e i bambini, "Rinnovando la sua profonda preoccupazione per il fatto che, nonostante i suoi ripetuti atti di condanna della la violenza anche sessuale esercitata contro le donne e i bambini nelle situazioni di conflitto armato, e che sebbene tali richiami siano stati rivolti a tutte le parti in conflitto per l’immediata cessazione di tali atti, gli stessi atti continuano ad accadere e in alcuni casi sono divenuti sistematici e diffusi, raggiungendo livelli sconcertanti di brutalità, "Ricordando che gli atti di violenza sessuale sono compresi nello Statuto della Corte per i crimini di guerra di Roma e dei tribunali penali internazionali, "Riaffermando l’importanza del ruolo delle donne nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti, nonché nei processi di pacificazione e sottolineando l’importanza della loro piena partecipazione in tutti gli sforzi per il mantenimento e la promozione della pace e della sicurezza, nonché la necessità di aumentare partecipazione nei processi decisionali sulla prevenzione e la risoluzione dei conflitti, "Profondamente preoccupato anche per i continui ostacoli e sfide frapposti alla partecipazione delle donne e al loro pieno coinvolgimento nella prevenzione e nella soluzione dei conflitti a causa di forme di violenza, intimidazione e discriminazione che erodono la loro capacità e il loro diritto di partecipare alla vita pubblica post-bellica; riconosce inoltre l’impatto negativo che tutto ciò ha per una pace duratura, la sicurezza, la riconciliazione e gli sforzi di pacificazione post-bellici, "Riconoscendo che gli Stati hanno la responsabilità fondamentale di garantire il rispetto e i diritti dei loro cittadini e di tutte le persone che si trovano nel loro territorio, così come riconosciuto dal diritto internazionale, "Riaffermando che le parti coinvolte in un conflitto armato hanno la responsabilità fondamentale di mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la protezione dei civili coinvolti, "Salutando con favore gli sforzi di coordinamento in corso presso le Nazioni Unite, segnatamente da parte dell’agenzia intergovernativa "United Nations against Sexual Violence in Conflict", per promuovere la consapevolezza sulla questione della violenza sessuale nei conflitti armati e nelle situazioni post-belliche e per porre fine, "1. Sottolinea il fatto che la violenza sessuale, laddove praticata o incitata come tattica di guerra allo scopo di colpire in modo deliberato i civili o come parte di attacchi sistematici contro le popolazioni civili può esacerbare in modo significativo le situazioni di conflitto armato e impedire il ripristino di condizioni di pace e di sicurezza. Afferma che azioni concrete per prevenire e rispondere a tali atti di violenza sessuale possono contribuire in modo significativo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Si dichiara pronto, se necessario, a porre tali questioni all’attenzione del Consiglio e a porre in agenda azioni appropriate in risposta alla violenza sessuale diffusa o sistematica, "2. Chiede a tutte le parti coinvolte nei conflitti armati di far cessare immediatamente e del tutto ogni atto di violenza sessuale contro i civili; "3 Chiede che tutte le parti coinvolte in conflitti armati prendano immediate misure per proteggere le popolazioni civili, incluse le donne e le ragazze, contro ogni forma di violenza sessuale, adottando adeguate misure disciplinari nei confronti dei militari, sostenendo il principio della responsabilità di comando, l’addestramento delle truppe sul divieto categorico di ogni forma di violenza sessuale contro i civili, depotenziando i miti che sono all’origine della violenza sessuale, esaminando attentamente il comportamento delle forze armate e dele forze di sicurezza con riferimento ai passati casi di stupro ed ad altre forme di violenza sessuale e sull’evacuazione di donne e di bambini a rischio imminente rischio di violenza sessuale. Chiede inoltre al Segretario generale, se del caso, di voler incoraggiare il dialogo e di riferire su ciò in occasione di più ampie discussioni a proposito della risoluzione di conflitti tra gli ufficiali delle Nazioni Unite e le parti in conflitto, tenendo nel debito conto anche delle opinioni delle donne e delle comunità locali coinvolte; "4. Osserva che lo stupro e altre forme di violenza sessuale possono rappresentare un crimine di guerra, un crimine contro l’umanità o comunque un atto che afferisce al genocidio. Sottolinea la necessità di escludere i crimini per violenza sessuale dalle disposizioni di amnistia nell’ambito dei processi per la risoluzione dei conflitti. Si rivolge agli Stati membri affinché vogliano onorare i propri impegni, le proprie responsabilità per tali atti, procedendo contro le persone responsabili di tali atti e assicurando alle vittime di violenza sessuale, in modo particolare alle donne e alle ragazze, una uguale protezione legale e un uguale accesso alla giustizia. Sottolinea inoltre l’importanza di porre fine all’impunità nei confronti di tali atti, come parte di un approccio globale per la ricerca della pace della giustizia, della verità e della riconciliazione nazionale; "5. Fa presente che, una volta stabilite o rinnovate le sanzioni a carico di uno Stato, prenderà in considerazione il ricorso a misure mirate e progressive contro quelle parti che nelle situazioni di conflitto armato abbiano commesso stupri o altre forme di violenza sessuale contro le donne e le ragazze; "6. Chiede al Segretario generale e in consultazione con il Consiglio di sicurezza, al Comitato speciale sulle operazioni di pacificazione e al suo gruppo di lavoro e agli Stati che hanno più influenza, di sviluppare e attuare programmi di adestramento per tutto il personale inviato per le missioni umanitarie delle Nazioni Unite su mandato del Consiglio allo scopo di aiutarli a prevenire, riconoscere e rispondere meglio agli atti di violenza sessuale e ad altre forme di violenza contro i civili: "7. Chiede al Segretario generale di portare avanti e di moltiplicare gli sforzi per attuare una politica di tolleranza zero nei confronti dello sfruttamento e dell’abuso sessuale nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. Sollecita altresì i militari e le forze di polizia dei paesi coinvolti a prendere le debite iniziative per la prevenzione del fenomeno e ogni altra misura per assicurare la piena responsabilizzazione nei casi in cui tali condotte siano imputate ai loro personale; "8. Sollecita il personale militare e di polizia dei paesi contribuenti, in consultazione con il Segretario generale, a prendere in considerazione le opportune misure da adottare per innalzare il livello di consapevolezza e di sensibilizzazione del loro personale che partecipa per conto delle Nazioni Unite alle operazioni per il mantenimento della pace per proteggere i civili, comprese le donne e le ragazze e prevenire la violenza sessuale contro le donne e le ragazze nei conflitti e nelle situazioni post-belliche, anche ricorrendo all’impiego di un maggior numero di donne nel personale dell’esercito e della polizia; "9. Chiede al Segretario generale di sviluppare linee guida e strategie per migliorare la competenza di rilevanti operazioni per il mantenimento della pace delle Nazioni Unite, compatibilmente con il loro mandato, per la protezione dei civili, comprese le donne e le ragazze, da ogni forma di violenza sessuale e che i suoi rapporti scritti sulle situazioni di conflitto inviati al Consiglio includano osservazioni e raccomandazioni sulla protezione delle donne e delle ragazze; "10. Chiede al Segretario generale e alle principali agenzie delle Nazioni Unite che si adoperino tra l’altro, attraverso la consultazione delle donne e delle organizzazioni guidate dalle donne, per sviluppare efficaci meccanismi per la difesa dagli atti di violenza, compresa in particolare la violenza sessuale, alle donne e alle ragazze che sono ospitate o che si trovano presso i campi per rifugiati o sfollati allestiti dalle Nazioni Unite, come anche in tutti casi di disarmo, smobilitazione, e reintegrazione, e nell’ambito delle riforme di settore sulla giustizia e sulla sicurezza assistite dalle Nazioni Unite; "11. Sottolinea l’importanza del ruolo che può svolgere la Commissione per il mantenimento della pace, con i suoi consigli e le sue raccomandazioni a proposito delle strategie a favore della pace nelle situazioni post-belliche e, se del caso, sulle modalità per fronteggiare le violenze commesse dopo un conflitto armato, per assicurare la consultazione e l’effettiva partecipazione delle donne alla vita civile nel loro paese come parte di un più vasto approccio alle tematiche di genere; "12. Sollecita il Segretario generale e il suo inviato particolare ad invitare le donne a partecipare alle discussioni sulla prevenzione e la risoluzione dei conflitti, sul mantenimento della pace e della sicurezza, sullo sviluppo della pace nelle situazioni post-belliche e ad incoraggiare tutte le parti interessate a partecipare a tali occasioni di dibattito per facilitare l’equa e piena partecipazione delle donne a tutti i livelli del processo decisionale; "13. Sollecita tutte le parti coinvolte, compresi gli Stati membri, gli organismi delle Nazioni Unite e le istituzioni finanziarie, a contribuire allo sviluppo e al rafforzamento delle istituzioni nazionali, in modo particolare i sistemi giudiziari e sanitari e le reti locali della società civile, allo scopo di fornire una adeguata assistenza alle vittime di violenza sessuale nei conflitti armati e nelle situazioni post-belliche; "14. Sollecita in particolare le amministrazioni regionali e gli enti locali a studiare ed ed attuare adeguate politiche, attività e assistenza legale a favore delle donne e delle ragazze che hanno subito violenza sessuale nel corso di conflitti armati; "15. Chiede inoltre al Segretario generale di presentare al Consiglio entro il 30 giugno 2009 un rapporto sull’attuazione della presente risoluzione riguardo alle situazioni che il Consiglio ha in agenda, con informazioni provenienti dalle fonti delle Nazioni Unite, compresi i gruppi di lavoro nazionali, le operazioni di mantenimento della pace o da altro personale delle Nazioni Unite, in modo tale da comprendere anche le informazioni sulle situazioni di conflitto armato in cui la violenza sessuale è stata perpetrata contro i civili in modo diffuso o sistematico; con analisi delle situazioni in cui il fenomeno è prevalente e dell’evoluzione dei casi di violenza sessuale in situazioni di conflitto armato; con strategie per ridurre l’esposizione delle donne e delle ragazze a tale violenza; con analisi comparative sui progressi ottenuti nel campo della prevenzione e sulle modalità di risposta alla violenza sessuale; con una adeguata collaborazione da parte del personale inviato sul campo dai partner delle Nazioni Unite; con informazioni rigardanti i suoi progetti per facilitare la raccolta di informazioni rapide, oggettive, accurate e attendibili sul ricorso alla violenza sessuale in situazioni di conflitto armato, anche attraverso un maggiore coordinamento delle attività delle Nazioni Unite sul campo e nelle strutture di comando; con informazioni sulle azioni intraprese dalle parti in conflitto per dar conto delle proprie responsabilità secondo quanto disposto in questa risoluzione, con particolare riferimento all’immediata e definitiva cessazione di ogni atto di violenza sessuale e alle adeguate misure per proteggere le donne e le ragazze da ogni forma di violenza sessuale; "16. Decide di rimanere costantemente aggiornato sulla questione." La traduzione della risoluzione Onu è redazionale.(20 giugno 2008) http://www.cittadinolex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=84690&idCat=75 #°*'°+.,_ ,,;:#°'*°+.,,_,,;:#°''*°+.,_ «E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi che amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che arrivino per voi» Primo Levi
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