Dall'agenzia MISNA



Dall'agenzia MISNA

19/6/2008
DAL MAROCCO AL BENIN, L´INDIGNAZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE

"L´unica conseguenza del rafforzamento delle misure di sicurezza per lottare
contro la cosiddetta `immigrazione clandestina´ è stata finora un aumento dei
morti sulle rotte dei migranti. I parlamentari europei devono saperlo: avendo
approvato la `direttiva sui rimpatri´ contribuiscono indirettamente alla
morte
di nuove persone": non è velata l´indignazione di Hicham Rachidi, esponente
della società civile marocchina e del `Gruppo antirazzista di difesa degli
stranieri e dei migranti in Marocco´ (Gaddem), quando commenta al telefono la
nuova normativa approvata ieri dal parlamento di Strasburgo aggiungendo:
"Reprimere, bloccare, punire non farà cambiare idea a chi ha deciso di
partire
e tentare una nuova vita altrove. Il flusso non è mai diminuito; si sono
invece
aperte nuove rotte, più pericolose, più lunghe e difficili, ma chi vuole
andarsene è pronto a tutto". Spesso, la scelta di partire per l´Europa è ben
preparata e concordata con la famiglia: "Per noi - afferma Rachidi - i
migranti
non sono clandestini, ma eroi, grazie ai quali un fratellino o una
sorellina in
patria può andare a scuola, una madre può fare la spesa, una famiglia può
sopravvivere. E il contributo degli stranieri all´economia europea è
ampiamente
dimostrato. Sul nostro pianeta, non esistono clandestini!" Dello stesso
parere
è Raymond Yoro Bi Ta, presidente dell´Associazione interafricana per la
promozione e la difesa dei diritti dei rifugiati e richiedenti d´asilo
(Aipdrda) con sede in Benin, convinto che chiudere la `fortezza Europa´ non è
un deterrente per i candidati all´emigrazione. "I colonizzatori europei sono
venuti fino alle zone più remote del mio paese natale, la Costa d´Avorio;
perché noi africani non dovremmo poter andare in Europa e avere la
possibilità
di trovare un lavoro e una vita migliore?" s´interroga Yoro Bi Ta mentre
parla
con la MISNA dal Mali, dove sta partecipando alla preparazione del prossimo
`Forum dei popoli´ previsto dal 6 al 9 luglio a Koulikouro. "Il Forum sarà
un´
occasione per preparare una degna risposta all´Europa, siamo sicuri che l´
argomento sarà centrale´" continua Yoro Bi Ta, colpito e stupito dal voto
europeo su quelli che non chiama né clandestini né immigrati o migranti, ma
semplicemente viaggiatori. "Allorché molte organizzazioni della società
civile
si battono per costruire un mondo più unito, i politici stanno agendo per
dividerci" continua l´esponente ivoriano, che auspica comunque un
miglioramento
delle politiche africane per accrescere il benessere delle popolazioni sul
continente. Rachidi conclude: "Chiediamo ai nostri governi di non firmare
alcuna intesa con l´ Europa sul rimpatrio dei migranti, alle aziende di
trasporto e agli agenti della dogana di non accettare gli espulsi: il
contrario
sarebbe un tradimento". ( A cura di Celine Camoin)



18/6/2008
MISSIONARIO, "ORA PER L´EUROPA È UN CRIMINE"


"L´approvazione della cosiddetta `direttiva sui rimpatri´ mostra
inequivocabilmente il clima che si respira in tutta Europa su questo tema:
una
recrudescenza delle misure di polizia nei confronti di chi spesso è
costretto a
fuggire dal proprio paese d´origine, a causa di una guerra, di un regime
oppressivo, della fame o di catastrofi naturali": così padre Lorenzo
Prencipe,
missionario scalabriniano e direttore del Centro studi sull´emigrazione di
Roma
(Cser), commenta alla MISNA gli ultimi sviluppi in sede europea in materia ei
immigrazione. Ricordando la distinzione tra immigrazione regolare e
irregolare
e che la direttiva europea riguarda quest´ultima, il direttore del Cser si
chiede cosa succederà a un extra-comunitario a cui non verrà rinnovato il
permesso di soggiorno: "A livello europeo è stata accettata l´idea che l´
immigrazione è un crimine; in questo modo si sono perse di vista tutte l´
indicazioni provenienti dal Consiglio d´Europa, dalla Commissione europea
e da
altre istituzioni internazionali" ha aggiunto il missionario. Citando un´
intervista al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso
pubblicata oggi sul Corriere della sera, Prencipe sostiene: "Esiste una
contraddizione, o meglio una vera e propria schizofrenia: Barroso afferma che
gli immigrati clandestini sono delle vittime, che bisogna puntare all´
integrazione, a politiche solidali e di coesione sociale; di fatto, questi
elementi vengono dimenticati se il Parlamento approva una misura per cui gli
immigrati possono essere trattenuti fino a 18 mesi e perfino i minori possono
essere espulsi". Prencipe continua ricordando che i prossimi migranti
fuggiranno dai loro paesi a causa dei mutamenti climatici, che però sono
originati nel nord del mondo: "Se noi ne siamo gli autori, perché
criminalizziamo chi ne subisce gli effetti?". Da studioso del fenomeno
migratoria, il direttore del Centro studi sull´emigrazione evidenzia anche l´
originalità del provvedimento adottato oggi in sede europea: "Il diritto
solitamente tende a migliorare le condizioni delle persone: gli emigranti
europei del secolo scorso dovevano fare i conti con l´ordinaria
discriminazione
nella vita quotidiana, ma non credo che abbiano mai dovuto avere a che
fare con
misure legislative così restrittive e penalizzanti". Ciò che preoccupa
maggiormente il missionario scalabriniano è che, nonostante la presenza di
qualche voce critica, la maggioranza abbia ormai accettato questa logica
perversa: "il silenzio della cosiddetta gente comune fa paura". "Si
predica in
un modo, ma le misure che vengono adottate vanno in tutt´altra direzione:
se la povertà è diventata un crimine, se l´immigrazione è diventata un
crimine, se si
vive nella paura del diverso, significa che il mondo è tutto quanto sulla via
di trasformarsi in un grande `Centro di identificazione ed espulsione´,
questo
nuovo eufemismo con cui vengono chiamati i vecchi centri di permanenza
temporanea".( a cura di Michele Vollaro)[CO]


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«E' ora quindi che parliate tutti voi che amate la libertà, tutti voi che
amate il diritto alla felicità, tutti voi che amate dormire immersi nel
vostro privato sogno, è ora che parliate o maggioranza muta! Prima che
arrivino per voi»

Primo Levi