mi chiamo Francesca Porro e anche io aderisco all'appello.
Date: Wed, 28 May 2008 10:24:02 +0200 From: lu-sa at clio.it To: africa at peacelink.it CC: lecce_cittaplurale at yahoogroups.com; dw-intercultura at yahoogroups.com Subject: [africa] APPELLO
PREGO FAR CIRCOLARE E RACCOGLIERE ADESIONI.- -----------------------------------------------
Siamo
persone – storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi,
operatori culturali– che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro
vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci hanno
condotto ad analizzare i processi di diffusione del pregiudizio razzista e
i meccanismi di attivazione del razzismo di massa. Per questo destano in
noi vive preoccupazioni gli avvenimenti di questi giorni – le
aggressioni agli insediamenti rom, le deportazioni, i roghi degenerati in
veri e propri pogrom – e le gravi misure preannunciate dal governo
col pretesto di rispondere alla domanda di sicurezza posta da una parte
della cittadinanza. Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa di
terribile: qualcosa di nuovo ma non di inedito.
La
violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto
dell’Europa, essa è stata, tra Otto e Novecento, un
corollario della modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è
stata alimentata dagli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare
dall’incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli
enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di
questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni
fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il
diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il
ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma oggi si
rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a saltare i
dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il riaffermarsi di
un senso comune razzista e di pratiche razziste di massa.
Gli
avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa,
rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a
comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora
nell’immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire una
pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo
diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di
là della quale potrebbero innescarsi processi non più
governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da
tutti, a cominciare dalle più alte cariche dello Stato, dagli
amministratori locali, dagli insegnanti e dagli operatori
dell’informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica
politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio
le fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel
secolo scorso – e anche allora i rom furono tra le vittime designate
della violenza razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso
chiaro come avesse ragione Primo Levi nel paventare la possibilità
che quell’atroce passato tornasse.
Marco Aime,
Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia Catalan, Enzo
Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello, Angelo D’Orsi,
Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli, Clara Gallini, Pupa
Garribba, Francesco Germinario, Patrizio Gonnella, Gianfranco Laccone,
Maria Immacolata Macioti, Brunello Mantelli, Giovanni Miccoli, Giuseppe
Mosconi, Grazia Naletto, Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca,
Pier Paolo Poggio, Carlo Postiglione, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera,
Rossella Ropa, Emilio Santoro, Katia Scannavini, Renate Siebert,
Gianfranco Spadaccia, Elena Spinelli, Diacono Todeschini, Nicola
Tranfaglia, Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
Filippo Miraglia
Responsabile Immigrazione ARCI Via dei monti di pietralata 16 00151 Roma+
tel.
+39.3484410860 e mail miraglia at arci.it
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