Aderisco con piacere all’appello e
ringrazio i promotori.
Domenico Cella
Via San. Felice 48
40122 Bologna
Da:
africa-request at peacelink.it [mailto:africa-request at peacelink.it] Per conto di lu-sa at clio.it
Inviato: mercoledì 28 maggio 2008
10.24
A: africa at peacelink.it
Cc: lecce_cittaplurale at yahoogroups.com;
dw-intercultura at yahoogroups.com
Oggetto: [africa] APPELLO
PREGO FAR CIRCOLARE E
RACCOGLIERE ADESIONI.-
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Siamo persone – storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi,
operatori culturali– che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro
vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci hanno condotto
ad analizzare i processi di diffusione del pregiudizio razzista e i meccanismi
di attivazione del razzismo di massa. Per questo destano in noi vive
preoccupazioni gli avvenimenti di questi giorni – le aggressioni agli
insediamenti rom, le deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom
– e le gravi misure preannunciate dal governo col pretesto di rispondere
alla domanda di sicurezza posta da una parte della cittadinanza. Avvertiamo il
pericolo che possa accadere qualcosa di terribile: qualcosa di nuovo ma non di
inedito.
La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto
dell’Europa, essa è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della
modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata dagli
effetti sociali della globalizzazione, a cominciare dall’incremento dei
flussi migratori e dalle conseguenze degli enormi differenziali salariali. Con
ogni probabilità, nel corso di questi venti anni è stata sottovalutata la gravità
di taluni fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il
diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il ritorno di
ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma oggi si rischia un salto
di qualità nella misura in cui tendono a saltare i dispositivi di interdizione
che hanno sin qui impedito il riaffermarsi di un senso comune razzista e di
pratiche razziste di massa.
Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti dalla stampa,
rischiano di riabilitare il razzismo come reazione legittima a comportamenti
devianti e a minacce reali o presunte. Ma qualora nell’immaginario
collettivo il razzismo cessasse di apparire una pratica censurabile per
assumere i connotati di un «nuovo diritto», allora davvero varcheremmo una
soglia cruciale, al di là della quale potrebbero innescarsi processi non più
governabili.
Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare dalle più
alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali, dagli insegnanti e dagli
operatori dell’informazione. Non ci interessa in questa sede la polemica
politica. Il pericolo ci appare troppo grave, tale da porre a repentaglio le
fondamenta stesse della convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso
– e anche allora i rom furono tra le vittime designate della violenza
razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse ragione
Primo Levi nel paventare la possibilità che quell’atroce passato
tornasse.
Marco Aime, Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia Catalan,
Enzo Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello, Angelo D’Orsi,
Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli, Clara Gallini, Pupa
Garribba, Francesco Germinario, Patrizio Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata
Macioti, Brunello Mantelli, Giovanni Miccoli, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto,
Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca, Pier Paolo Poggio, Carlo
Postiglione, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera, Rossella Ropa, Emilio Santoro,
Katia Scannavini, Renate Siebert, Gianfranco Spadaccia, Elena Spinelli, Diacono
Todeschini, Nicola Tranfaglia, Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin,
Danilo Zolo.
Filippo Miraglia
Responsabile Immigrazione ARCI
Via dei monti di pietralata 16
00151 Roma+
tel. +39.3484410860
e mail miraglia at arci.it