elezioni Congo: aggiornamento 30 luglio



Comunicato per lista amici n. 6

 

Bukavu, 30 luglio 2006

 

 

Al gruppo di coordinamento sono continuati ad arrivare gli strascichi, per la maggior parte ottimali,  delle visite dei nostri osservatori ai luoghi di osservazione e dei loro incontri di venerdì scorso con le autorità locali e con i presidenti dei centres de vote. 

A Baraka Mirko e Andrea si sono confrontati con tutti gli osservatori nazionali in loco, mentre a Shabunda Roberto e Marco hanno visitato l’ospedale. Nuovo momento di formazione per Loretta e Silvia a Cahi, Bukavu, e per Ismaele e Valentina a Butembo. Qui, raccontano, la campagna elettorale è stata molto allegra e si è svolta con concerti di bande musicali quasi “porta a porta”.   

Grande entusiasmo è presente anche nelle due équipes di Goma: Mariangela e Patrizia ci fanno sapere che non vogliono più rientrare a casa, perché tutto lì “è una meraviglia”, mentre Katia, Maurizio e Nino scrivono: «Abbiamo incontrato 50 rappresentanti della parrocchia e toccato con mano le loro speranze, le loro paure. Siamo tutti congolesi!».

 

Sabato è stata, invece, la giornata del silenzio. Un silenzio rispettato dappertutto - ci hanno segnalato i nostri osservatori - con grande senso civico da parte della popolazione.

Marta e Annachiara, da Uvira, rimarcano che tanto era il caos nella città fino a tarda sera di venerdì 28, quanto sabato tutto appariva tranquillo. I manifesti di propaganda sono stati tutti strappati, anche quelli incollati alle macchine. Alle ore 14, il 70% dei loro bureau era pronto. Da Walungu, Ivana, Paolo e Daniele ci scrivono: «Qui SK8 tutto alla grande… siamo carichi come delle molle e… anche la popolazione! A presto e buon lavoro anche a tutti voi!».

Rimane invece logisticamente problematica la situazione di Minembwe. Paolo e Noemi sono isolatissimi e difficili risultano le comunicazioni. I centres de vote sono così lontani tra loro che pensano di riuscirne a visitare solo uno, che comprende sette bureaux. Le uniche due auto a Minembwe sono quelle a disposizione della CEI e della Monuc, e l’équipe non è certa di poter essere accompagnata. I nostri sono stati presentati alla polizia locale, perchè si ritiene che la loro presenza possa servire a evitare le tensioni presenti tra i Bagnamulenghe: qui, comunque, la campagna elettorale non è stata accesa, il coinvolgimento popolare è minore e si attende un basso numero di votanti.

Dal Nord Kivu, anch’esso toccato dal silenzio elettorale in maniera quasi capillare, arrivano altre notizie. A Goma, si osserva l’erroneo arrivo di schede elettorali destinate a Beni/Butembo, suscitando un po’ di preoccupazione nei seggi perché si presuppone che schede destinate a Goma siano state spedite nelle altre due città. L’altro team di osservatori presenti in città (NK25) rimarcano invece le tensioni nate tra i membri dei seggi elettorali, che non ricevono compenso, acqua e cibo da una settimana e minacciano d scioperare, con il rischio di far saltare le elezioni se la situazione persiste. Così un gruppo di militari, poliziotti e addetti della Monuc (per un totale di circa 60 persone) si sono recati nei vari seggi, accompagnando l’addetta alla sicurezza della CEI, per tranquillizzare i membri.

A Masisi Daniele e Donata sono stati informati che il presidente della CEI locale è stato minacciato di morte, chiedendo di essere sostituito, ma da Kinshasa è arrivato parere sfavorevole, poiché non è stato trovato un sostituto. Questo crea un po’ di preoccupazione…

Davanti alla CEI di Rutshuru è stata rilevata una lunga fila di persone che richiedevano il duplicato della tessera elettorale, o perchè persa o perchè rubata da ribelli nei villaggi. La CEI è riuscita a duplicare solo 700 schede, mentre i richiedenti erano 3000: questo preoccupa Federico  Vania che temono che domani si creino disordini, visto il gran numero di persone impossibilitate a votare. Ma - ci confermano - la sicurezza a Rutshuru ora è buona.

Episodio spiacevole, invece, per la troupe RAI che viaggia con noi e che era stata nei giorni scorsi a visitare Matanda. L’autista che doveva prelevarli a Goma, infatti, si è presentato all’appuntamento con 30 minuti di ritardo: per riparare, non si è fermato a un blocco di militari che hanno rincorso e fermato la macchina. L’autista è stato malmenato e portato in carcere, mentre i giornalisti sono stati accompagnati dai militari stessi al battello.

C.A.

 

 

 

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