Il fronte sguarnito |
|
|
Al Qaida si rafforza tra
Somalia e Sudan, si prepara un’altra tragedia
d’Africa
| |
Con un pretesto
inconsistente il governo del Sudan ha sospeso l’autorizzazione a permanere
sul territorio del Darfur ai membri delle agenzie dell’Onu, con
l’esclusione dell’Unicef e della Fao che si comportano solo da ufficiali
pagatori e non intervengono per certificare o contrastare il genocidio e
l’espulsione delle popolazioni locali a opera delle bande islamiche.
Contemporaneamente i tribunali islamici somali, che dopo la conquista di
Mogadiscio sono la principale forza attiva nel paese, nonostante
l’esistenza di un governo riconosciuto dall’Onu che non conta nulla, hanno
scelto come capo Hassan Dahir Aweys, che sta nelle liste dei terroristi
più ricercati dall’America. Le forze legate al terrorismo, e anche
direttamante ad al Qaida, si rafforzano in Africa, su un fronte che non è
nuovo, ma che è sostanzialmente sguarnito. L’incapacità delle
organizzazioni internazionali di farsi rispettare, di cui è un esempio
lampante la cacciata dell’Onu dal Darfur, che segue al rifiuto del governo
di Karthoum di accettare forze di interposizione dell’Unione africana, può
preludere solo alla costruzione di una roccaforte terroristica o
all’esplosione di nuovi, sanguinosissimi conflitti etnici e tribali. A
ostacolare le Corti islamiche somale, dopo il fallimento dei signori della
guerra, entreranno in campo paesi vicini, a cominciare dall’Etiopia, da
sempre in conflitto con la Somalia. Se il Sudan continuerà con le mire
espansive sul Ciad, gestite con le stesse truppe irregolari che
insanguinano il Darfur, prima o poi la Libia o l’Egitto, o ambedue,
dovranno trovare il modo per ostacolarle. Si sta preparando il terreno per
una serie di conflagrazioni in cui motivazioni etniche, religiose,
geopolitiche s’intrecciano e sulle quali nessuno è in grado di far
prevalere un minimo di legalità internazionale. E’ lo stesso panorama che
si è presentato nella regione dei grandi laghi e che ha provocato una
serie di stragi di dimensioni colossali. La comunità internazionale, che
ora sta a guardare impotente e pavida, che si fa spaventare dai diktat di
dittatorelli da strapazzo e di chierici arroganti, rischia poi di dover
intervenire a un prezzo assai più alto quando il consolidamento di questi
potentati avrà creato le condizioni per conflitti generali. Quelli che,
meritoriamente, ci ricordano le tragedie umanitarie dell’Africa non
dovrebbero voltarsi virtuosamente dall’altra parte quando queste si
preparano. |
|