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[aa-info] Fw: Terza posizione e company
- Subject: [aa-info] Fw: Terza posizione e company
- From: "Renato Caputo" <renato.caputo at fastwebnet.it>
- Date: Sun, 29 Jan 2006 10:18:37 +0100
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"Federico Degni Carando" <degnicarando at alice.it> Sent: Saturday, January 28, 2006 12:51 PM Subject: Chi è Gilberto Paris LIPPI? > Abbiate pazienza ed attenzione fino alla fine dell'articolo: > > > > In una lettera apparsa sul quotidiano triestino “Il Piccolo” > (25.2.2000) il responsabile provinciale della sezione triestina > di Forza Nuova, Fabio Bellani, definì “evidente mistificazione” > quanto scritto dallo stesso quotidiano in occasione della > manifestazione di contestazione della trasmissione “Circus” di > Michele Santoro (presente a Trieste, ricordiamo, per dibattere > del “caso Haider”), ossia l’avere rilevato la presenza di “Terza > posizione”. Che “non esiste più da 20 anni”, scrive Bellani, il > che è anche vero, però se Forza Nuova non desidera essere confusa > con Terza posizione dovrebbe evitare di scrivere, come invece fa > in certi suoi bollettini e documenti “Forza Nuova per la Terza > posizione”. Ma cos’era Terza Posizione? > Scrive Gianni Flamini: [2] ... Francesco Mangiameli, Roberto > Fiore, Gabriele Adinolfi (...) stavano fondando una nuova > organizzazione e dando alle stampe un giornale. Si sarebbero > chiamati entrambi “Terza posizione”. Era il 1979, e Flamini > cita un brano dei loro scritti: “Terza posizione rimuove le > stagnanti acque della rassegnazione e si manifesta come polo per > tutti coloro che vogliono disegnare con noi il futuro del nostro > sistema. Dobbiamo considerarci naturali alleati dell’Islam, a cui > non può non andare la nostra stima”. Il 14.12.1979, in una sede > romana del movimento vengono arrestati tre esponenti di Terza > posizione, colti nel bel mezzo del trasporto di una cassa piena > di bombe a mano. Nella perquisizione successiva la DIGOS troverà > divise da carabiniere e guardia di finanza, documenti rubati e > falsi, fucili ed esplosivi vari. Su possibili legami tra Terza > posizione ed i terroristi dei NAR indagò all’epoca il giudice > Mario Amato, che fu assassinato da Gilberto Cavallini, dei NAR, > il 23.6.1980. > Ancora, Flamini [3] a proposito di questo omicidio: « Da > qualche settimana (si parla dell’aprile del 1980, n.d.r.) viene > dipanandosi nel carcere di Regina Coeli una tetra storia di > denunce, ritrattazioni e ricatti che ha come protagonista un > detenuto marchigiano, Marco Mario Massimi, arrivato alla soglia > dei quarant’anni provvisto di un solido passaporto di > avventuriero e falsario, oltre che di attivismo neofascista. A > metà aprile il detenuto Massimi ha mandato un circospetto > messaggio al giudice Mario Amato (...) per avvertirlo che è > disposto a raccontargli qualche storia sepolta nell’archivio > delle imprese criminali dei NAR (...), Massimi ha parlato di vari > misfatti e anche di un omicidio (...) di Antonio Leandri (...) > ucciso per sbaglio perché scambiato per l’avvocato missino > Giorgio Arcangeli, odiato come spia dagli affiliati ai famosi > Nuclei». Secondo Massimi ... quel delitto (...) era stato > deciso durante un incontro al quale erano presenti anche due > professori. Che sarebbero stati il criminologo Aldo Semerari > (psichiatra forense, massone, diplomatico del Sovrano Ordine di > Malta e “da sempre agente dei servizi d’informazione militare”) e > Paolo Signorelli (detto il “professore”, era “noto anche per > l’abitudine di arricchire le sue lezioni di storia e filosofia > con discorsi sul fascismo, sul nazismo, sulla purezza della razza > e sulle prospettive di un nuovo fascismo in Italia”; fu tra i > fondatori di “Lotta popolare” nel 1976 e poi della rivista > “Costruiamo l’azione” nel 1978; arrestato nel ‘79, divise per un > mese la propria cella con il leader dei NAR Valerio Fioravanti). > Dalla ricostruzione di Flamini appare che le rivelazioni di > Massimi, invece di rimanere riservate, si propalarono e Massimi > aveva fatto presto ad accorgersene, se non altro per via > dell’agitato valzer di avvocati di destra che si era subito > ritrovato intorno. Tutti interessati a difenderlo. Tra essi > Nicola Madia, Francesco Caroleo Grimaldi e Antonio De Nardellis, > i quali si sarebbero ritrovati, assieme a Semerari e Signorelli, > la sera del 13 aprile 1980, perché c’era “un grave stato di > pericolo” per il professor Semerari, almeno stando a quanto > risulterebbe dalle intercettazioni delle telefonate fatte da > Madia. In seguito, a richiesta degli inquirenti sul perché di > quel raduno, dopo negazioni e tergiversamenti, qualcuno dei > convocati ammetterà che la riunione (...) serviva soltanto per > studiare eventuali misure perfettamente legali contro il giudice > Amato, per esempio presentando una querela contro di lui. > Querela che non verrà mai presentata, ma nel frattempo Massimi > aveva ritrattato le sue dichiarazioni ed aveva anche denunciato > il giudice Amato per abuso di potere. > Quaranta giorni dopo il giudice Amato cadrà ucciso > nell’agguato tesogli dai NAR. Semerari invece verrà ritrovato > cadavere a Napoli il 1° aprile 1982 ed il suo omicidio verrà > attribuito alla camorra. > Torniamo a Terza Posizione. Dopo le perquisizioni del ‘79 > Fiore e Adinolfi lasciano l’organizzazione in mano a Giorgio > Vale, ed in questo modo avviene il salto di qualità: l’attività > deliquenziale non è più sporadica (...) Vale (...) perfettamente > a suo agio nel ruolo di capo legionario organizza campi > paramilitari dove allena gli altri terroristi... [4]. Gli > “ideologi” Fiore e Adinolfi invece fuggono nel settembre del 1980, > secondo le accuse di Valerio Fioravanti, all’estero, con la > “cassa” del movimento... Dopo quasi vent’anni di “esilio” a > Londra Fiore ricomincerà a costruire un altro gruppo di estrema > destra, Forza Nuova appunto, che si avvarrà di contatti con molti > altri movimenti simili che stanno nascendo un po’ qua e un po’ là > in Europa. Altra sorte avrà Mangiameli, che sarà ritrovato > cadavere a Roma l’11.9.1980, ucciso dai fratelli Valerio e > Cristiano Fioravanti e Giorgio Vale dei NAR, perché avrebbe > tenuto per sè il denaro che questi gli avevano affidato con > l’incarico di organizzare l’evasione del terrorista Concutelli. > Ancora Cingolani: «nel corso degli anni, delle ricostruzioni, > delle confessioni di alcuni pentiti, l’omicido di Francesco > Mangiameli assume tuttavia altri significati; secondo alcuni > testi e secondo i giudici di Bologna (...) il vero movente > dell’omicidio (...) andrebbe ricercato nel fatto che Mangiameli > era venuto a conoscenza di particolare inconfessabili e di oscuri > rapporti tra Valerio Fioravanti e la P2; del connubio cioè che > secondo la sentenza di primo grado dei giudici di Bologna è > responsabile dell’ideazione e dell’esecuzione della strage del 2 > agosto (...) Valerio Fioravanti aveva conosciuto Mangiameli (...) > agli inizi del 1980 ed era stato proprio Roberto Fiore a > presentarglielo. In quel periodo vi era una sorta di > “corteggiamento” di Terza Posizione nei confronti del capo > militare dei NAR e del suo gruppo... ». Ed ecco uno stralcio del > volantino scritto da Francesca Mambro per la rivendicazione > dell’omicidio di Mangiameli: « ... abbiamo giustiziato il > demenziale profittatore Francesco Mangiameli degno compare di > quel Roberto Fiore e di quel Gabriele Adinolfi, rappresentanti > della vigliaccheria cronica... ». > A proposito di Fiore e Adinolfi affermerà Valerio > Fioravanti: « I capi di Terza posizione erano abili perché non > dicevano ai giovani militanti occorre fare questa o quella > rapina, ma nel corso di una riunione esponevano l’esigenza di > avere del denaro per delle iniziative e facevano in modo che i > ragazzi volontariamente proponessero un piano di rapina. In > questo modo, molti ragazzi erano stati mandati allo sbaraglio e > poi arrestati ». > > DAL LIBANO A LONDRA E DI NUOVO IN ITALIA. > > Scrive Silvio Maranzana [5]: « Due terroristi dei NAR stanno > orchestrando da Londra lo sbarco in Italia di un nuovo movimento > fascista ». L’articolo ricostruisce l’attività di Fiore e del suo > camerata, il cantautore Massimo Morsello (conosciuto nel’ambiente > come il “De Gregori di destra”) latitanti nella compiacente > Londra, dove sono diventati “imprenditori di successo”, titolari > della “Meeting point”, un’azienda che organizza concerti e > turismo scolastico, soggiorni e prevendite di biglietti per > partite. Così pure, scrive Maranzana, secondo la polizia inglese > i Nostri avrebbero organizzato attraverso la società “Trust of > St. Michael the Archangel” delle vendite di beneficienza per > raccogliere fondi “destinati a fondare in Spagna un villaggio > fascista”. Un progetto per un villaggio spagnolo “dove i > nazionalisti di tutta Europa possano vivere nel nuovo ordine” > appare anche, prosegue Maranzana, nel bollettino interno > dell’organizzazione “neonazista” “Third position international”, > tanto per riprendere le solite sigle. All’idea di questo > “villaggio” « Morsello se la ride. “Una città nera? Magari si > potesse costruire, me ne andrei là di corsa. Purtroppo però sono > tutte invenzioni di un giornalista” ». Però nel novembre 1999 il > quotidiano “Liberazione” riprenderà un articolo dello spagnolo > “El paìs” nel quale si legge che “il gruppo neonazista britannico > Terza posizione internazionale” (toh! coincidenza? n.d.r.) “si > appresta a ricostruire un villaggio abbandonato che ha comprato > interamente due anni fa (...) nella regione di Valencia”. > Quanto alla permanenza a Londra dei due condannati per > associazione sovversiva in Italia, troviamo che il quotidiano “Il > Manifesto” del 5.11.1998 riprende un articolo dell’inglese > “Guardian”, il quale avrebbe sostenuto “sulla base di nuove > informazioni di un’ex agente della CIA in Europa” che Fiore e > Morsello sarebbero stati “reclutati” in Libano nei primi anni ‘80 > (si erano lì rifugiati subito dopo essere scappati dall’Italia) > dal servizio segreto inglese M16 e che per questo motivo la Gran > Bretagna non concesse mai la loro estradizione all’Italia. > Michael Schmidt [6] riferisce che la rivista inglese > “Searchlight” (giugno e luglio 1989) sostenne più precisamente > che il M16 riteneva sufficientemente importante quello che > Fiore sa sui campi di addestramento di Al Fatah in Libano, per > permettergli di gestire anche tre ditte a Londra . > Il Libano coi suoi campi paramilitari è un leit-motiv anche > per alcuni triestini che furono coinvolti nei primi anni ‘80 nel > corso delle inchieste sui NAR: i fratelli Livio e Ciro Lai, > Gilberto Paris Lippi, Fausto Biloslavo ed Antonio Azzano. Questi > ultimi tre il 1° luglio 1981 vengono arrestati per ordine della > magistratura di Bologna per reticenza e falsa testimonianza in > merito a loro soggiorni nel Libano, in campeggi paramilitari dei > falangisti. Due giorni dopo viene precisato che l’inchiesta si > colloca nel quadro delle indagini sulla strage del 2 agosto alla > stazione ferroriaria [7]. > Gilberto Paris Lippi, negli anni ‘70 militante del Fronte > della Gioventù, diventerà negli anni ‘90 esponente di spicco di > A.N. arrivando a ricoprire la carica di vicepresidente della > Provincia di Trieste e poi di consigliere regionale. > Biloslavo (sulla cui figura ci dilunghiamo un po’ perché lo > ritroveremo anche più avanti in altre occasioni pubbliche) > diventerà poi reporter di guerra per conto dell’agenzia > Albatross, fondata assieme a Giovanni Micalessin ed Almerigo > Grilz (questi, che fu negli anni ‘70 dirigente del Fronte della > Gioventù e poi del M.S.I., rimase ucciso in Mozambico nel 1987 > mentre seguiva i guerriglieri anticomunisti della Renamo, > finanziati dal governo razzista sudafricano); negli anni ‘80 andò > più volte in Afghanistan; nel 1987 fu arrestato ed imprigionato > per alcuni mesi dalle autorità afghane perché sospettato di > contatti coi guerriglieri; ritornò ancora una volta a Kabul e fu > investito da un camion, restando vivo per miracolo. Si recò anche > diverse volte nella ex Jugoslavia: nel 1993, durante un reportage > nell’entroterra dalmata, rivelò [8] l’esistenza di > un’esplosiva missiva di un generale italiano (...) da poco in > pensione (che) consigliava i serbi su come conquistare Zara..., > ed anche che in Krajina un ex mercenario serbo stava > addestrando la “brigata Garibaldi” composta da uno sparuto gruppo > di italiani. Questa notizia fu “smentita” sulle pagine del > “Piccolo” dove il giornalista Paolo Rumiz scrisse di “bombe”, > complotti e disinformazione per “tirare l’Italia nella trappola > balcanica” accusando direttamente ed indirettamente il > sottoscritto, l’Indipendente, altri giornalisti oltre a politici > vari, dall’ex senatore Arduino Agnelli all’ex sindaco di Trieste > Giulio Staffieri. La polemica innescata sfociò in una querela > da parte di Biloslavo che la ritirò tre anni dopo a fronte della > pubblicazione sul “Piccolo” del testo dal quale abbiamo tratto i > brani sopra evidenziati. Biloslavo è inoltre uno dei giornalisti > “specializzati” sull’argomento “foibe”, ha pubblicato diversi > articoli (sul “Borghese”, su “Epoca”, “Il Giornale Nuovo” ed > altri) sugli “infoibatori titini” che ancora si troverebbero in > Slovenia e Croazia. Fu lui a lanciare la campagna contro gli > “infoibatori” che percepiscono le pensioni italiane, raccolta poi > dal P.M. romano Pititto. Ha anche scritto degli articoli in cui > riprendeva le (sbagliate) ricostruzioni storiche di Marco Pirina, > dando ad esse una patente di legittimità. Pubblicò nel 1985 > un’intervista che sostenne di avere fatto telefonicamente al > partigiano fiumano Oskar Piskulic, indagato per l’uccisione di > tre persone nel corso dell’insurrezione di Fiume, e rese > testimonianza al P.M. Pititto, che conduceva l’inchiesta, in > merito a questo suo colloquio con Piskulic. Però in altra sede > Piskulic ha negato di avere concesso interviste a Biloslavo, > telefoniche o di persona che fossero. > Biloslavo in seguito fece le seguenti dichiarazioni > (pubblicate sul “Piccolo” del 27.11.97) in merito alla comparsa > del suo nome tra quelli degli otto triestini che sarebbero stati > frequentatori di una campo falangista libanese secondo quanto > scritto da Giuseppe De Lutiis [9]: « E’ non solo falso, ma > ridicolo e difatti nessun organo inquirente mi ha mai chiesto > informazioni. Io a Beirut ci sono stato per alcune settimane tra > il ‘78 ed il ‘79, ospite a casa di alcuni amici cristiano- > maroniti. (...) non ho mai saputo della partecipazione di > estremisti di destra triestini a campi di addestramento...». > Ma > questa affermazione è in netta contraddizione con quanto scritto > dalla stampa dell’epoca e poi riportato da Tonel: sul “Piccolo” > [10] infatti leggiamo che “ sono stati interrogati ieri nel > carcere di San Giovanni in Monte a Bologna i tre triestini > arrestati il 2 luglio scorso... ”. Quindi non corrisponderebbe al > vero che “nessun organo inquirente” abbia chiesto “informazioni” > a Biloslavo. Ricordiamo anche che l’avvocato dei tre era quel > Marcantonio Bezicheri che fu a suo tempo difensore di Freda e che > ritroveremo anche più avanti. > Torniamo ai fondatori di Forza Nuova. Massimo Morsello che, > secondo Gianni Barbacetto [11] si autodefinisce “fascista, > cattolico, latitante e cantautore politicamente scorretto” è > rientrato in Italia nella primavera del ‘99 grazie alla legge > Simeone perché gravemente ammalato (si parlò di cancro in fase > terminale). Ma dopo qualche mese Morsello pare avere riacquistato > la salute, difatti va in giro a fare concerti e comizi ed è > intervenuto pure ad una manifestazione a Trieste nel maggio > scorso. > Nello stesso articolo Barbacetto ricostruisce così la “genesi” > di Forza Nuova, nata all’inizio come una sorta di movimento > d’opinione all’interno della Fiamma tricolore, dove coagulava i > militanti attorno al proprio bollettino, il “Foglio di lotta” > (che esce tuttora). > Nel 1997 lo stesso Rauti decise di mettere fine a questa > fronda impedendo la diffusione del “Foglio” e “richiamando i > camerati alla disciplina”. Ma a quel punto ci fu la scissione > vera e propria e “Fiore e Morsello, da Londra, indicarono la > data - il 29 settembre, San Michele Arcangelo, protettore della > Guardia di Ferro di Codreanu, il leader del fascismo romeno - in > cui, gettate alle ortiche le vecchie prudenze rautiane, sarebbe > finalmente nata una forza nuova ”. In contemporanea si formò, > attorno ad un gruppo di giornalisti di estrema destra (Mario > Consoli, Piero Sella, Sergio Gozzoli, fondatori del giornale > “Uomo Nuovo”) un gruppo che, avendo un rapporto privilegiato con > Le Pen, cercava di costruire un “Fronte nazionale” anche in > Italia. > Parte del nucleo dirigente di Forza Nuova è stato coinvolto > nell’inchiesta sugli Hammerskin italiani, facenti parte di quella > rete neonazista internazionale fondata una decina d’anni fa in > Texas e poi diffusasi in Europa, presentantesi come “l’elite > dell’elite” degli skinheads. Il loro simbolo sono due martelli in > marcia (quelli che appaiono nel film “The wall” dei Pink Floyd), > e si ritengono “ nuovi cavalieri di un medioevo postmoderno, > crociati schierati in difesa dell’Europa bianca ”. > Anche Fiore fu coinvolto nell’inchiesta sugli “Hammerskin”, > accusato di esserne il finanziatore e fu per questo motivo che > dovette rinviare di un anno il suo rientro in Italia. Sia il > leader milanese degli Hammerskin, Duilio Canu, che quello di > Padova, Alessandro Ambrosino, diventarono poi dirigenti locali di > Forza Nuova. Altro dirigente di Forza Nuova è quel Maurizio Boccacci che > fu > per anni leader del “Movimento Politico”, associazione > dell’estrema destra che alla fine degli anni ‘80 costituì [12] > il punto di riferimento e di organizzazione di centinaia di > estremisti di destra a Roma ... nata nel 1985 sulle ceneri di > Terza Posizione. (Toh! chi si rivede). Anche il simbolo è > simile. E la struttura semiclandestina è composta di giovani > disposti a colpire comunque. Frequentano le palestre, conoscono > il karatè ed il full-contact. (...) Il leader si chiama Maurizio > Boccacci, 35 anni, che è passato dalle file di Avanguardia > Nazionale di Stefano Delle Chiaie, al FUAN di via Siena, la > scuola di Paolo Signorelli (ve lo ricordate? n.d.r.) dove sono > cresciuti anche il giovane Alibrandi, Francesca Mambro e Giusva > Fioravanti. Le sedi (...) sono piene di materiale di propaganda > neonazista, stendardi e gagliardetti, magliette con le > riproduzioni di Hitler, anfibi con le punte di metallo e, > naturalmente, le armi per la battaglia contro i negri e gli ebrei > . L’articolo prosegue con un elenco dei pestaggi compiuti dai > naziskin del Movimento Politico. Nel 1992 fece scalpore la > notizia che una sede del Movimento Politico fu presa d’assalto da > un gruppo di gio > > ----------------------------------------------- Lista INFORMAZIONE dell'Assemblea Antimperialista http://www.tuttinlotta.org - posta at tuttinlotta.org (ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'") --> Web/Archivio/Opzioni http://groups.yahoo.com/group/aa-info/ --> Moderatore: <aa-info-owner at yahoogroups.com> --> Iscrizione via e-mail: <aa-info-subscribe at yahoogroups.com> --> Cancellazione: <aa-info-unsubscribe at yahoogroups.com> (vedi anche lista DISCUSSIONE dell'A. 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