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[aa-info] Fw: Senza commento!
- Subject: [aa-info] Fw: Senza commento!
- From: "Renato Caputo" <renato.caputo at fastwebnet.it>
- Date: Sun, 29 Jan 2006 09:57:59 +0100
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Toni Negri: Casarini sindaco! > Cr*, > > > > Sabato, 28 Gennaio 2006 > > Al cattivo maestro piace il Nordest che fa squadra > Toni Negri porta ad esempio Benetton, Diesel, Geox. «Venezia? Cacciari è > un > amico carissimo ma come sindaco preferirei Casarini» > > Venezia > «Massimo Cacciari è un grandissimo amico e sono più o meno d'accordo con > lui > su quanto sta facendo per Venezia, ma spero che il prossimo sindaco della > città sia Luca Casarini, il leader dei Disobbedienti». È una risata > fragorosa quella che appare sul volto scarno ed elegante di Toni Negri. > Una > risata inaspettata, che gli illumina gli occhi dietro gli inconfondibili > occhiali. Nonostante le 73 primavere, il "cattivo maestro", il padre di > Potere operaio, teorico e stratega delle lotte di classe, non ha perso la > voglia di sorprendere. Nonno di «due nipotini e mezzo», come precisa, e > innamorato a tal punto di Venezia da aver voluto prendere per l'ennesima > volta la residenza, dal settembre 2004 vive in un appartamento di grande > bellezza al secondo piano di un palazzo nei pressi di San Cancian. > Quindici > giorni li trascorre qui, tra queste mura ravvivate da stucchi e lampadari > di > Murano, e quindici giorni a Parigi, il Paese che l'ha «adottato». > > «Casarini l'ho conosciuto da bambino, così come Cacciari. Spero di averli > tirati su bene», dice, lievemente compiaciuto, non dimenticando però di > rilevare che «l'unica classe dirigente che poteva crescere in Italia è > stata > distrutta negli anni Settanta». Capelli grigi e ondulati, fisico snello e > stile minimale, Negri siede su una poltrona scura che troneggia al centro > di > uno studio zeppo di volumi. Alla sua sinistra una libreria in metallo > scompare sotto il peso delle sue pubblicazioni: una a fianco all'altra > sono > sistemate le varie edizioni dell'opera «Impero», scritta nel 2000 con > Michael Hardt e tradotta in un imprecisato numero di lingue. Per terra, > accanto alla scrivania, sono impilati «Spinoza», «Moltitudine» e alcuni > saggi sulla globalizzazione, tema caro al professore padovano arrestato > nel > 1979 con l'accusa di insurrezione armata contro lo Stato italiano. Dalla > finestra alle sue spalle s'intravede uno stormo di uccelli mentre alla > destra fanno capolino numerose fotografie di lui giovane e rivoluzionario > (o > terrorista, come preferiva definirlo un giornale anglosassone in un > articolo > d'antan che Negri ha messo in cornice e provvisoriamente sistemato ai > piedi > del caminetto), della sua famiglia, ma anche una spilletta del Partito > radicale, gruppo politico che lo ha visto eleggere in Parlamentaro. > > Come sono cambiati i giovani da quando l'Italia aveva il colore del > piombo? > Il professore non ha dubbi: «Sono cambiati completamente, così come a > mutare > è stato tutto il contesto, che ha subito un salto culturale e > antropologico > enorme. Se guardiamo alla nostra regione, passare dal Veneto al Nordest è > stato un salto non da poco, che ha portato alla modificazione della Chiesa > e > alla circolazione dei saperi. In questi anni sono cambiate anche le donne, > diventate più belle - commenta, intrecciandoci una risata - ricordo con > allegria le contadinotte di un tempo, forti, sane e robuste, che per la > prima volta indossavano uno Chanel». > «Ma se penso a com'eravamo, penso a me stesso, agli anni Cinquanta, > Sessanta, alla guerra, al grande boom. Io sono vecchio: parlare dei > giovani > significa per me parlare dei miei figli, delle loro difficoltà, del > precariato, della mancanza di speranza». > > Una disperazione che però nulla ha a che vedere con le recenti rivolte dei > giovani immigrati delle banlieue francesi: una realtà che Negri conosce > perfettamente avendo lì vissuto e lavorato come sociologo per quindici > anni. > «L'Italia vive altri rischi, non quelli di una rivoluzione urbana che in > Francia è nata a seguito di un accumulo, forte e prolungato, di > isolamento, > di esclusione. Per capire quanto è accaduto nelle banlieue si dovrebbe > immaginare una classe operaia che, una volta conclusa quella che era la > sua > funzione in fabbrica, viene recintata ai margini della città. La gente > soffre, si dispera, i giovani chiedono lavoro e non lo trovano. In Italia > questo non accade: c'è, sì, il problema della mancanza di lavoro per i > giovani ma qui ci sono molte capacità sociali, non esiste un così elevato > grado di esclusione. In Veneto, poi, la situazione è ancora diversa: la > disoccupazione, per esempio, qui è davvero minima rispetto ad altre parti > del Paese». > > I rischi nazionali, per Negri, sono piuttosto quelli legati alla povertà, > alla degradazione generale, al non funzionamento della struttura pubblica: > «Quando sono tornato in Italia ho fatto un viaggio e sono rimasto > sconvolto > da ciò che ho trovato, specie nelle nostre terre. Enormi tir che si parano > davanti alle auto come muri invalicabili. Per percorrere un tratto di > strada > che un tempo richiedeva venticinque minuti, oggi impieghi non meno di due > ore. La cosa che più mi spaventa, però, è che la trasformazione > neo-liberale > dell'economia e della società ha cozzato contro un muro». È questo il vero > Moloch per l'ex docente di Dottrina dello Stato. «Se per me la > globalizzazione rappresenta una cosa buona e quindi il futuro, il > neoliberismo identifica la cosa cattiva. Sulla globalizzazione io ci > scommetto ancora, nonostante il processo sia molto contraddittorio». > > Mentre Negri parla, la città, sotto, si muove. «Sono più o meno d'accordo > con quanto ha fatto e sta facendo Cacciari, mi dispiace per voi - dice, > sfoderando per l'ennesima volta quel sorriso un po' irregolare - è un > amico > e credo che malgrado tutto sia un gran signore. Agisce con coerenza, con > buon senso. A mio avviso è l'unico in grado di dare una risposta concreta > a > quanto richiede la città: trovare quell'equilibrio difficile ma > fondamentale > tra lo sviluppo e la sussistenza. È questo soprattutto il grande punto > interrogativo che ha attraversato la storia degli ultimi 50 anni. Il > sovraccarico industriale (Porto Marghera e le morti per Cvm in primis) e > turistico rappresenta invece l'errore più grande che sia mai stato > compiuto > sulla sua pelle. Per salvare Venezia bisogna puntare sulla forza > intellettuale. La città è il prodotto della cultura e del lavoro umano: il > suo futuro non è legato a siti particolari, certamente non a progetti di > sotterranei né a ripopolamenti della laguna, ma a quella che è la > comunicazione delle forze intellettuali. > > Un posto come Venezia con, in più, tale forza, la bellezza e la comodità, > sarebbe eccezionale». > Meno gentili le parole per la sua Padova. «Negli ultimi anni la città è > diventata irriconoscibile. È un piccolo borgo, presuntuoso, arrogante. Non > c'è più la puzza di piscio sotto i portici, non ci sono più osterie e, > quel > che è peggio, ha perduto il senso di comunità. Questa città snob, > appiattita, io non l'amo più». > Favorevole ai progetti della nuova tangenziale di Cortina e al Passante di > Mestre, Negri è molto scettico sul Mose. «Ricordo l'alluvione del '66: a > quel tempo abitavo dietro a Ca' Foscari: l'acqua aveva raggiunto il > secondo > piano e aveva portato con sé la melma - e mentre rammenta l'Acqua granda, > la > sua espressione si fa truce - e la nafta. Per me, se ci fosse stato il > Mose, > non sarebbe cambiato nulla, anzi, sarebbe stato anch'esso scavato dalla > mareggiata. Sono convinto che ci siano molti altri sistemi per far fronte > al > fenomeno». > > E la riqualificazione di Porto Marghera? "Necessaria - risponde senza > esitare - È un bubbone, un cancro ma, parliamoci chiaro, senza Porto > Marghera, l'aeroporto, il canale dei petroli, Venezia non avrebbe alcun > futuro. Non dimentichiamo che l'allarme sul polo industriale l'abbiamo > lanciato noi molti anni fa: ancora nel 1966 all'Università di Padova > Gianfranco Pancino, oggi capo ricerca all'Istituto Pasteur di Parigi, > aveva > discusso la prima tesi di laurea sulle morti per Cvm». Pancino, per la > cronaca, vive in Francia dopo essere stato condannato a 25 anni di carcere > in Italia perché sostenitore della lotta armata. > > A chi sostiene che il Veneto non è riuscito a fare sistema, Negri > controbatte deciso che «non è vero: basta pensare a Timisoara o ad aziende > come la Benetton, la Diesel o la Geox, tanto per fare qualche nome. Forse > quello che si può rimproverare al Veneto è di non essere stato capace di > far > corrispondere le infrastrutture a quello che è stato il suo sviluppo, > talora > troppo impetuoso. L'assenza in questi ultimi anni di politici veneti al > governo non significa nulla: a Roma hanno sempre mandato i professori, > penso > a Mariano Rumor, che era una "macchietta", mentre i bravi amministratori > se > li sono tenuti ben stretti qui, sul territorio. Quello che fa la > differenza > è il fatturato, è il fatto che, malgrado la presenza della Lega, si riesca > ancora a tenere in piedi un certo numero di lavoratori stranieri e che la > disoccupazione, qui, sia ancora minima. Queste sono le cose che contano». > > E il Carnevale alle porte? «È una tragedia che per fortuna quest'anno > eviterò: per due settimane sarò in America latina per un ciclo di > conferenze. Vuole sapere se mi sono mai mascherato? No, tranne quando, da > giovane, mi calavo il passamontagna». > > Monica Zornetta - gazzettino > > > ----------------------------------------------- Lista INFORMAZIONE dell'Assemblea Antimperialista http://www.tuttinlotta.org - posta at tuttinlotta.org (ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'") --> Web/Archivio/Opzioni http://groups.yahoo.com/group/aa-info/ --> Moderatore: <aa-info-owner at yahoogroups.com> --> Iscrizione via e-mail: <aa-info-subscribe at yahoogroups.com> --> Cancellazione: <aa-info-unsubscribe at yahoogroups.com> (vedi anche lista DISCUSSIONE dell'A. Antimperialista su: http://groups.yahoo.com/group/aa-forum/ ) ----------------------------------------------- Link utili di Yahoo! Gruppi <*> Per andare all'homepage del gruppo vai alla pagina: http://it.groups.yahoo.com/group/aa-info/ <*> Per annullare l'iscrizione al gruppo scrivi a: aa-info-unsubscribe at yahoogroups.com <*> L'utilizzo da parte tua di Yahoo! 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