I religiosi Mercedari, una storia di
liberazione dalle catene della schiavitù: tavola rotonda il 17 gennaio per la
presentazione di un nuovo progetto in Sudan e del cammino di revisione per
rispondere alle nuove sfide dei “mercanti di schiavi”
Roma (Agenzia Fides) - Martedì 17 gennaio, alle ore 11, presso
la Sala Marconi di Radio Vaticana, a Roma, in Piazza Pia 3, si terrà una
tavola rotonda dal titolo “I cannibali esistono ancora”. Interverranno: S.E.
Mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del Pontificio Consiglio “Giustizia e
Pace”; padre Giovannino Tolu, Superiore generale dei Religiosi Mercenari;
padre Masabo Damase scrittore del Burundi; Antonio Pelayo, presidente
dell’Associazione Stampa Estera a Roma. Modera l’incontro Sante Altizio,
regista della NOVA-T Produzioni Televisive.
Da circa ottocento anni i
Religiosi Mercedari (nati in Spagna ed oggi diffusi, in 18 paesi) combattono
contro la schiavitù. “L’attività dei mercanti di schiavi non si è mai fermata
- afferma padre Tolu - Oggi essa è attiva più che mai. E’ nostro dovere
“alzare la voce” e denunciare una realtà insopportabile. Milioni di uomini e
donne, adulti e bambini, vivono in catene. L’uomo è cannibale non solo se
mangia la carne di un suo simile ma anche se lo sfrutta, lo usa, lo tortura,
lo umilia, lo vende.”.
La tavola rotonda sarà occasione per presentare un
progetto che, interesserà due Ordini, Mercedari e Trinitari, durante l’anno
2006: la realizzazione a Karthoum, in Sudan, della costruzione di un centro di
accoglienza per bambini-soldato riscattati dai gruppi armati musulmani.
Padre Damase, Religioso Mercedario del Burundi, presenterà in anteprima un
libro testimonianza dal titolo “El drama de Los Grande Lagos, esbozo de una
telogia Bantù del sufrimiento” (ed. Mercedarie, Roma - 2005)
Il 17 gennaio
2006 inizia per l’Ordine Mercedario un cammino di studio che si concluderà nel
2018. La Fondazione, infatti, risale al 17 gennaio 1218 per opera dello
spagnolo San Pedro Nolasco, che della redenzione degli schiavi cristiani
caduti nelle mani dei musulmani aveva fatto una ragione di vita. “Per noi, -
conclude padre Tolu - inizia oggi un lungo periodo di revisione, a livello di
Curia Generale, delle Provincie, delle singole comunità, ma anche di tutta la
Famiglia Mercedaria, religiose e laici. Dobbiamo raccogliere le sfide che la
modernità ci pone dinanzi. Abbiamo alle spalle otto secoli di storia di
redenzioni in nome del Vangelo. E abbiamo un presente che ci chiama a
intervenire là dove ci sono persecuzioni contro i cristiani, dove c’è guerra,
miseria, disoccupazione, sfruttamento. Dobbiamo guardarci dentro e fuori per
fare ancora meglio ciò che Dio ci ha chiamato a fare”. (S.L.) (Agenzia Fides
13/1/2006 - Righe 31, Parole 421)