L’Islam avanza in Sudan
Rende noto un Vescovo
KHARTOUM, giovedì, 12 gennaio 2006 (ZENIT.org).- Secondo monsignor Macram Max
Gassis, Vescovo di El Obeid (Sudan centrale), “i Paesi arabi hanno destinato
una partita di 30 milioni di dollari statunitensi all’islamizzazione dei monti
Nuba”.
In un’intervista concessa ad Aiuto alla Chiesa che Soffre
(ACS), il presule ha spiegato che “ora, un anno dopo l’accordo di pace del
gennaio 2005, i fondamentalisti musulmani stanno concentrando i propri sforzi
nell’ambito dei servizi sociali, soprattutto scuole e ospedali. Per questo
motivo, sono grato per il sostegno delle religiose che operano nella mia
diocesi, nella fattispecie le Suore Comboniane, le Suore del Preziosissimo
Sangue e le Missionarie della Carità”.
“Attualmente dispongo di appena
8 sacerdoti. Devo dunque dare priorità alla formazione del laicato per poter
opporre resistenza all’avanzata islamica e ad una società in rapido
cambiamento”, ha aggiunto il Vescovo Gassis insistendo sul fatto che c’è
bisogno di “molti più sacerdoti”.
Riferendosi ad un’altra sfida
importante, ha proseguito: “Per anni, i monti Nuba sono rimasti isolati dal
mondo esterno, ma ora che i Sudanesi rifugiati in Kenya stanno tornando stiamo
registrando un notevole incremento della popolazione sieropositiva. In questo
momento sto avviando un programma di formazione per infermiere che ponga
un’enfasi speciale sulla prevenzione dell’AIDS, e mi piacerebbe che ACS mi
sostenesse in questo progetto”.
Il Vescovo Gassis ha vissuto esiliato
dalla sua diocesi per più di dieci anni. Grazie all’accordo di pace ha potuto
far ritorno a El Obeid.