NIGER: UN BIMBO SU QUATTRO MUORE PRIMA DEI CINQUE ANNI



ANSA (EST) - 12/10/2005 - 12.06.00
NIGER: UN BIMBO SU QUATTRO MUORE PRIMA DEI CINQUE ANNI /ANSA ZCZC0150/SXA
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CINQUE ANNI /ANSA BONIVER NEL PAESE PER FARE PUNTO SU AIUTI ITALIA
(dell'inviato Francesco Bonfiglio) (ANSA) - NIAMEY (NIGER), 12 ott -
Aishatu' ha al massimo una ventina d' anni ed ha gia' partorito quattro
volte. I suoi primi tre bambini sono morti appena nati. Il quarto,
gravemente malnutrito e' riuscito a sopravvivere, ma e' ora al suo fianco
in un lettino dell' ospedale di Niamey, la capitale del Niger, il paese
piu' povero del mondo. La storia di Aishatu' rispecchia piu' o meno
fedelmente le drammatiche statistiche che i funzionari delle organizzazioni
umanitarie hanno riferito al sottosegretario agli Esteri, Margherita
Boniver, da due giorni in Niger per fare il punto sull' aiuto italiano al
paese africano e che questa mattina ha visitato anche un ospedale. Le donne
in Niger cominciano a partorire intorno ai 17 anni. Un bambino su dieci
muore appena nato, un terzo degli altri non arriva ai cinque anni. Se il
bambino di Aishatu' riuscira' a superare questa fase il destino che l'
attende non e' dei migliori: rachitismo, deperimento, carenze di vitamine
fondamentali, malattie come la malaria e la febbre gialla non gli danno una
speranza di vita superiore ai 42 anni. Di bambini come questo nell'
ospedale di Niamey, il cui reparto pediatrico ha una sessantina di letti,
ne passano a centinaia. Arrivano da tutto il paese, grande quattro volte l'
Italia, accompagnati dalla mamma o piu' spesso da una nonna, spiega al
sottosegretario italiano la pediatra Maiaki Alkassoum, e hanno tutti le
stesse patologie: paludismo, anemia, malnutrizione grave, problemi
respiratori. Sono pelle e ossa, l' addome gonfio, gli occhi sembrano
enormi. Non giocano, cercano solo disperatamente il seno vuoto della mamma,
molti hanno il corpo coperto di piaghe, la pelle inaridita. Sembrano
neonati ma non e' cosi'. Gli occhi spenti che solo di tanto in tanto si
illuminano rivelano un' eta' diversa che la cartella clinica conferma.
Molti hanno gia' piu' di due anni. L' ospedale fa quello che puo' anche con
l' aiuto dell' Italia che tramite il Pam contribuisce alla distribuzione
dei viveri e che ha recentemente donato apparecchiature radiologiche. La
permanenza media dei bambini e' di circa un mese, poi devono lasciare il
posto ad altri e non c' e' nessuna certezza che tornati nei villaggi
potranno trovare cio' che occorre loro per crescere piu' o meno sani. A una
quindicina di chilometri da Niamey c' e' un' altra struttura che si occupa
dei bambini del Niger alla quale sempre attraverso il Pam l' Italia
contribuisce. E' il Centro recupero nutrizionale di Saga, lo gestiscono le
missionarie della carita', quelle di madre Teresa di Calcutta. Una giovane
religiosa tedesca dolce ed efficiente, suor Loraine, spiega a Margherita
Boniver come questa struttura ordinata e pulita abbia consentito da aprile
di salvare piu' di 1.600 bambini e tuttora ne arrivano 200 a settimana,
ogni martedi', che attendono pazientemente all' aperto il loro turno. Uno
per uno vengono pesati, controllati, nutriti a seconda delle necessita'.
Poi ripartono per i loro villaggi di origine con una scorta di cibo: una
provvista per una settimana per loro ed un consistente aiuto alimentare per
la famiglia. Per evitare, spiega la suora, che le ferree gerarchie
familiari facciano si' che il poco nutrimento disponibile vada agli uomini
di casa, condannando definitivamente i piu' piccoli e deboli. Di strutture
cosi' in Niger ce ne sono tante, ma sono gocce nel mare in uno stato dove i
bambini a grave rischio sono piu' di 800 mila. Salvare la vita di ognuno di
loro non costa piu' di 80 euro. Il primo ministro Hama Hamadou, dal cui
ufficio dipendono i problemi umanitari, ha spiegato a Boniver che la crisi
e' endemica e ciclica: vuoi per le cavallette, vuoi per il cattivo raccolto
che arriva puntuale ogni due-tre anni. Sono eventi che si aggiungono ad una
situazione gia' oltre il limite per cause strutturali, ma anche sociali e
culturali. Oltre agli aiuti di emergenza servono quelli per costruire
strutture, per irrigare i campi e favorire l' allevamento, ma occorrera'
molto tempo per rimuovere le cause culturali della tragedia. Le donne delle
ong nigerine, che Margherita Boniver ha incontrato ieri, hanno confermato
l'analisi: mancanza di contraccezione (la media e' di otto figli e il tasso
di morte di parto elevatissimo) e una situazione di semi-schiavitu' per le
donne, il dramma di centinaia di migliaia di donne abbandonate nei villaggi
con i figli e prive di mezzi di sostentamento sono tra le cause sociali del
dramma del Niger. Le organizzazioni umanitarie anche con l' aiuto dell'
Italia stanno mettendo mano ovviamente anche a questi aspetti del problema,
stimolando lo sviluppo di microprogetti soprattutto per le donne. Il
Governo ha cercato di introdurre qualche riforma. Ma molte delle tappe
faticosamente raggiunte, hanno detto le donne delle Ong nigerine a
Margherita Boniver, sono state di fatto vanificate nei villaggi dalla
resistenza di capi religiosi musulmani. BON/ARS 12-OTT-05 12:06 NNN