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Articolo Ronchey: nuovi commenti
- Subject: Articolo Ronchey: nuovi commenti
- From: <info at chiamafrica.it>
- Date: Sat, 13 Dec 2003 07:14:27 +0100
<http://www.chiamafrica.it> Chiama l'Africa News 10 dicembre 2003 nuovi contributi al dibattito suscitato dall'articolo di Alberto Ronchey pubblicato sul Corriere della Sera di mercoledì 3 dicembre E' possibile leggere l'articolo e il nostro primo commento alla pagina http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=571&tipo=1 <http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=571&tipo=1> -------------------------------------------------------------- Sono rimasto spiacevolmente sorpreso dall'articolo di Alberto Ronchey, giornalista che in altre occasioni ho molto stimato, seppure talora con qualche dissenso.Nel vostro commento ho ritrovato le stesse obiezioni che le parole dell'articolo mi avevano suscitato.Rimango ancora abbastanza perplesso sulle intenzioni o sui motivi che hanno portato un giornalista come Ronchey a trattare un argomento così complesso e doloroso con una superficialità che non avevo mai riscontrato in lui.Saluti di buon lavoro. Giulio Biagi --------------------------------------------------------------- Potrà sembrarvi molto riduttivo, forse un po' patetico, ma l'unico mio modo per commentare quell'articolo è non dire nulla. Non per mancanza di argomentazioni, soprattutto in un periodo in cui tutto sembra andare davvero a rotoli. Bisogna trovare i modi per far aprire gli occhi. Stiamo involvendo inesorabilmente... Scusate la brevità. Elisa ---------------------------------------------------------------- Grazie per l'opportunità di diffondere i pensieri di tutti noi. Condivido il pensiero di tutti coloro che toccando con mano la triste realtà dei popoli oppressi è spinto verso i principi della solidarietà internazionale, della creatività. Purtroppo ancora le parole mantengono il primo posto rispetto ai fatti ma questo è il grande problema dell'occidente e dei paesi industrializzati che lavorano inesorabilmente ai loro bisogni di potere materiale e di potere intellettuale rispetto alla grande massa umana ancora in preda alla realizzazione dei propri bisogni primari, tralasciando purtroppo le immense soggettive potenzialità. Tantissime persone nel mondo sono costrette a pensare a come trovare il cibo per oggi, mentre altre sono costrette a pensare a cosa comprare oggi. I grandi hanno ben chiaro questo meccanismo diabolico e intriso di violenza ma non ci si può arrendere davanti a questa triste realtà perchè solo il coraggio di tutti coloro che credono fortemente nella trasformazione può rappresentare la spinta di un movimento all'insegna del quale c'è il motto : BASTA CON LE MENZOGNE che è il motto di quella gente che sta morendo per fame e malattie ancora incurabili ma che nessuno può sostituire. Nessuno può sviluppare l'Africa meglio degli stessi africani che sono i custodi, i portatori e i produttori di legami di senso e che smentiscono con forza le diagnosi degli esperti della povertà. Patrizia Giustini ----------------------------------------------------------------------- Anche io condivido le argomentazioni di Paola Luzzi all'articolo di Alberto Ronchey. Vorrei precisare che leggo alcune volte il Corriere della Sera e apprezzo i suoi articoli. Non voglio convincere il Sig. Ronchey a desistere dalle sue idee anche se in lieve odore di razzismo. Solo due parole: se metà del nostro pianeta vive in condizioni precarie, e l'altra metà nel consumismo, i popoli africani ai quali abbiamo imposto la cultura e lo sfruttamento dei paesi europei hanno diritto ad una vita a misura di uomo e il loro grido sarà sempre più forte. Caro Ronchey, guardiamo nel nostro piatto, mia madre percepisce 500 euro di pensione INPS . Lei appartiene ad una categoria protetta che sicuramente nella sua dorata vecchiaia non le riserverà una umiliazione simile. Laura ------------------------------------------------------------------------ - Condivido in pieno l'intervento di Giorgio e vorrei solo aggiungere che mi sembrano 2 i versanti sui quali muoversi per allargare conoscenza, sensibilità e coscienza: quello culturale e quello economico. Per il primo ciascun gruppo di Chiama l'Africa o di ogni altra associazione formale o informale che abbia a cuore l'Africa (ma anche il resto del mondo!) dovrebbe attivarsi fortemente, in sinergia con le altre risorse del territorio, per entrare nelle scuole di ogni livello, negli oratori, nelle biblioteche, e portare momenti di conoscenza e confronto, soprattutto con testimonianze dirette di africani ed africane presenti. Per il versante economico, credo che la diffusione sia culturale che commerciale del commercio equo e solidale possa essere una forte spinta per un cambiamento dei consumi e quindi delle modalità produttive in un'economia senza regole se non quelle dell'interesse personale dei potenti. Ma anche qui, il primo passo è sempre la diffusione di una cultura alternativa, che parli di giustizia e non di assistenzialismo, di dignità e non di paternalismo o di carità più o meno pelosa. Giuliana Nessi - gruppo Chiama l'Africa di Bergamo ------------------------------------------------------------------------ ------- Ti è arrivata questa mail perchè risulti iscritto alla newsletter di Chiama l'Africa <http://www.chiamafrica.it> Via Francesco del Furia 18 - 00135 Roma - tel 329/5713452 - fax: 06/30995252 Per non ricevere più questa mail scrivi a info at chiamafrica.it <mailto:info at chiamafrica.it> oppure vai direttamente al sito <http://www.cipsi.it/africa/mailing.asp> Allo stesso recapito Email <mailto:info at chiamafrica.it> puoi segnalare notizie, iniziative o appuntamenti redazione a cura di Paola Luzzi
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