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Chiama l'Africa news 30/11/02
- Subject: Chiama l'Africa news 30/11/02
- From: <info at chiamafrica.it>
- Date: Mon, 2 Dec 2002 00:21:31 +0100
http://www.chiamafrica.it Chiama l'Africa news- 30 novembre 2002 1. Notizie dal continente 2. Nuovi spazi di democrazia 3. Una luce di speranza per i bambini orfani dell'aids in Africa 4. Soluzioni africane ai conflitti continentali 5. Sospesi a metà: la doppia identità di emigrante e immigrato 6. Il governo chiede un euro per l'Africa 7. Azioni 8. Appuntamenti 1. NOTIZIE DAL CONTINENTE Costa d'Avorio Giovedì 28 novembre, nella regione a sud ovest, al confine con la Liberia, un nuovo gruppo di ribelli si è impadronito di due città importanti: Danané e Man. Le azioni armate sono state rivendicate dal Movimento patriottico ivoriano del grande ovest, e successivamente dal Movimento per la giustizia e la pace. In entrambi i casi si tratta di sostenitori del generale Robert Guei, al potere dal dicembre 1999 all'ottobre 2000, assassinato insieme ad alcuni membri della sua famiglia la mattina del 19 settembre, durante le prime ore del tentativo di colpo di stato. La Costa d'Avorio subisce così un'altra spaccatura, dopo quella tra la parte meridionale, sotto il controllo dell'armata nazionale, fedele al presidente Laurent Gbagbo, e il nord, in mano agli insorti del Movimento patriottico della Costa d'Avorio, con il quale dal 30 ottobre proseguono a Lomé (Togo) i negoziati di pace. Sul nuovo fronte sono in corso offensive dell'esercito, a partire da Daloa, la città più importante nella zona di produzione del cacao. I nuovi insorti, decisi a vendicare la morte di Guei, esortano tutti gli ivoriani "che hanno a cuore la libertà, la pace e la giustizia, a ribellarsi e a dissociarsi dal potere di Gbagbo". Il Presidente tende a rassicurare i cittadini e i mediatori, dichiarando che le azioni militari volte a sedare la nuova rivolta riguardano il solo fronte occidentale, e non sono da interpretare come una rottura del cessate il fuoco. Il ministro degli esteri francese esorta il presidente a non cedere a nuove escalation di violenza, e a mantenere circoscritto il nuovo focolaio di ribellione. Intanto Alassane Ouattara, ex primo ministro e presidente del principale partito d'opposizione, ritenuto dal governo probabile mandante dell'insurrezione scoppiata il 19 settembre, ha lasciato l'ambasciata francese, dove si era rifugiato, e si trova adesso in Gabon. E' probabile che si eviterà di accoglierlo in Francia e che sarà trasferito piuttosto negli Stati Uniti, per non alimentare le accuse secondo le quali la Francia lo sosterrebbe. Il Partito di Alassane Ouattara (Rassemblement des Republicains (RDR), ha chiesto lunedì 25 novembre di ritirare i suoi ministri dal governo, appellandosi alla deriva del regime del presidente Gbagbo, alle numerose violazioni dei diritti umani e alle esecuzioni sommarie. Le ambasciate di Guinea e del Burkina Faso hanno avviato massicci programmi di rimpatrio dei propri connazionali. Critica in particolare la situazione dei burkinabé residenti nel paese, veri e propri capri espiatori di una tensione che ha origini lontane, e sottoposti a continui abusi, a intimidazioni, persecuzioni e violenze. Fonti : Le Monde, AFP Per approfondire vedi <http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=355&tipo=2> Che cosa succede in Costa d'Avorio ? Trascrizione dell'incontro con il giornalista Albert Mianzoulouta Senegal Casamance. L'abbé Augustin Diamacoune Senghor, "capo storico" della ribellione che da 20 anni coinvolge la Casamance ha respinto qualsiasi ipotesi di abbandonare la causa dell'indipendenza per questa regione nel sud del Senegal, portata avanti dal Movimento delle Forze Democratiche della Casamance, movimento separatista da lui presieduto, animato da forti contrasti interni. "Sono quattro secoli e mezzo che la Casamance lotta per la sua indipendenza; non possiamo rinunciare; il Senegal deve ritirare le sue truppe dalla regione", ha dichiarato. Dal 1982 il conflitto ha causato centinaia di morti e ha paralizzato lo sviluppo della regione. I numerosi accordi per il cessate il fuoco siglati tra il governo e i ribelli sono stati sempre violati; sembra quindi lontano il raggiungimento di una pace definitiva. Debito. Il 25 novembre il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, e il Ministro dell'Economia senegalese, Abdoullai Dioup, hanno firmato a Dakar un accordo bilaterale per la cancellazione di sei milioni e mezzo di dollari di debito. Lo si e' appreso da un comunicato della Farnesina. Il governo italiano si ripromette di concludere in un prossimo futuro un ulteriore accordo per la cancellazione dell'intero debito estero senegalese verso l'Italia, per un ammontare complessivo di circa sessanta milioni di dollari. Fonti : AFP, Vita.it Repubblica Democratica del Congo La tanto attesa firma della bozza di accordo "globale e inclusivo" che le parti avevano programmato di apporre il 23 novembre a Pretoria, verrà affidata ad una nuova tornata negoziale, che inizierà probabilmente il 14 dicembre. Tre i punti nodali attorno ai quali si incentrano i colloqui: la divisione del potere, la composizione di un esercito nazionale e le misure di sicurezza per i movimenti di opposizione. La formula proposta per il governo di transizione che dovrebbe guidare il paese verso nuove elezioni è il modello 1 + 4: un presidente, Kabila, più quattro vice, uno espressione del governo, uno per ciascuno dei due gruppi ribelli armati e uno in rappresentanza dell'opposizione non armata. Violenze, soprusi e stragi di civili inermi continuano intanto indipendentemente dai colloqui, e ciascuno dei movimenti cerca di assicurarsi il controllo di parti del territorio a est del paese. Una voce forte viene dalla società civile di Bukavu, i cui abitanti hanno dato vita ad una forma di protesta già attuata in passato: la "ville morte" (città morta), che consiste nella serrata di tutti i negozi per protestare contro la pretesa della RCD-Goma (il movimento filoruandese che amministra la regione) di incassare le tasse in dollari invece che in franchi congolesi e l'imposizione e cambiare le targhe. Anche le donne si organizzano. 25 militanti di varie organizzazioni femminili si sono riunite a Bukavu per dare vita ad un gruppo di riflessione sul dialogo intracongolese e sul processo di pacificazione. Le donne del Sud Kivu si sentono molto coinvolte nel processo di pacificazione, perchè sono state le prime vittime di gravi violenze, in particolare sessuali, commesse dai militari che controllano la zona. A nord est del paese, nella località di Bosobolo, è scoppiata un'epidemia di meningite che in soli otto giorni ha provocato 45 morti. Lo ha dichiarato mercoledì 27 alla AFP il capo del movimento Movimento di Liberazione del Congo (MLC), che controlla questa regione. "Chiediamo un aiuto intrenazionale urgente" ha dichiarato Jean-Pierre Bemba. Secondo il MLC, su una pololazione complessiva di 50.000 abitanti, circa un migliaio sarebbero colpite dalla meningite. Fonti: Misna, AFP Repubblica Centrafricana Il governo accusa il Chad di aver posizionato veicoli e truppe militari nei pressi della città di Goré, nel Ciad meridionale, per prepararsi ad una nuova offensiva. Dal tentativo di colpo di stato del 25 ottobre, le autorità centrafricane hanno costantemente denunciato le responsabilità del Ciad, e fanno appello alla comunità internazionale affinché "condanni fermamente le velleità criminali del governo del Ciad contro il popolo pacifico del Centrafrica e perché contrasti il presidente ciadiano Idriss Derby, affinché ponga fine alle sue mire espansionistiche". Fonte: AFP Nigeria 215 persone uccise, oltre un migliaio di feriti e 30.000 sfollati a Kaduma, la città del nord del paese in cui si sono concentrati gli scontri dei giorni scorsi per contestare il concorso per l'elezione di Miss Mondo. Un bilancio pesante, che mette in luce il precario equilibrio su cui poggia lo stato nigeriano. L'evento, molto pubblicizzato dai media locali, doveva servire per mostrare al mondo un'altra faccia della Nigeria, paese noto, oltre che per il petrolio (di cui è primo produttore in Africa) anche per gli scontri religiosi e politici. Non bisogna dimenticare infatti che le principali cause di tensione in questo paese sono determinate dalla "spaccatura" tra il nord a maggioranza musulmana e il sud a prevalenza cristiana, ma anche ad una gestione senza scrupoli delle risorse petrolifere, con conseguenti, gravi devastazioni dell'ambiente e violazioni dei diritti di intere comunità. Gli scontri di Kaduna giungono a sei mesi dalle presidenziali, in cui il presidente Obasanjo dovrà rimettere in gioco il suo mandato. Dalla sua introduzione in 12 dei 19 stati del Nord, avvenuta nel 2000, la sharia ha già provocato innumerevoli scontri e 10.000 vittime. Il tentativo di Obasanjo di ridurre la frattura tra il nord e il sud sembra fallito, come pure il suo sforzo per la modernizzazione del paese. La gestione dell'economia rimane sostanzialmente assoggettata alle grandi compagnie petrolifere, con scarse ricadute negli altri settori produttivi, e la Nigeria rimane ancora tra i 25 paesi più poveri al mondo. Insomma, tra disoccupazione, povertà, corruzione e tensioni sociali, la Nigeria ha tutte le caratteristiche di un gigante dai piedi d'argilla, anche se nel 2000-2001 ha rinsaldato, anche sul piano militare, i rapporti con gli Usa, che si sono impegnati a ristrutturarne le forze armate e a fornire loro armamenti aerei e navali più moderni. Fonte: RFI Actualité L'industria del cotone in Africa Occidentale. Dalla produzione alla trasformazione. Il 25 - 26 novembre si è svolto a Lomé (Togo) un meeting regionale sulla trasformazione del cotone in Africa occidentale, con la partecipazione di oltre un centinaio di investitori stranieri ed esperti provenienti da tutto il mondo. Tutti hanno insistito sull'importanza di questo settore nell'economia della sottoregione. Secondo le stime la filiera del cotone rappresenta il 12% del PIB del Mali e il 38% di quello del Benin, ed è per molti paesi la principale voce di esportazione: il 75% per il Mali, il 60% per il Burkina Faso. Ma la trasformazione di questa materia prima in fibra rappresenta solo il 2% del totale prodotto (gli Stati Uniti trasformano il 62% del loro cotone). I partecipanti al meeting sembrano disponibili a sostenere lo sviluppo del settore; ma tra le righe sembra di leggere la speranza che i paesi dell'Africa occidentale, esortati dagli investimenti stranieri ad adeguare impianti, mano d'opera e costo dell'energia elettrica, possano in futuro diventare un buon affare per la delocalizzazione a basso costo della produzione di fibre tessili. Secondo i dati ufficiali diffusi, infatti, già adesso il costo di produzione è di 1 715 franchi CFA/kilo (escluse le tasse) nell'ambito di questi paesi, contro i 2 639 franchi CFA in Europa. Fonte: <http://www.rfi.fr/actuchaude/special.asp?m1=1&m2=1&identifiant=17808&ID_sRUB=71&id_dos=0> RFI Actualité IN PRIMO PIANO <http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=367&tipo=1> Nuovi spazi di democrazia Il mondo è cambiato radicalmente e - come risposta - la politica ha abdicato al proprio ruolo, delegando al mercato e alle grandi imprese multinazionali il governo del pianeta. E' il tempo di ridare spazio ai cittadini, con forme anche rinnovate di democrazia, per dare risposte nuove, e soprattutto umane, ad un mondo che - diventato villaggio - domanda nuove istituzioni democratiche, capaci di sposare, anche in forma innovativa, le istanze etiche con l'organizzazione della convivenza […] di Eugenio Melandri ATTIVITA' Una luce di speranza per i bambini orfani dell'aids in Africa 1 dicembre: giornata mondiale della lotta contro l'aids. Una guerra silenziosa che si lascia dietro le spalle oltre dodici milioni di orfani. L'AIDS non si limita ad abbreviare la vita, ma la complica, perché moltiplica povertà e disagi e perché colpisce ed uccide soprattutto la popolazione in età produttiva e così molti bambini e ragazzi orfani vanno ad aumentare le schiere dei bambini di strada, abbandonati a se stessi, altri, più fortunati sono presi in carico dai nonni o dalle famiglie allargate africane. Per affrontare questa epidemia è stato avviato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi il Progetto Rainbow, un programma multisettoriale di interventi umanitari per salvare il maggior numero possibile di orfani dell'Aids e dei ragazzi di strada in Kenya, Tanzania e Zambia. E' una piccola luce di speranza nell'inferno dell'AIDS che il Comitato Chiama l'Africa di Fano ( tel. 0721/865159 ) cerca di tenere accesa con le donazioni e le "Bomboniere della Solidarietà" (http://www.chiamalafricafano.org), grazie alle quali è stato possibile avviare il funzionamento di cinque Centri Nutrizionali per 210 orfani e otto Centri di Pronto soccorso per ragazzi di strada con 200 posti letto ( in grado di accogliere circa 400 ragazzi in un anno ). Per sensibilizzare l'opinione pubblica e per impegnare tutti nella guerra all'AIDS Chiama l'Africa-Fano invita ad accendere una candela che potrà essere acquistata sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre nel centro città ( Palazzo Gabuccini ) e davanti a diverse chiese. In questo modo sarà possibile dare, concretamente, speranza e aiuto a tanti bambini. Nell'ambito dell'iniziativa è organizzato un incontro, nella sede del Comitato fanese, Viale Italia, 4, sabato 30 novembre ore 21, con Mara Rossi, medico missionario in Africa per fare il punto della situazione nella lotta contro quello che viene definito " l'olocausto di questo secolo ". APPROFONDIMENTI <http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=368&tipo=2> Soluzioni africane ai conflitti continentali Uno dopo l'altro i conflitti in Africa vanno lentamente spegnendosi. Il recente tentativo di golpe in Costa d'Avorio è solo un'eccezione che conferma la regola. Dopo la fine della lunga guerra in Angola, anche quella del Congo, alla quale partecipavano una decina di stati, sembra volgere al termine: entro la fine dell'anno, potrebbe venir firmato un accordo di pace. Questi primi tentativi di risoluzione, come anche la mediazione della Tanzania in Burundi, illustrano la crescente volontà degli africani di risolvere da soli i loro conflitti. Particolarmente impegnate in questo senso le diplomazie del Senegal e del Sudafrica, che con il loro attivismo tentano di modificare l'immagine del continente […] Tre articoli da Le monde diplomatique (ottobre 2002) L'AFRICA TRA NOI <http://www.cipsi.it/africa/dettagli.asp?ID=366&tipo=3> Sospesi a metà: la doppia identità di emigrante e immigrato L'immigrazione vissuta dalla popolazione in terra di accoglienza come un fastidio, un disturbo alla tranquillità è frutto di un immaginario alimentato da una visione apocalittica e demagogica della politica. La presenza dello sconosciuto non è sinonimo di minaccia o di pericolo (se mai di curiosità). Perché questa minaccia diventi un problema di ordine pubblico ci vuole la capacità demagogica della politica, che utilizza il binomio «immigrazione uguale minaccia sociale» per fini elettorali, e la strumentalizzazione dei mass media che escono la mattina con titoloni a effetto. E' una situazione che non aiuta immigrati e locali a una convivenza pacifica né promuove integrazione. E anche l'utilizzo del vocabolo «clandestinità» ci pare un poco terroristico e demagogico […], di Mbake Gadij CURIOSITA' Il governo chiede un euro per l'Africa. A partire da marzo, con i tradizionali premarcati per pagare luce, acqua, telefono e gas gli italiani si vedranno recapitare un bollettino un po' speciale, attraverso il quale potranno versare da un euro in su per finanziare specifici progetti di sviluppo nel continente africano. Ad annunciare l'operazione di solidarietà è stato Alberto Michelini, consigliere di Silvio Berlusconi per il "Piano azione-Africa". Fonte: ilnuovo.it AZIONI Mille luci contro la guerra. 10 dicembre 2002, 54° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, invitiamo tutti ad organizzare nella propria città una fiaccolata per dire no alla guerra in Iraq e a tutte le guerre; no al terrorismo, alla violenza e a tutte le violazioni dei diritti umani. In ogni scuola, nei luoghi di lavoro, nelle piazze e nei luoghi d'incontro, nei consigli comunali, provinciali, regionali e in parlamento, il 10 dicembre fermiamoci per riflettere insieme su cosa possiamo fare per promuovere la pace e i diritti umani, a casa nostra e nel mondo. INFO: Massimiliano Pilati, Rete Lilliput, glt-nonviolenza at retelilliput.org Bandiere di Pace. Invitiamo ancora tutti i cittadini, tutte le associazioni, i movimenti, le istituzioni, gli enti, siano essi pubblici o privati, religiosi o laici, contrari alla guerra e favorevoli alla pace e alla via del dialogo a esporre da subito la Bandiera della Pace o un pezzo di stoffa bianco con scritto "no alla guerra", ai balconi delle case lasciandoli ben visibili finché non sarà definitivamente scongiurata la minaccia di un conflitto armato contro l'Iraq. INFO: www.bandieredipace.org - info at bandieredipace.org Pace da tutti i balconi! fa parte della campagna nazionale "Fuori l'Italia dalla guerra" promossa da Emergency, Libera, Rete di Lilliput e Tavola della Pace. Vi invitiamo a sottoscrivere l'appello comune affinché l'Italia non partecipi a una guerra contro l'Iraq per via telematica al sito www.emergency.org o scaricando gli appositi moduli da www.retelilliput.org E' giunto intanto al settimo giorno di digiuno don Albino Bizzotto, presidente di "Beati i costruttori di pace". L'iniziativa di "digiuno preventivo" per una Finanziaria di pace era stata lanciata da padre Angelo Cavagna del Gavci, che ha digiunato per 21 giorni e dal quale don Albino ha preso il testimone. Sono decine in Italia le persone che per lo stesso motivo stanno digiunando a staffetta. APPUNTAMENTI BASELLA (BG) 1 dicembre Inaugurazione del nuovo museo e villaggio africano Il Museo - sorto nel 1984 per iniziativa dei missionari passionisti a Calcinate in provincia di Bergamo - cambia sede, e si trasferisce a Basella di Urgnano, sulla statale Bergamo-Crema, a una decina di Km. da Bergamo. La nuova sede è più ampia e adatta ad accogliere la bella collezione di opere artistiche e artigianali. Accanto all'edificio è allestito un villaggio africano, fedelmente ricostruito. Sia il museo che il villaggio saranno aperti al pubblico, e potranno essere visitati da gruppi e scolaresche accompagnati da guide e animatori. INFO via G.B. Peruzzo, 2 24059 - Basella di Urgnano Tel. e Fax. 035.894670 info at museoafricano.it ROMA 3 dicembre Per il ciclo dei Martedì dell'Africa Il ruolo dell'ONU nei conflitti e nella difesa dei diritti umani in AFRICA Libreria Odradek - Roma, via dei Banchi Vecchi 57 - ore 18 Incontro-dibattito con Abdoulaye Bah, ex funzionario delle Nazioni Unite INFO: tel 329/5713452 - fax: 06/30993424 info at chiamafrica.it ROMA 4 dicembre Somalia: presentazione del rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere A dieci anni dall'operazione "Restore Hope", la vita del popolo somalo oggi. ore 12,30 - Hotel Nazionale, Piazza Montecitorio 131 INFO: 064486921 ------------------------------------------------------------------------------- Ti è arrivata questa mail perchè risulti iscritto alla newsletter di <http://www.chiamafrica.it> - Chiama l'Africa. Via Francesco del Furia 18 - 00135 Roma - tel 329/5713452 - fax: 06/30993424 Per non ricevere più questa mail scrivi a info at chiamafrica.it Allo stesso recapito puoi segnalare notizie, iniziative o appuntamenti redazione e sintesi a cura di Paola Luzzi
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