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NIGRIZIA 6/2000 - POPOLI E CULTURE
- Subject: NIGRIZIA 6/2000 - POPOLI E CULTURE
- From: "Redazione Nigrizia" <redazione at nigrizia.it>
- Date: Wed, 31 May 2000 17:06:15 +0200
POPOLI E CULTURE Cinema & Videoarte / Theo Eshetu VIAGGI DI LUCE Diego Marani ed Elisa Rossignoli ALLA RICERCA DELLE PROPRIE RADICI, UN ARTISTA EMERGENTE IN CAMPO INTERNAZIONALE RACCONTA LE SUE MANIPOLAZIONI DI IMMAGINI, FOTOGRAFIE, CINEMA E TV. "La televisione e' la cosa piu' lontana dall'arte. In televisione non puoi infrangere le regole". Non male come affermazione per un artista che lavora alternando videocamera a cinepresa e manipolando il linguaggio televisivo. Di "professione" e' regista anche televisivo, e avverte: "Anche la videoarte e' per certi aspetti un controsenso, una contraddizione". Theo Eshetu e' a dir poco cosmopolita. Nato a Londra nel 1958 da padre etiope e madre olandese, si laurea in comunicazioni visive nell'81 e poco dopo si trasferisce a Roma, dove nel 1986 ha fondato la casa di produzione cinematografica White Light. In Africa ci viaggia, spesso, con e senza macchina fotografica o videocamera in mano. Quando qualcuno gli chiede se si sente piu' africano o europeo, non riesce a trattenere un sorriso. E' poi cosI' importante definirlo? Allo stesso modo preferisce parlare non tanto di "arte africana" ma piuttosto di "una sensibilita' africana nell'arte". Ha lavorato per la Rai, Rai Sat e Arte', il prestigioso canale culturale francotedesco. A Bologna, all'interno della mostra collettiva Transafricana esponeva due video: Questa e' vita (1987, 10’) e La Madonna, (1992, 18’). Sopra il monitor che trasmette le sue opere su uno schermo e' proiettata la diapositiva di una statua in legno di una donna mentre partorisce. "L'arte tradizionale africana e' conosciuta spesso solo attraverso la sua scultura e la sua materialita'. Qui ho provato a trasformare il legno in luce". La luce: di striscio, infuocata, abbagliante, sfumata, a flash, torna in tutte le opere del regista, che commenta La Madonna con una frase lapidaria: "Lei e' luce". In Questa e' vita la luce gioca con il corpo, passando dalle danze tradizionali africane al trucco occidentale e alla moda dei tatuaggi. Eshetu ha diretto anche il mediometraggio Il sangue non e' acqua fresca,(1998, 58’), primo premio dell’apposita sezione nella edizione 1999 del Festival di cinema africano di Milano. "Per me e' difficile stabilire i confini tra cinema, fiction televisiva, documentario", spiega Eshetu. Il film, un tuffo nella profondita' dello spirito etiopico, racconta un viaggio in Etiopia con una guida del tutto particolare: Tekle Tsadik Mekouria, il nonno del regista, ex ministro della cultura e dell'educazione ai tempi dell'imperatore Haile' Selassie'. "Mio nonno e' una figura importantissima per l’Etiopia: uno storico, ponte tra tradizione e modernita', tra oralita' e parola scritta. Ha raccontato la storia dell’Etiopia mediando varie tradizioni assai diverse fra loro: la storiografia inglese, francese, italiana, egiziana, le cronache etiopi di corte. Ha creato cosI' una grande narrazione, risultato dell’unione di tanti fili diversi. Anch’io racconto un viaggio e prendo da diverse fonti: arte, storia, cinema, religione, antropologia. Il sangue non e' acqua (che il regista ha definito provocatoriamente anche "un falso documentario", ndr) e' un viaggio di impressioni che propongo al pubblico, un viaggio alla ricerca delle mie radici. Ma esse sono in comune con le radici dell’essere umano, cosI' come ogni storia, pur restando unica, ha un’origine comune con infinite altre storie. Per chi e' stato girato allora il film? Per se' stesso, per gli etiopi, per gli italiani? "Per tutti. Per l’altro che ciascuno e'. Per me stesso, certamente. Per il popolo etiope, frutto di una tradizione assai ricca e complessa, di pluralita', di un insieme di alterita'. E per gli italiani, nel cui immaginario la "fierezza" del popolo etiope e' difficilmente compresa come risultato dell’unita' di popoli diversi, unita' dinamica e piena di fermenti anche difficili da controllare e da schematizzare. Un esempio di questa difficolta' e' la guerra che tuttora insanguina l’Etiopia e l’Eritrea, pochi anni dopo la conclusione del conflitto che ha portato all ’indipendenza di quest’ultima. Arrivare alla fonte delle proprie origini mostra quanto sia negativo cercare deliberatamente di rafforzare i particolarismi: le differenze hanno un valore positivo grazie alle origini comuni da cui scaturiscono. Cercare cio' che ci unisce all’altro non ci fa perdere la nostra identita', ma al contrario, andando indietro nel tempo vissuto, recupera cio' che unisce piu' che cio' che divide". Parole non scontate, se si pensa che l'Etiopia di oggi e' comunque un paese che cerca di trovare un non facile equilibrio tra la salvaguardia delle proprie radici storico-culturali e l'ineluttabile irruzione della modernita', contrasto che alcuni critici hanno visto rispecchiato nel film attraverso il passaggio frenetico dal passato remoto al presente. Senza dimenticare che il conflitto tra Etiopia ed Eritrea e' stato fortemente mediatizzato e tutti, anche nella diaspora, sono stati costretti a prendere posizione; basti pensare alle polemiche che hanno accompagnato alcune proiezioni del film Adwa di Haile' Gerima (sulle cause del conflitto vedi anche dossier Nigrizia, 11/99; nello stesso numero un'intervista allo stesso Gerima). CONTAMINAZIONI SONORE L'attenzione a suoni e musiche e' una costante nei lavori dell'artista, i frammenti visivi si mescolano a quelli musicali. Le contaminazioni dal video passano quindi anche nell'ambito musicale: le colonne sonore delle opere presentate a Bologna variano dai canti estatici della mistica tedesca Hildegard Von Bingen alla batteria jazz del "grande vecchio" Art Blakey, alle immagini di James Brown. E non sembra dunque un caso che il prossimo progetto di Eshetu sia una collaborazione con il musicista Peter Maxwell Davis e l'orchestra di Santa Cecilia di Roma. L'idea e' quella di proiettare immagini appositamente girate per visualizzare la musica: la "prima" e' prevista a Roma in settembre. Poi si spera nella produzione di videocassette. Il tema del progetto? La storia di un ragazzo africano che arriva a Roma (nell'anno del giubileo) e che rimane meravigliato dalla citta' eterna. Storia per luci e suoni. ************************************ NIGRIZIA redazione at nigrizia.it Vicolo Pozzo, 1 - I-37129 Verona tel. +39 045 596238 fax +39 045 8001737 www.nigrizia.it
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