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NIGRIZIA 5/2000 - MATATU
- Subject: NIGRIZIA 5/2000 - MATATU
- From: "Redazione Nigrizia" <redazione at nigrizia.it>
- Date: Thu, 4 May 2000 16:22:42 +0200
Matatu RADIO MATATU di Renato Kizito Sesana UNA NUOVA RADIO CATTOLICA PER IL KENYA: PER I MERCATI DELLE BARACCOPOLI E I PASSEGGERI DEI MATATU. FORSE NON TRASMETTERA' LA FEDE, PERO' SPERA ALMENO DI ALIMENTARLA. CONSAPEVOLE CHE GIORNALI, RADIO E TIVU' NON SOSTITUIRANNO - MAI - LA TESTIMONIANZA VIVA DI UNA PERSONA. E' possibile comunicare la fede attraverso i mass media? Le risposte, tutte sostenute da ponderose argomentazioni, vanno da chi dice che e' importante anche solo essere presenti, a chi sostiene che mass media e fede sono incompatibili. Per chi, come me, spende parte del suo tempo, spesso le ore rubate al sonno, scrivendo per giornali e riviste, non e' una domanda accademica. Nel corso degli anni mi sono convinto che e' quasi impossibile comunicare la fede attraverso i mass media perche' la fede richiede un rapporto umano, di amore, per essere adeguatamente trasmessa, e tale rapporto molto difficilmente puo' passare attraverso i media. D'altro canto i media, usati con intelligenza, possono alimentare la fede e sostenerne le ragioni. Sono ormai anche uno strumento irrinunciabile di riflessione e comunione all'interno della comunita' dei credenti. Spesso la chiesa ha pero' problemi ad usare i mass media, specialmente per raggiungere i lontani. Peter Brooks, un ministro anglicano che ha lavorato nella radio e televisione inglesi per tutta la vita, al momento di andare in pensione ha detto che la comunicazione fatta dalle chiese spesso "risponde a domande che non sono state fatte, da' le risposte in un linguaggio che non e' capito e agisce attraverso strumenti che nessuno legge o ascolta". La domanda mi si e' riproposta con forza poche settimane fa, quando il vescovo keniano che presiede la commissione per le comunicazioni sociali della conferenza episcopale mi ha chiesto, a nome della conferenza stessa, di assumermi la responsabilita' di progettare, avviare e dirigere la radio cattolica del Kenya. Ho accettato la sfida. La radio e' uno strumento di comunicazione molto efficace e popolare in Africa, dove la tradizione orale e' ancora fortissima. Riesce a stabilire contatto con gli analfabeti, che sono ancora tanti, senza farli sentire inferiori, e arriva dappertutto a costi bassissimi sia per chi la gestisce sia per chi la riceve. NON COMUNICARE IL VUOTO Naturalmente deve essere una radio che sappia toccare i problemi della gente: la scuola per i figli, la polenta da mettere in tavola, il rispetto della tradizione, la formazione cristiana, i diritti umani, l'oppressione culturale. Ci sono a Nairobi alcune radio che trasmettono musica americana, notizie viste dalla prospettiva americana, e perfino le previsioni del tempo per l'America. Sarebbe bello invece avere una radio che parli agli autisti e passeggeri dei matatu - dove c'e' sempre un mangianastri o una radio che funziona a tutto volume - in un linguaggio, con una musica, che possono capire e con cui si possono identificare. Che crei comunita', che aiuti la gente a riflettere sui propri problemi e a liberarsi, che diventi uno strumento per promuovere la crescita della cultura locale. Che sappia anche essere profetica. Che aiuti a intuire la presenza di Dio nella vita quotidiana, nella storia che si evolve ogni giorno sotto i nostri occhi e col nostro contributo. Che ispiri alla vita cristiana senza essere bacchettona. Che dia voce alla gente, con programmi in cui tutti possono intervenire. Visto che molti a Nairobi non si possono permettere neanche il costo di una telefonata, mi piacerebbe avere delle postazioni nei mercati di Kibera, di Kawangware, di Mathare Valley - cioe' i posti in cui c'e' la piu' grande concentrazione di poveri - cosi' che la gente si possa avvicinare alla radio e parlare in diretta. Alcuni programmi potrebbero essere realizzati direttamente dalle comunita' di base, con un minimo di assistenza tecnica che non diventi un mezzo di controllo su cio' che la gente vuol dire. I mass media occidentali sono riusciti non solo a rendere Dio invisibile, ma a far credere che non sia piu' necessario. Noi cercheremo di fare radio in un modo diverso, africano e cristiano. Fare il missionario oggi in Africa vuol dire anche questo. Cosi' mi sono rimesso ad andare a scuola, non una scuola formale, ma a cercare di capire dai miei amici giornalisti keniani che lavorano gia' in questo campo come farebbero veramente una radio africana, se fossero liberi di fare come vogliono, invece che seguire le direttive che vengono dall'alto, governo o multinazionali che siano. Nella convinzione che comunque gli strumenti di comunicazione sociale non devono creare belle facciate che nascondono il vuoto. Cio' che e' importante e' comunicare all'interno della chiesa, ancora piu' importante e' vivere il Vangelo. Comunicati stampa, giornali, agenzie, radio, televisioni non saranno mai sostitutivi della vita. Se cio' che viviamo e' significativo e credibile, sara' facile anche comunicarlo. ************************************ NIGRIZIA redazione at nigrizia.it Vicolo Pozzo, 1 - I-37129 Verona tel. +39 045 596238 fax +39 045 8001737 www.nigrizia.it
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