Africanews ITA - Aprile 2000 - A



AFRICANEWS - Versione Italiana
Nr.25  - APRILE  2000


Malawi
Licenziate i deputati fannulloni
di Brian Ligomeka


Il mandato di chi non soddisfa le aspettative dell'elettorato rischia
di essere revocato, se una campagna avviata dalla Chiesa presbiteriana
centroafricana del Malawi dara' i suoi frutti. La chiesa dice che
fara' forti pressioni per la reintroduzione della clausola
costituzionale che da' agli elettori il diritto di revocare il mandato
dei deputati che hanno eletto e che non mantengono le promesse.


Charles Masinga, presidente di una sezione e grande sostenitore del
partito al governo in Malawi, il Fronte democratico unito, nel
collegio elettorale di Mulanje ovest, e' una persona frustrata. "La
causa della mia frustrazione e' la nostra deputata. Da quando
l'abbiamo eletta non ha mai messo piede nel villaggio. Tutte le
promesse che ha fatto durante la campagna per l'elezione al parlamento
sono soltanto un mucchio di bugie. E' soltanto una bugiarda," si
lamenta Masinga. E' uno delle migliaia di elettori del collegio di
Mulanje ovest che si lamentano che il loro rappresentante in
parlamento sia apparentemente ininfluente.

Nonostante le proteste degli elettori, non c'e' niente che possano
fare per revocare il mandato del loro parlamentare. La ragione e' che
l'articolo 64 della Costituzione del Malawi, che dava agli elettori il
potere di revocare il mandato a un deputato che non mantiene le
promesse, e' stato cassato dalla Costituzione nel 1995. Ma cinque anni
dopo che l'articolo venisse abrogato dal parlamento, il mandato dei
legislatori che non sono all'altezza delle aspettative dei loro
elettori rischia di essere revocato, se una campagna avviata dal
secondo gruppo confessionale del Malawi, la Chiesa presbiteriana
centroafricana, da' i suoi frutti.

Il sinodo livingstoniano della Chiesa presbiteriana centroafricana
dice che fara' forti pressioni perche' sia reintrodotta la clausola
costituzionale che da' agli elettori il diritto di revocare il mandato
dei deputati che hanno eletto. Il segretario generale del sinodo
Overtone Mazunda dice che l'abrogazione nel 1995 da parte della Corte
suprema dell'articolo 65 della legislazione e' stata immotivata.

"Nel corso della stesura dell'attuale Costituzione siamo stati
consultati. Ma quando l'articolo sessantaquattro della Costituzione e'
stato cassato, non siamo mai stati interpellati. Come chiesa ci
sentiamo imbrogliati," dice Mazunda.

Spiega poi che se il parlamento puo' cassare alcune clausole, ci sono
alcune sezioni per le quali e' necessaria una consultazione
elettorale. "L'articolo 64 dava all'elettorato il potere di revocare
il mandato del proprio deputato che si fosse mostrato inefficiente.
Questo era stato concordato con la popolazione quando e' stata stesa
la Costituzione. Invece i parlamentari stessi hanno cassato l'articolo
a proprio vantaggio, derubando l'elettorato del suo potere senza
consultarlo,".

Il sinodo aveva gia' cominciato a fare girare l'idea tra altre
organizzazioni ecclesiastiche, organizzazioni non governative per i
diritti umani e la Commissione legislativa sovvenzionata dal governo.
L'Istituto del Malawi per le questioni della democrazia (Malawi
Institute for Democratic Affairs - Midea) promette di allearsi con la
chiesa nel fare pressioni per la reintroduzione di quella parte della
legislazione. Il direttore esecutivo di Midea, Shyley Kondowe, dice:
"Assisteremo i nostri colleghi che sostengono la reintroduzione di
questo articolo. Nei fatti abbiamo cercato di sostenere la stessa cosa
nel corso degli ultimi tre anni, ma non c'era spazio per un
dibattito."

Ollen Mwaulunju, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani e
la riabilitazione, con sede a Lilongwe, da' il pieno supporto a questi
nuovi sviluppi. Dice che la mossa introdurra' un senso di
responsabilita' e mettera' duramente al lavoro un buon numero di
parlamentari. "Senza codice di condotta ne' limite di servizio, questi
deputati sono liberi di fare cio' che vogliono perche' non devono
rispondere a nessuno. Possono rimanere cinque anni senza lavorare in
alcun modo per lo sviluppo dei propri collegi elettorali, e nessuno li
puo' denunciare. Noi vogliamo che debbano rispondere a chi gli da'
impiego (l'elettorato),".

Mentre alcuni membri del parlamento si oppongono con forza alla
reintroduzione dell'articolo, Louis Chimango, ex professore di legge
all'universita' e parlamentare eletto per Lilongwe Mpenu, dice che
come individuo accettera' l'opinione della popolazione in proposito:
"Lasciate che ci espongano la questione, in maniera che la si possa
discutere; comunque, al fondo, rispetto l'opinione della popolazione
in proposito,".

Uno degli analisti politici principali del paese, Horace Somanje,
oltre a reinserire l'articolo 64, propone di tenere un congresso che
riveda tutta la Costituzione. E spiega: "Le leggi dovrebbero essere
attentamente soppesate per chiudere tutte le maglie di cui alcuni
individui potrebbero approfittare." Somanje descrive l'attuale
Costituzione del Malawi, nata nel 1994, quando il paese ha
ufficialmente compiuto la transizione da un sistema di governo a
partito unico a un sistema pluripartitico, come una "collezione di
segmenti delle Costituzioni di altre societa' di tradizione
pluralistica, assemblata in fretta per andare incontro alla scadenza
delle elezioni generali pluripartitiche di quell'anno."

Il parlamento ha cassato la legislazione nel 1995, in seguito al
crollo del governo di coalizione di breve durata tra il Fronte
democratico unito (United democratic front - Udf) al potere, e
l'Alleanza per la democrazia (Alliance for democracy - Aford)
all'opposizione. I membri dell'Aford cui erano stati conferiti
incarichi ministeriali si sono rifiutati di dare le dimissioni sia
dalla carica di Ministro che da quella di rappresentante di partito,
nonostante l'appello del presidente del partito Chakufwa Chihana a
farlo.

L'Udf, al potere, ha difeso la mossa, sostenendo che i membri
dell'Aford avevano il diritto di rimanere sia nel gabinetto che in
parlamento, negli interessi dell'unita' nazionale. D'altra parte
l'opposizione ha contestato la mossa, sostenendo che l'articolo 65
della Costituzione da' mandato al Presidente della Camera di
dichiarare vacante il seggio di ogni membro dell'Assemblea nazionale
che all'epoca della sua elezione era membro di un partito politico
rappresentato nell'Assemblea nazionale.

La societa' civile ha sempre protestato per alcune leggi della
Costituzione che era necessario rivedere, poiche' favorivano alcuni
malawiani e non altri. Con il crescere della pressione a opera dei
gruppi religiosi e dei diritti umani, Charles Masinga e molti altri
malawiani vedono dei barlumi di speranza alla fine del tunnel, per cui
un giorno, potranno revocare il mandato ai parlamentari inefficienti.

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