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NIGRIZIA 4/2000 - POPOLI E CULTURE - Mirka
- Subject: NIGRIZIA 4/2000 - POPOLI E CULTURE - Mirka
- From: "Redazione Nigrizia" <redazione at nigrizia.it>
- Date: Thu, 30 Mar 2000 17:46:04 +0200
POPOLI E CULTURE Cinema / La lezione di Mirka il "bastardo" SOLO L’AMORE PUO' Nike Morganti L’ULTIMA OPERA DEL REGISTA ALGERINO RACHID BENHADJI PRESENTATA IL 18 FEBBRAIO IN ANTEPRIMA A MILANO, NARRA DI UN BAMBINO NATO DA UNO STUPRO DI GUERRA NELLA EX IUGOSLAVIA. E DI COME LASCIARSI ALLE SPALLE ODI ATAVICI, ETNICISMI E PREGIUDIZI. Al caos che contraddistingue le societa' dei cosiddetti paesi emergenti scosse dalla violenza della guerra o del terrorismo, siano essi i territori della ex Iugoslavia o la sua stessa patria algerina, Rachid Benhadj contrappone la filosofia dei rapporti umani retti dall’amore e dai sentimenti. Come gia' in Touchia del 1993 (film che rievoca con grande poesia la vigilia dell’indipendenza algerina, dove la trepidante attesa di due giovani fanciulle si traduceva invece nello stupro subi'to proprio nel giorno della raggiunta liberta') cosi' in Mirka ((Italia-Francia-Spagna - 107’ - 1999), egli sostiene la necessita' di abbattere le barriere ideologiche e razziali per ricostruire una fratellanza umana attraverso la comprensione, il perdono, l’amore, sentimenti che vanno al di la' delle ideologie razziali e culturali, delle credenze politiche o religiose e che riaffermano la fede nell’uomo e la sua vocazione ad essere l’artefice del proprio destino. Il film, ambientato in un villaggio delle montagne della ex Iugoslavia, racconta infatti la storia di Mirka, un bambino nato appunto da uno stupro di guerra. Siamo nel vivo del problema dal momento che, come afferma Milovan Gjilas, lo storico oppositore di Tito, le ragioni del bagno di sangue sul territorio che una volta era la Iugoslavia vanno ricercate nelle ideologie che ancora oggi si prefiggono ostinatamente l’obiettivo della instaurazione di uno stato etnico, ancora meglio di uno stato etnicamente puro. Ma, mentre in Touchia lo stupro esprime simbolicamente l’affronto e la delusione inflitta alla popolazione per le speranze tradite e per gli obiettivi disattesi della rivoluzione, qui diventa arma di guerra per annientare la dignita' e l’identita' del nemico. E attorno alla presenza scomoda del "bastardo" che, oltrepassando il fiume che segna la linea dell’odio, penetra pericolosamente fin nel cuore del villaggio, prende avvio il dramma. Mirka, ragazzetto decenne, scampato all’ eccidio degli innocenti verificatosi nel villaggio dopo il tragico passaggio di truppe nemiche che uccidevano e violentavano, e' alla ricerca della madre sconosciuta. Guarda caso, capita proprio nel cortile di casa, dove la sua giovanissima madre Elena (Barbara Bobulova) vive con la nonna, accudendo le mucche. Naturalmente la nonna intuisce immediatamente l’identita' del bambino che si affida a lei per ritrovare la mamma. Se il personaggio di Mirka e' a volte appesantito da un sovraccarico di parole che lo privano della sua spontaneita', quello della nonna, interpretato da una magnifica Vanessa Redgrave, risulta, nella sua complessita', assolutamente autentico, tanto da creare, con la sua presenza carismatica, un felice equilibrio con altri personaggi piu' nettamente tipicizzati. STRIX Il maggior dono che Dio fece creando, dice Dante, fu "de la volonta' la libertade". E lei, la vecchia Kalsan, il Lupo Grigio, uno dei capi della lotta armata, grazie alla propria capacita' di giudizio libera da ideologie, e' stata in grado al momento cruciale di fare la grande scelta, di opporsi alla morale e alle pressioni fortissime della comunita', e di determinare cosi' un nuovo corso degli eventi. L’esercizio della liberta' porta pero' con se' il rischio di gravi responsabilita' e forse anche di errori e, di fronte a Mirka, imbarazzante personificazione del tabu' violato, ognuno reagisce manifestando la propria natura, come dinanzi a una cartina di tornasole: a cominciare dall’intera comunita' che festeggia un carnevale carico di folklore e di antichi pregiudizi emblematicamente espressi nella ricchezza delle maschere. Tipico rappresentante di rigido conformismo alla tradizione e' il promesso sposo di Elena, Helmut (Sergio Rubini), maestro delle maschere appunto, che rifiutera' categoricamente di accettare il bambino, negando il suo valore di essere umano in quanto "bastardo". Per lo stesso motivo, la banda di ragazzotti del villaggio, obbediente erede di un odio cieco trasmesso da generazioni, lo bracca e lo caccia oltre il fiume, oltre la frontiera. Per contrastare il fin troppo sano buon/non-senso degli abitanti del villaggio, che attribuiscono alla presenza del ragazzo la responsabilita' per la mori'a di animali e di altri incidenti, Benhadj sottolinea il valore del diverso nel personaggio di Strix, l’uccellatore, interpretato da un gran Depardieu, disquisendo fra la grettezza degli uni e la saggia follia dell’ altro. Figura fortemente simbolica che vive ai margini della societa' e che tutti evitano perche' "trasforma i bambini in uccelli", e' l’elemento eroico della storia perche' e' fuori dagli schemi ed e' pronto a perdersi. Ben lontano dalla pirotecnica personalita' slava descritta da Kusturica, Strix e' semplicemente un uomo, saggio e tollerante, che stringe amicizia con Mirka e sara' determinante nella maturazione psicologica della giovane Elena. Quando l’odio infiamma il villaggio e rischia di travolgerlo nella sua rovina, Mirka si rifugia al cimitero proibito. All’esplosione della violenza collettiva il film oppone la statica solitudine del cimitero che e' la materializzazione della colpa che tutti vorrebbero dimenticare e che nessuno puo' perdonare. Nessuno osa inoltrarsi in questo luogo negato, dove sono sepolti i neonati sacrificati alla morale del gruppo. Ma e' proprio da questo non luogo, da questo oscuro ristagno della coscienza che tutto deve ricominciare. Qui la razionalita' della vecchia Kalsan che vorrebbe risolvere la questione appellandosi alle istituzioni non puo' nulla; qui e' necessaria una purezza di cuore che solo la fratellanza fra gli uomini e l’ amore disinteressato possono dare. Quando Elena scopre che Mirka e' suo figlio riesce, con l’aiuto di Strix, ad affrontare la realta' del cimitero e vi si reca per ritrovare il figlio e riaffermare con l’amore il valore della vita. ************************************ NIGRIZIA redazione at nigrizia.it Vicolo Pozzo, 1 - I-37129 Verona tel. +39 045 596238 fax +39 045 8001737 www.nigrizia.it
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