da alessandra garusi: EDITORIALE DI MISSIONE OGGI DI FEBBRAIO 2005



Vi mando qui di seguito l'editoriale del numero di febbraio 2005 di Missione
Oggi.
Cari saluti

Alessandra Garusi (per la redazione)
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Tsunami asiatico e tsunami africano




Forse, quando questo editoriale apparira', i riflettori delle tv sul
maremoto che ha stravolto Paesi interi e milioni di uomini e donne dell'
altra parte del mondo, si saranno gia' abbassati, e le notizie dei giornali
dal fronte del Sud est asiatico saranno oramai scivolate dalle prime pagine
a quelle interne. Vorremmo sbagliarci, ma e' molto probabile che sia cosi'.
E che anche da parte nostra, superato il momento di forte emozione, si
affidi "agli addetti ai lavori" il futuro di quelle terre. A noi i
sentimenti, a loro il "sano realismo". A noi la pietas per i morti, a loro
gli affari legati alla ricostruzione.
Vorremmo sbagliarci anche su una Rai che corre non solo a documentarci i
disastri lontani, ma anche la ricostruzione che avviene giorno dopo giorno,
la speranza ritrovata dopo la catastrofe. Ci auguriamo dunque che l'
emittente pubblica abbia il coraggio di mostrarci immagini di normalita'
ritrovata, storie di vita che risorgono dal fango e dalla distruzione.
Insomma che la Rai non sia la televisione delle emergenze lontane, ma che
racconti anche la fatica alla quale popoli interi si sobbarcano per
ritrovare il coraggio di vivere.
Dietro questa tragedia si nasconde anche un'opportunita', che ci chiama in
causa direttamente. Non si tratterà solo di ricostruire un tessuto sociale
così duramente colpito, ma le stesse condizioni ambientali: ospedali,
scuole, abitazioni, villaggi, strade, foreste, acqua potabile ecc. Ma
soprattutto un'economia diversa da quella che ha caratterizzato negli ultimi
decenni questa regione. Un'economia non indotta dagli interessi del turismo
occidentale che "mangia" tutto lasciandovi le briciole (leggi poverta' di
massa, prostituzione infantile, ecc.), ma che in primo luogo garantisca l'
autosviluppo di quelle popolazioni attraverso un'allocazione delle risorse
finalizzata a soddisfare i bisogni primari secondo progetti da loro definiti
e gestiti.
E' importante allora che da qui riparta una rivendicazione rivolta al nostro
governo, come a tutti quelli della UE: la cancellazione del debito di tutte
le nazioni coinvolte in questo disastro, onorando in tal modo la legge
209/2000 varata dal parlamento italiano, e per ora del tutto inapplicata. E
se una contrattazione dovrà essere fatta perche' tale remissione possa
avvenire, non potranno che riguardare la destinazione sociale di tali fondi.
Attorno al tavolo dovranno sedere non solo i governi legittimi dei vari
Paesi, ma anche tutte quelle associazioni, organizzazioni non governative,
istituzioni indipendenti realmente rappresentative delle società civili
locali.  Non sara' facile, ma oggi c'e' una possibilita' in piu'.
   Infine c'e' uno tsunami africano che richiede la nostra attenzione e la
nostra solidarieta' al pari di quello del Sud est asiatico. Il conflitto che
continua nell'est del Congo ha fatto molte più vittime: si calcola fino a
3,8 milioni di persone e la guerra che tuttora e' in corso nel Darfur
(Sudan) ne ha messo in fuga quasi un milione e mezzo nei due anni passati.
Ci sono disastri ovunque e non possiamo chiudere il cuore ad alcuni.  Che
non si tolga all'Africa per aiutare l'Asia.