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Abu Ammar



Un ricordo del Presidente Arafat da una compagna dell'Associazione per la Pace 
di Napoli.
ci vediamo a Roma.
Nat

"Il vecchio se ne è andato. Dopo tutto il ronzare di avvoltoi mediatici, dopo aver 
annunciato pezzo per pezzo la fine di ogni suo organo, il silenzio. E che la terra gli 
sia lieve. E che sia lieve ai Palestinesi il compito di attraversare una stagione senza 
padre. Il gelo e la tenerezza ci hanno attraversato mentre l’elicottero lasciava la 
Muqata, Ramallah, la Palestina, la terra. Quegli occhi umani, quella debolezza del corpo, 
spoglio dei simboli del combattente, che smuovevano sentimenti di milioni di palestinesi 
sparsi per il pianeta e di tanti amici e compagni, sono la fotografia di una parabola 
umana che ha tratti di universalità, un senso tragico di grandezza e disperazione. Forza 
e debolezza, resistenza inflessibile e contraddizione, sumud e dolcezza. Non 
dimentichiamo niente di questi anni, il bello e il brutto. Quel che rimane dell'intera 
vita di Abu Ammar è il desiderio di liberazione e l'ostinazione a non chinare mai il 
capo. Oggi piangiamo l’uomo e il simbolo, avendo in mente ancora di più i milioni di 
palestinesi che subiscono, resistono, muoiono, perdono, rinascono e ricominciano ogni 
volta. Andare avanti anche quando tutto sembra perduto. Questo è il principale messaggio 
che ci è sempre venuto dalla storia e dalla vita dei palestinesi. "

Nilla