E' lecito il disgusto?



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Italia 
- 21.2.2008 
E' lecito il disgusto? 
 
 
Non è normale utilizzare un 
articolo per esprimere il proprio disgusto. Utilizzare un quotidiano 
per raccontare la propria amarezza e la propria delusione. Ma in questo 
caso abbiamo deciso - anche noi - che si può fare.

Che cosa è successo 
per provocare cotanto sdegno? E' successo che ieri in parlamento, "la 
Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-
legge 31 gennaio 2008, n. 8, recante disposizioni urgenti in materia di 
interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di 
pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle 
Forze armate e di polizia a missioni internazionali (C3395)".
Che 
tradotto per i non legulei, significa che ha rifinanziato le nostre 
missioni militari. Compresa quella, di guerra, in Afghanistan. Qualcuno 
ha votato contro, ma adesso sono buoni tutti, visto che non sono più in 
discussione le poltrone e le poltroncine e gli stipendi. La stragrande 
maggioranza dei deputati ha votato a favore. Qualcuno ha visto bene di 
uscire dall'aula, piuttosto che votare contro.
 
Ma il punto non è 
tanto questo, siamo abituati oramai alle tristi vicende della politica 
italiana. Il punto è che la notizia, perché indiscutibilmente di 
notizia si tratta, questa volta non ha avuto eco in nessuno dei grandi 
quotidiani nazionali.

Il che tradotto in parole povere significa che 
l'Afghanistan esiste solo in quanto funzionale alle vicende e alle 
beghe interne di casa nostra. Se non ce ne sono, via lisci, il fatto 
che si rifinanzi una missione clamorosamente di guerra non merita lo 
spazio che una buffonata come la lettera di Bondi "non si accetteranno 
candidati con processi in corso" o il no di Aida Yespica (chi era 
costei?) alla politica hanno avuto. Il fatto che il nostro Paese 
continui ad essere complice (solo complice?) di chi sta massacrando 
civili, di chi sta finendo di distruggere un altro Paese non importa a 
nessuno. Eppure così, siamo certi, non è. Perché se così fosse, noi non 
esisteremmo. E PeaceReporter non avrebbe tutte le migliaia di lettori 
che ha.
 
Maso Notarianni

direttore at peacereporter.net