Re: [pace] Appello: Rinunciare alla macchina per non finanziare la morte?



Caro Andrea,
condivido appieno le tue motivazioni e scelte (io stesso sono obiettore alle spese militari) e trovo che l'obiezione non possa che essere a 360°: "Dovremmo avere antenne più sensibili a captare le modulazioni di violenza emesse da tutte le direzioni. La violenza a onde corte che viene perpetrata, ad esempio, mediante l'aborto. Dopo gli anni roventi degli steccati culturali e degli scontri etici, pare che il bisogno di una autentica difesa della vita non nata stia ricongiungendo le sue proiezioni con l'ansia di un mondo affrancato dall'incubo nucleare, verso un comune allargamento degli orizzonti di quelle evidenze etiche che tutti si affannano a proclamare in decadimento." Sono parole profetiche di d.Tonino Bello, che nella concretezza del tuo gesto trovano eco.
Per cui tutta la mia solidarieta' e disponibilita' a sostenerti.

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Pace e bene,
Davide

"Se Gesù non fosse vissuto davvero, non saremmo stati capaci di inventarlo. Nell'insieme coerente dei suoi insegnamenti e della sua vita, noi troviamo uno smascheramento ed un rifiuto del Sistema del Dominio che nessun uomo intrappolato nelle sue maglie avrebbe potuto articolare"
---Walter Wink

Il 18/12/06, Andrea Mazzi <apg23mo at comune.modena.it> ha scritto:

Rinunciare alla macchina per non finanziare la morte?
 
E' arrivato. Dopo tanti anni, quando sembrava che si fosse dimenticato di me, è arrivato. Lo Stato ha deciso di intervenire per riprendersi i soldi delle tasse che non gli ho versato.
Poca roba, 50.000 lire nel '94, poi ancora nel '96, poi nel '99. Con sopratasse e interessi, ora sono circa 200 Euro in tutto.
E allora ha deciso che se entro il 28 dicembre non pago, non potrò più utilizzare la mia macchina. Tecnicamente si chiama 'fermo amministrativo'.
Ma quei soldi non li ho dati allo Stato perché ho fatto obiezione fiscale. Alle spese militari e a quelle abortive.
Quindi quei soldi li ho versati per iniziative che portassero la nonviolenza dove ci sono dei conflitti armati e il sostegno a donne incinte che altrimenti avrebbero abortito.
Come del resto da anni facciamo in tanti della nostra comunità Papa Giovanni XXIII.
Non possiamo sopportare che parte dei soldi delle nostre tasse sia utilizzato per dare la morte ad altre persone.
Che venga impiegato per costruire armi e mandare eserciti a tenere sotto controllo i poveri del mondo, per difendere gli interessi dei grandi della terra, a mantenere l'oppressione e l'ingiustizia.
O che venga usato per pagare a nostre spese un atto come l'aborto che provoca la morte ogni giorno di 450 bambine e bambini in Italia, e una ferita mortale per le loro mamme, che le segnerà per tutta la vita, quando per tante mamme incinte le istituzioni non hanno soldi da dare per permettere loro di continuare la gravidanza con serenità.
Che tutte queste azioni violente avvengano in palese violazione con la nostra Costituzione, che proclama il ripudio alla guerra in tutte le sue forme (art. 11), la tutela dei diritti fondamentali delle persone (art. 2) e la tutela dell'infanzia (art. 31).
Con un bilancio della Difesa che continua ad aumentare, uno schiaffo a tutti i poveri che invece anno dopo anno continuano a dover tirare la cinghia sempre di più.
Mentre tanti oggi in Italia protestano perché ci sono tasse che vanno a colpire i loro interessi (non dico legittimi o no, non è questo il punto), l'obiezione alle spese abortive e militari è un atto di disobbedienza civile per difendere i diritti degli ultimi della società, per far sentire la voce di chi è vittima della violenza nelle sue mille forme.
Giustamente Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la prossima giornata della Pace dice che sono attentati alla pace sia "le vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme di violenza" che "le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto, dalla sperimentazione sugli embrioni", sottolineando quanto sia questi atti siano tutte minacce alla pace, da combattere insieme.

Tutto questo tra l'altro porta a delle contraddizioni assurde.
Da un lato le istituzioni prevedono l'obiezione di coscienza a certi atti, riconoscono quindi in questi casi che ci sono delle convinzioni profonde della persona che vanno rispettate. Ma poi se ne dimenticano quando si tratta di finanziare gli stessi atti.
Quindi se fossi un ginecologo, da un lato la legge mi dà il diritto di obiettare, e quindi di non partecipare e l'ufficio li ha presi!

Chiedo perciò a quanti amano la pace e la vita un sostegno.
Non so ancora con certezza cosa farò, ma sto esplorando le vie possibili per resistere.
Sarebbe soprattuto bello in questi giorni poter sentire attorno tanta solidarietà, da chi condivide che non è giusto pagare per la morte. E anche che ci fosse qualche personalità pubblica che si esprime su questo tema.
Non può essere qiuesto il momento propizio per associazioni, movimenti, autorità civili e religiose, persone impegnate in politica, neli mass- media  (è troppo pensare a ordini del giorno di solidarietà?) per schierarsi?
E magari anche per dare un sostegno economico, anche se simbolico.
Perché so già che non posso evitare in eterno le ganasce fiscali (se resisto ora, dopo verranno a farmi le trattenute automatiche sullo stipendio). Però quando andrò a pagare è importante che almeno in questa occasione le istituzioni si rendano conto che c'è anche qualcun altro che è disposto a mettere mano al portafoglio perché condivide questa causa.

Qualcuno risponderà?
                                                                        Andrea Mazzi